“Abbiamo preso un impegno e lo manteniamo”  così risponde Vannoni, fondatore del metodo Stamina, alla domanda se consegnare o meno il protocollo del metodo Stamina al ministero della Salute.

Per chi non lo sapesse le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate in grado di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processo di  “differenziamento cellulare”.
Davide Vannoni è il fondatore dell’associazione chiamata Stamina Foundation Onlus, nata nel 2009, senza fini di lucro, che ha come scopo quello di sostenere la ricerca sul trapianto di cellule staminali mesenchimali e diffondere in Italia la cultura della medicina rigenerativa. La Stamina Foundation si avvale di una metodica sviluppata grazie alla collaborazione di ricercatori provenienti da diversi Paesi e utilizza unicamente cellule staminali adulte.

Dure da sempre le critiche provenienti da molti scienziati e da alcune riviste scientifiche (“Nature”) che chiedono vengano bloccate le sperimentazioni in quanto prove di qualsiasi fondamento scientifico.

Il documento in questione è relativo al metodo Stamina a base di cellule staminali prelevate dal midollo osseo e sembrava essere pronto se non per alcune problematiche riscontrate nelle richieste.

Proprio ieri il Ministero della Salute ha negato due richieste di trasparenza fondamentali per l’inizio della sperimentazione: era stato richiesto che un esperto, eletto dagli scienziati e da Vannoni, potesse prendere parte al Comitato scientifico nominato dal ministero e che un’organizzazione internazionale di ricerca a contratto (Cro) potesse sorvegliare la sperimentazione.

La situazione ora è incerta e a mancare sono proprio le garanzie ma Vannoni sembra volerci provare per consentire finalmente il via alla sperimentazione clinica.

Cosa succederà dopo la consegna dei protocolli?

Il trapianto delle cellule staminali adulte potrebbe rivelarsi una speranza per il futuro?

Intanto, da circa una settimana, molti malati protestano davanti a Montecitorio e di alcuni le condizioni sono molto precarie.
La sperimentazione prosegue intanto per i pazienti che avevano già iniziato le cure in qualità di cure compassionevoli mentre rimane ferma ed inaccessibile per coloro che sono in lista d’attesa.

 

 

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