testDal prossimo anno gli studenti che vogliono iscriversi a medicina non dovranno più sostenere il tanto temuto test d’ingresso che per anni ha negato a tanti aspiranti medici la possibilità di entrare in facoltà. Lo ha annunciato il ministro dell’istruzione Stefania Giannini in un dibattito su Facebook, organizzato dal suo partito, Scelta Civica.

Dalla fine di luglio infatti la prova d’accesso sarà sostituita con il sistema francese, ovvero un’esame durissimo, su base meritocratica, a cui gli studenti saranno sottoposti alla fine dell’anno scolastico. In questo modo, secondo il ministro, solo i ragazzi più capaci e volenterosi riusciranno ad accedere al secondo anno. L’esame potrà però essere sostenuto solamente due volte e le modalità con le quali si svolgerà non sono state ancora ben definite.

La proposta è stata ben accolta dagli universitari, che da anni lamentavano l’iniquità del vecchio sistema e rivendicavano maggior trasparenza. “È per noi una vittoria indiscussa che la Ministro voglia rivedere realmente l’attuale sistema dei test e del numero chiuso”, ha commentato Gianluca Scuccimarra, Coordinatore dell’Unione degli Universitari. Attenzione però ad introdurre un sistema che migliori realmente le condizioni dei ragazzi: non si accettano slogan elettorali ma solo confronti e riforme decise insieme ai diretti interessati.

La pensano diversamente invece i professori e le università che prevedono un numero elevatissimo di iscritti e sottolineano i limiti della nuova riforma: un’invasione di matricole che docenti e strutture non sono in grado di gestire. La mole di aspiranti dottori inciderebbe infatti negativamente sulla preparazione degli studenti, ed anche i sistemi di valutazione dovrebbero essere ripensati in funzione del nuovo cambiamento. Negli anni scorsi erano disponibili solamente 10.000 posti contro le 70.000 domande per sostenere la prova d’accesso. Cosa succederà se la riforma entrerà in vigore?

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