Pyongyang Corea del Nord Maria Camilla Stogia Kim Jong-un

Il 3 settembre Kim Jong-Un concretizza l’ultima minaccia. La più potente, quasi sembrava la decisiva. Una scossa di terremoto 6.3 fa tremare la Corea del Nord facendo ripiombare l’Occidente nell’incubo nucleare. Il sesto test nucleare provoca un’esplosione di circa 100 kilotoni ossia quasi 5 volte più forte della bomba atomica sganciata a Nagasaki, in Giappone, nel 1945. La conferma era inevitabile, il test della bomba a idrogeno è stato completato con successo.
L’inferno nella montagna di Punggye-ri è salutato da “un grande annuncio”dall’attempata conduttrice fucsia, con tanto di canzone patriottica, che la tv di Stato programma alle 3.30 del pomeriggio domenicale di Pyongyang.

Sicuramente la Bomba H del 3 settembre ha segnato una nuova accelerazione del programma nucleare nordcoreano. Le reazioni allarmate della Cina, Russia, Stati Uniti e Unione Europea sono dimostrazione che è stato comunque superato un limite, che nessuno ormai potrebbe più mettere in discussione la rilevanza dei test nucleari della Corea del Nord.

Questa straziante escalation partì da quell’aprile 2017, un po’ malinconico per il nostro Dottor Stranamore, in quanto il 4 aprile Pyongyang effettua il lancio di un razzo KN-17 a corto raggio, che va a inabissarsi nel mar del Giappone. Pochi giorni dopo, il 15 aprile, il regime dà nuova prova di muscoli, esibendo missili e annunciando di essere pronto a una guerra nucleare. Anche stavolta dalla base di Simpo, Pyongyang prova a lanciare un missile, ma il test fallisce. Stesso tentativo che andrà in fumo il 28 aprile. Una vera e propria prova di forza che continuò ancora a maggio, giugno, con una raffica di missili, luglio, il quale aveva nel mirino gli Usa: il 4 luglio, giorno della festa dell’Indipendenza americana, il regime di Pyongyang lancia un Hwasong-14, missile balistico intercontinentale che piomba ancora una volta nelle acque del Giappone. L’azione dimostrativa mette il mondo in allarme. Il 28 luglio Pyongyang spara ancora, annunciando che nel mirino dei prossimi test ci sono Los Angeles, Denver, Chicago e Boston.
E la faida con Trump si apre a suon di minacce e provocazioni.

Arriviamo al 26 agosto, Kim Jong-un con tre missili a corto raggio sfiora le teste dei giapponesi, viaggiando per 250 chilometri e finendo, come da abitudine, nel mar del Giappone. Tre giorni più tardi l’ennesima sfida all’Occidente: la Corea del Nord lancia un missile che sorvola il Giappone all’altezza dell’isola di Hokkaido per finire poi in mare. Donald Trump ha dichiarato che ormai contro la Corea del Nord tutte le opzioni sono state prese in considerazione. “Il mondo ha ricevuto l’ennesimo messaggio forte e chiaro: questo regime ha segnalato il suo disprezzo per i Paesi vicini, per tutti i membri delle Nazioni Unite e per gli standard minimi di comportamento accettabile a livello internazionale”, ha aggiunto il presidente Usa.

Per Tokyo “il lancio è un atto di un’estrema gravità e costituisce una seria minaccia per la sicurezza dell’intera regione”, ha ribadito il premier nipponico Shinzo Abe. Dopo un colloquio telefonico con il presidente Usa Donald Trump, Abe ha spiegato che non si può allentare in nessun modo la pressione sul regime di Pyongyang. I due leader hanno inoltre concordato sull’importanza della Russia e della Cina nella questione diplomatica nordcoreana.

Forse che la Corea del Nord è sotto ipnosi? Come può pensare Kim di vincere questa “guerra”. Come può il popolo affidarsi alle parole di tale dittatore. Una nave capitanata da Kim che sta affondando tutta insieme. Mettersi contro il mondo, essere circondato da nemici. Insomma è o non è una illusione collettiva quella a cui stiamo assistendo? Una richiesta di attenzione? È o non è una mossa suicida? Una guerra nucleare uno contro tutti? Eppure non è l’unico paese a detenere questa arma infallibile quale il nucleare. Quale sarà la sua prossima mossa? Kim si rende conto di essere in un campo minato dalla sua stessa follia?Pyongyang Corea del Nord Maria Camilla Stogia Kim Jong-un

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