Sarebbe bello pensare di potersi laureare oggi con la prospettiva di avere un lavoro consono ai propri interessi e abbastanza remunerativo da permettere a noi giovani di mantenerci e creare una nostra indipendenza, e perché no, una nostra famiglia. Sembrerebbe un pensiero banale e forse lo è, ma è tanto banale quanto veritiero.

Le prospettive di lavoro al giorno d’oggi in Italia sono molto poche, e da studentessa in procinto di laurearsi mi sento di dire che tutto questo è un po’ deprimente. La prima frase che viene detta a noi laureandi è “Scappate! Laureatevi e andate a cercare fortuna all’estero!”. Ma non per tutti è così semplice, non sempre si ha la possibilità, la voglia o anche solo il coraggio di scappare.

Il consiglio di ogni persona “adulta” è sempre intanto di prendersi una laurea, perché ne vale la pena, perché ci sarà un momento in cui non tutti l’avranno e quello sarà il momento per noi giovani studenti di emergere con il nostro pezzo di carta timbrato e firmato dal rettore dell’università. E’ anche vero che chi ci è passato da poco dice sempre che tornando indietro non rifarebbe tutto, molti si fermerebbero alla laurea Triennale, perché l’esperienza è la cosa più importante. Probabilmente questo è un discorso soggettivo, posso solamente dire che forse, e anche qui ci sarebbe da ridire, acculturarsi non fa mai male, perciò nell’incertezza del momento storico e potendoselo permettere, studiare è comunque la cosa migliore.

L’università dovrebbe inoltre aiutare noi ragazzi a fare amicizia col mondo del lavoro, ma purtroppo a volte anche sopravvivere all’università stessa è difficile, figuriamoci stare dietro a ciò che presumibilmente potrebbe offrirti. All’estero  è diverso: in America, come in Inghilterra o particolarmente in Svezia, tutto il percorso scolastico e universitario è concepito affinchè ognuno possa trovare un posto o una propria vocazione (ovviamente le eccezioni ci sono anche qui) e gli studenti vengono aiutati anche economicamente per il loro debutto professionale.

Di storie in Italia invece se ne sentono tante, ma il finale è sempre quello, lo scenario è sempre lo stesso : la disoccupazione regna sovrana. Parlando da studentessa mi sento ancora in un certo senso protetta dalla culla scomoda dell’università, ma se guardo avanti, al mio futuro prossimo purtroppo vedo tutto molto sfocato. Serve sapersi mettere in gioco, rischiare, provare finchè si è in tempo, sperimentare diversi campi e soprattutto essere disposti a fare qualsiasi cosa all’inizio. La presunzione non aiuta chi vuole arrivare un giorno a qualcosa di concreto; si può solamente cercare di preparasi al futuro e di certo, se ne ha la possibilità economica, di andare a cercare lavoro fuori dall’Italia non pensando però che all’estero basti una laurea e poco più per trovare subito un lavoro. Noi giovani dobbiamo essere preparati a presentarci nel mondo lavorativo nella maniera più aggressiva possibile, cercando di non farci demoralizzare da quella che è la situazione nel nostro paese e pensando che con un po di inventiva e un pizzico di coraggio si può riuscire a trovare qualcosa di soddisfacente.

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