Andrea, ovvero io, è un giovane italiano di 26 anni, residente a Roma. Come molti della sua generazione, la sua giornata è scandita dall’uso del cellulare e delle applicazioni che lo accompagnano in ogni dove e momento. Questo reportage esplora la sua routine quotidiana, per raccontare il rapporto con le app che utilizziamo e l’influenza che queste hanno sul comportamento e pensiero, specialmente nei rapporti con il tempo e la sua percezione. Infine, mi preme sottolineare che l’utilizzo della terza persona è parte di quel processo che ha aiutato me a rendere l’analisi della mia vita il più distaccata possibile e a ricavare da essa un ragionamento che non sia solo banale.

Mattina: Il Risveglio e l’Urgenza

La sveglia di Andrea suona, sono le 8:00 del mattino. Il primo gesto, quasi automatico, è prendere il cellulare dal comodino (che fa anche da sveglia). Controlla le notifiche, e le app che utilizza più frequentemente sono già lì per lui: una foresta di notifiche domina lo schermo e tutte colorate proiettano i loro rami verso quel volto stanco, quasi sembrano urlare direttamente al suo cervello l’urgenza dei loro messaggi. L’email gli mostra notifiche su notifiche provenienti da pubblicità, scadenze e messaggi di lavoro; Instagram lo avverte rapidamente di tutte le storie dei suoi amici e delle pagine che segue; YouTube fornisce immediatamente notifiche sulle rassegne stampa del giorno, propone video per il miglioramento del tedesco e questo contemporaneamente a Babbel e Duolingo che avvertono Andrea del fatto che se oggi non verranno usate, i suoi punteggi verranno azzerati. Dopo aver visto le notifiche e aver affrontato le urla delle app e averle soddisfatte con la sua attenzione, Andrea si sente agitato, così tante cose da fare e tutte così urgenti e necessarie; Andrea guarda un’altra volta l’ora, sono le 8:06, è il momento di fare colazione.

Colazione, Aggiornamento e Studio delle Lingue

Durante la colazione, Andrea apre YouTube e con video velocizzato a 1.75 si guarda la prima rassegna stampa internazionale, questo non basta; Andrea, rimanendo sulla stessa app, con un colpo di dito, attacca immediatamente con un altro video, un’altra rassegna stampa, questa volta in inglese. Per Andrea le lingue sono importanti, come l’essere aggiornati sugli accadimenti esteri ed interni, per questo trova YouTube e la sua ampia scelta di canali estremamente utile nella sua quotidianità. Dopo il secondo video sono quasi le 9:00 e Andrea sente di dover regolare i conti con altre due app, che lui trova estremamente utili: Duolingo e Babbel. La colazione è conclusa già da 10 minuti ma Andrea non riesce né può alzarsi dalla sedia dove si era seduto; prima si difende il boost su Babbel e poi si raggiunge il podio a Duolingo. Andrea guarda l’ora, sono le 10:00.

Mattinata: Lo Studio e i Suoi Strumenti

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Andrea è ancora uno studente, di conseguenza oltre le lingue, la sua mattinata è dedicata allo studio e alla scrittura di articoli. Qui, in aggiunta alle app utilizzate durante la frugale colazione, Google e Perplexity (AI di ricerca) diventano padrone incontrastate. La loro velocità e affidabilità nel ricercare informazioni in tempo reale, permette ad Andrea di svolgere i suoi compiti e studi in maniera funzionale, lasciando ad Andrea la possibilità di semplice filtraggio ed elaborazione delle informazioni. In poche parole, meno tempo più produttività. La velocità e l’efficienza diventano un’ossessione e il minimo ritardo nel caricamento di una pagina o nel reperimento di un’informazione diventa motivo di vere e proprie tragedie, intervallate da incessanti stoccate di orologio mentale e orologio digitale. Sono le 12:30, bisogna cucinare e mangiare, veloce coraggio!

Pranzo e Relax?

Durante la preparazione del pranzo, Andrea risulta confuso, la domanda che si fa sempre è: cosa mi posso fare di veloce e sfizioso? Tra le possibilità più ambite in questi momenti di scelta è quella di ordinare il cibo tramite Just Eat. La comodità di avere una vasta scelta di ristoranti a portata di mano lo ha reso un utente abituale, ma soprattutto, lo attira la possibilità di non sporcare, non cucinare e usare quel tempo per andare avanti con i suoi studi. Tuttavia, riconosce che questa abitudine ha ridotto il tempo che dedica alla cucina e alla preparazione di pasti sani, nonché il tremendo impatto sul portafoglio; così questa volta opta per una “tattica” pasta al pesto. Durante la preparazione del pranzo e la sua posteriore consumazione, YouTube rientra prepotentemente nella routine di Andrea. Una TV personale e personalizzata che Andrea trova indispensabile anche solo per farsi compagnia. Tic-Toc Tic-Toc, il tempo avanza come il sonno e Andrea deve ritagliarsi un’oretta per dormire; forse l’unico vero momento dove Andrea ancora non necessita di supporto.

Pomeriggio: Lavoro, Social Media, Musica

Dopo aver riposato, il loop ricomincia. Sono le 15:00 di pomeriggio e il cellulare di Andrea provvede a svegliarlo. Come al risveglio mattutino, così al risveglio pomeridiano le app urlano le loro urgenze e avvisi, ricordandogli che c’è ancora molto da fare. Il pomeriggio di Andrea è ancora dedicato al lavoro, questa volta come insegnante di arti marziali in una palestra non distante da Ostia, in una zona chiamata Infernetto. Ancora una volta la dipendenza dalle app è evidente: grazie a Moovit Andrea riesce a sapere perfettamente quando quel giorno l’autobus arriverà in fermata e a seconda di questa informazione, adatta il rimanente tempo a disposizione per usufruire “costruttivamente” di ogni minuto disponibile e non rischiare di perder tempo ad aspettare. Decide così di aprire Instagram e aggiornarsi velocemente su “quello che fanno gli altri” e magari per non rimanere senza argomenti in qualche possibile conversazione futura. Sono le 15:50, 5 minuti e passerà l’autobus. Il tempo passato in autobus è paragonabile a un limbo tra mondi diversi e per questo motivo spesso è usato per isolarsi e perdersi ancora una volta nelle allettanti scelte offerte dalle nostre app. In questo “limbo” la musica risulta di gran lunga la droga più usata e l’app di Spotify entra immediatamente in circolo: 10 euro al mese per avere la possibilità di ascoltare musica senza le odiate pubblicità che rubano il tuo tempo; 10 euro per poter settare la tua personale playlist e perderti nel tuo mondo. Questo fino alla prossima fermata, sono le 16:30.

Sera: Cena, Studio e Intrattenimento

Dopo il lavoro sono le 21:15 e Andrea ancor prima di tornare a casa e appena finito di lavorare controlla le notifiche. Arrivato a casa, dopo aver ripercorso il limbo, Andrea guarda l’ora, sono le 22:20, così dedica circa un’ora per lavarsi e mettere in ordine le sue cose, per poi cucinare e usare quello che rimane della giornata per un ulteriore studio delle lingue, questa volta con Netflix. Infatti vedere serie in lingua straniera, fa sentire Andrea tranquillo di non sprecare del tempo prezioso mentre cucina e cena; “due piccioni con una fava”, è mezzanotte. Domani è un altro giorno, un altro loop. “Ascoltiamo qualche altro brano”, con Spotify si può anche dormire.

Riflessioni sul Tempo e sulla Dipendenza dalle App

La mia giornata penso sia un esempio tipico di come le app possano influenzare profondamente la routine quotidiana, il comportamento, nonché la vera percezione del tempo stesso. Le app come Instagram, Spotify, YouTube, ecc. offrono intrattenimento, connessione sociale e ottimi strumenti per lo studio e l’aggiornamento quotidiano, ma tutto questo ad un prezzo.

Dipendenza necessaria?

Le app che ho mostrato di usare a livello quotidiano sono vere e proprie droghe che permettono la nostra sopravvivenza e produttività nella società moderna; come ogni droga, anche queste hanno un prezzo: monetario e “umano” (fisico/emotivo/percettivo). Dico sopravvivenza perché queste app sono state costruite apposta per le esigenze delle persone e senza di queste tutto risulterebbe estremamente più difficile e dispendioso sia a livello di tempo che di energie, se non del tutto impossibile. Quindi, di conseguenza, quando dico “droga” non intendo qualcosa di totalmente negativo, ma un qualcosa che ci aiuta ad andare avanti durante la giornata: magari una risata, una risposta o una canzone. Le app offrono interi mondi, personalizzabili e personali, ma dietro il loro utilizzo è il tempo che fa da sovrano. Nella mia giornata, non solo le app ma anche il cellulare stesso, diventa “Il Tempo”. Ogni azione, ogni passaggio da una fase all’altra è scandagliato quasi involontariamente dall’occhiata o dal diretto uso del cellulare e delle sue app. Quindi non solo diventano strumenti, ma parte integrante della struttura mentale e tappe obbligate della giornata e della sua percezione. Quest’ultimo passaggio è forse il più inquietante: le app diventano ottimi boost di produttività e connessione, ma più ne si fa utilizzo e più l’effetto che si tende ad ottenere è il contrario, una dipendenza che influisce negativamente sulla produttività e sul benessere mentale: come si puó vedere dal tempo che viene rincorso piú che vissuto. Senza le mie app, che percezione avrei io del mio tempo? Questa è una domanda a cui non so rispondere.

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