“Corso SULL’APPLICAZIONE DELL’ART. 14 DELLA L.328/2000”
Come si formula, come si richiede, come si attua il progetto individuale di vita della persona con disabilità
Per informazioni Anffas onlus di Modica
via Circonvallazione Ortisiana 206 A/1 “Treppiedi Sud”
Tel/Fax 0932/762877 – e.mail info@anffasmodica.it – cell. 333/3496252
Prenotarsi entro il 27 Gennaio 20011
Inizio del Corso 28 Gennaio 2011 presso la Scuola Speciale Ass.Sociale F.Stagno D’Alcontres alle ore 9.00
Programma:
Avv. Francesco Marcellino
Giorno 28 Gennaio 2011 dalle ore 9.00 alle ore 18.30
Giorno 29 Gennaio 2011 dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Dott.ssa Maria Ausilia Scucces
Giorno 4 Febbraio 2011 dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Dott. Nino Prestipino
Giorno 11 Febbraio 2011 dalle ore 9.00 alle ore 13.30

La proposizione del presente corso nasce da una attenta analisi del bisogno sociale.

Si è osservato che, seppur tutti conoscono anno e numero della l. 328/00, anche i c.d. “addetti ai lavori”, in realtà, non hanno approfondito lo spirito della novella normativa, le finalità della stessa, gli obblighi e i compiti che essa impone agli enti coinvolti.

Si vuole evitare, così, il fallimento nei fatti dell’impostazione data dal “piano socio sanitario 2000-2006” della regione siciliana approvato con DPRS del 2/01/2006 pubblicato sulla GURS n. 4 del 27/01/2006 – documento per altro di grande pregio tecnico ed al quale si vuole dare corretta applicazione – che fa della “presa in carico” il suo primo e il fondamentale “step”.

Il Progetto Individuale (previsto dall’art. 14 della L. 328/00) rappresenta la definizione organica degli interventi e servizi che dovrebbero costituire la risposta complessiva ed unitaria che la rete dei servizi – a livello assistenziale, riabilitativo, scolastico e lavorativo – deve garantire alle persone con disabilità per il raggiungimento del loro progetto di vita.

Il Progetto Individuale, nella sua definizione e realizzazione, è un processo dinamico che deve sapersi adattare alle necessità delle persone che mutano nelle diverse fasi della vita. Deve, quindi, garantire continuità nei processi, soprattutto in occasione di quelle fasi di passaggio avvertite come particolarmente critiche e spesso di abbandono.

Una presa in carico globale richiede un approccio multidimensionale e, quindi, è necessaria un’équipe multi-professionale  che sia integrata da figure professionali specifiche, relativamente agli ambiti di vita della persona con disabilità.

Gli interventi ed i servizi previsti vengono raccolti in un Dossier Unico, curato dall’assistente sociale di riferimento, nel ruolo di case manager.

Prerequisito per l’attivazione del percorso di presa in carico è l’accertamento della condizione di disabilità, attualmente disciplinato dalla Legge n. 104/1992.

Il corso, così, mira ad una corretta informazione sul sistema integrato di servizi sociali, la differenza con il pre-vigente sistema e le peculiarità di esso nell’applicazione alle famiglie ed alle persone con disabilità.

Il corso, soprattutto, mira a formare volontari e famiglie informate ed a conoscenza dell’istituto a tutela dei soggetti più deboli.

Pur essendo, infatti, un “controsenso giuridico” affermare (o richiedere) l’esigibilità di un diritto, il corso tende e rendere esigibile e concreto il diritto all’assistenza sociale ed al sostegno delle persone con disabilità nel loro “progetto di vita” di piena inclusione ed integrazione sociale impedendo che il disabile che ancora oggi nella maggior parte dei casi non ha un “progetto” conosciuto e condiviso dalla PA debba faticosamente ricercare presso i diversi enti le diverse “prestazioni” incontrando spesso, valutazioni e procedure difformi da ente ad ente.

I motivi che ci spingono a rivendicare il Progetto Individuale come insostituibile metodo di lavoro per una corretta presa in carico delle persone con disabilità sono:

• l’esigibilità da parte di tutti del diritto a realizzare il proprio progetto di vita;

• la garanzia del diritto per le persone con disabilità ad una presa in carico globale;

• la piena partecipazione delle persone con disabilità e/o dei loro familiari nella definizione e nella realizzazione dei servizi che le riguardano;

• la garanzia di un percorso unitario che copra tutti gli ambiti e i cicli di vita;

• il superamento della frammentazione nel sistema di servizi affinché sia garantita la centralità della persona come un elemento irrinunciabile nel perseguire obiettivi di salute che sappiano tradursi in qualità della vita ed una totale inclusione;

• l’assunzione del modello bio-psico-sociale proposto dall’OMS e il conseguente utilizzo dell’ICF;

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