“Cento domeniche” è un film crudo e onesto su un pezzo di storia recente del nostro Paese che la memoria collettiva ha rimosso col passare del tempo. Senza usare tecnicismi che ingarbugliano la trama e senza scadere in scene melense o strappalacrime, il film del 2023 scritto, diretto ed interpretato da un magistrale Antonio Albanese riesce non solo a farci riflettere sul valore delle nostre vite che è legato a doppio filo al sistema economico e finanziario vigente, ma ci mette davanti l’orrore di una persona comune che viene privata di tutto, costringendoci ad aprire gli occhi su una realtà che volontariamente o involontariamente non abbiamo il coraggio di affrontare.  

  1. Chi è Antonio Albanese?  

Albanese non ha bisogno di presentazioni: tutti conosciamo in un modo o nell’altro la sua ampia carrellata di personaggi iconici. A partire dagli inizi storici in televisione con “Mai dire Gol” in cui creò i mitici Alex Drastico e Frengo fino ad arrivare al più recente Cetto La Qualunque, Antonio Albanese è sempre stato un comico raffinato ed intelligente che usando la satira di costume è riuscito a creare un affresco ironico e critico dell’italiano medio.  

2. La satira politica 

Si potrebbe dire che la svolta sociale di Antonio Albanese sia cominciata nei primi anni del 2000 con la nascita di Cetto La Qualunque, caricatura del berlusconismo e di una certa politica corrotta, accompagnato da un taglio umoristico politicamente scorretto e anticipando il moderno populismo.

Il personaggio tornerà in auge fra il 2011 ed il 2019, anni in cui Albanese accompagnato dalla regia di Giulio Manfredonia, scriverà ed interpreterà una trilogia cinematografica dedicata al politico corrotto calabrese, ovvero “Qualunquemente” (2011), “Tutto tutto niente niente” (2012) e “Cetto c’è, senzadubbiamente” (2019).

Per quanto i film abbiano una vena kitsch e volontariamente esagerata nel rappresentare determinate situazioni, Albanese si dedica interamente ad una rappresentazione autoironica della politica italiana, dove criminalità, privilegi e personaggi di dubbio gusto morale si intrecciano per creare una storia tanto assurda quanto tragicamente veritiera.  

3. Verso un cinema d’autore

Nonostante Albanese nasca come attore comico, negli ultimi anni ha saputo spostare la sua poetica verso un cinema di impegno civile, entrando in quel solco creato dal regista britannico Ken Loach di un cinema che si mette a disposizione degli ultimi, narrando storie proletarie di emarginati sociali e delle loro disavventure in una società sempre più complessa e piena di crisi.

Il primo passo di Albanese verso un cinema più impegnato (pur rimanendo nel genere della commedia) avviene nel 2018 con il film “Contromano” in cui, affrontando la tematica del razzismo e dell’immigrazione, Albanese racconta con eleganza e dolcezza le difficoltà dell’integrazione e il superamento degli stereotipi culturali.

Nel 2023 Albanese rafforza il sodalizio con un altro regista, Riccardo Milani, già autore impegnato negli anni ‘90 (per citare film come “Auguri Professore” del 1997 o “La guerra degli Antò” del 1999) e con cui collabora al film “Grazie ragazzi”. Il film vede Albanese come un maestro di teatro precario che accetta di dirigere uno spettacolo teatrale nel carcere di Velletri con protagonisti alcuni detenuti, mostrando le condizioni pessime delle carceri italiane e i maltrattamenti subiti dai prigionieri. Nel film possiamo notare una vena agrodolce che inizia a farsi predominante nello stile di Antonio Albanese, stile che prenderà il sopravvento in maniera definitiva con “Cento domeniche”, uscito lo stesso anno ma passato in sordina. 

4. Di cosa parla “Cento domeniche”? 

Antonio vive ad Olginate ed è operaio di un cantiere nautico, prossimo al pensionamento. Vive una vita semplice fatta di tornei a bocce con gli amici, si prende cura della madre anziana ed ha una relazione con una donna sposata.

Un giorno sua figlia gli annuncia che sta per sposarsi, un evento che Antonio aspettava da tutta la vita: il suo sogno è sempre stato quello di pagare il matrimonio di sua figlia di tasca sua. Per quanto non sia ricco, nel corso del tempo Antonio è riuscito a risparmiare una somma in grado di poter vivere dignitosamente e di potersi preparare anche all’organizzazione del futuro matrimonio. Recatosi in banca per poter prelevare alcuni suoi risparmi, viene indotto dal direttore della filiale a farsi erogare un prestito, in quanto i suoi risparmi sono stati investiti in azioni prolifiche che potrebbero fargli guadagnare molti soldi e così facendo potrebbe ripagare il prestito con i rendimenti delle sue azioni. Antonio rimane incredulo della notizia perché pensava di aver investito solo su semplici obbligazioni, e fidandosi della banca che è sempre stata un punto di riferimento per la comunità del suo paese, decide di accettare.

Poco tempo dopo inizierà una carneficina sociale senza sosta: la banca entrerà in fallimento e i conti correnti dei cittadini di Olginate verranno azzerati per permettere il salvataggio della banca stessa. Il sogno di Antonio e la sua intera vita vanno a rotoli in quanto lui non ha più modo di sostentarsi, portandolo in una spirale discendente di depressione e rabbia.  

5. Cosa è successo in Italia fra il 2015 ed il 2016? 

La storia di “Cento domeniche” non è del tutto inventata. Essa si ispira alla lunga serie di crac bancari che inondarono il nord Italia fra il 2015 ed il 2016 con conseguenze economiche e sociali disastrose. Ma quali sono stati le cause del crollo finanziario?  

Fra il 2013 ed il 2015 alcune banche italiane come Veneto Banca e la Banca Popolare di Vicenza (protagoniste principali della vicenda) presentarono gravi irregolarità nel loro bilancio. Si scoprì che le banche concedevano prestiti ai loro clienti più fidati senza alcuna garanzia, e ai correntisti “semplici” proponevano l’acquisto di azioni molto rischiose attraverso prestiti della banca stessa (vi ricorda qualcosa?), falsificando la loro posizione finanziaria cosicché potessero risultare in regola. Si venne a creare così una bolla speculativa che scoppiò definitivamente nel 2016, portando il Governo italiano ad attuare la politica finanziaria del “bail-in”, letteralmente “salvataggio dall’interno”, consistente nel prelevare liquidità direttamente dai conti degli azionisti e dei risparmiatori, inclusa la gente comune.  

Secondo i dati del CODACONS, nel 2016 vennero persi più di 15 miliardi di euro appartenenti a più di duecentomila piccoli risparmiatori. Una devastazione senza precedenti che portò ad una lunga serie di suicidi in tutta Italia, come quello di un pensionato di Civitavecchia che era cliente di Banca Etruria, o del tentato suicidio di un’azionista di Veneto Banca.  

6. Una vita (non) risparmiata 

“Cento domeniche” si chiude nei titoli di coda con una dedica a tutte le famiglie che hanno perso i propri cari e i propri averi durante il periodo della crisi bancaria.

Il lavoro di Antonio Albanese è in primis un lavoro di giustizia e di ricordo di una tragedia dimenticata, dove la vita delle persone è stata sacrificata nell’altare dei mercati finanziari, istituzioni lontane ed indifferenti rispetto ai bisogni della società e delle vite umane. In secundis, Albanese mostra attraverso una performance incredibile il dolore e l’angoscia di una classe sociale troppo spessa relegata ai bassifondi della società, chiudendo il tutto con un pessimismo che non lascia spazio ad un futuro migliore.  

Ciò che forse ci vuole dire è di rimanere vigili davanti al mondo in cui viviamo per far sì che tragedie di questo genere non accadano più. 

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here