Quando si parla di leggende, non si può non pensare a Benevento. BENEVENTO: La città delle Streghe! Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Una città campana famosa per le sue leggende, per il patrimonio artistico e per i suoi prodotti tipici. Situata nella parte meridionale del Sannio, è attraversata dai fiumi Calore e Sabato che, a causa di numerose alluvioni, hanno contribuito ad creare non poche difficoltà.
“Sotto l’acqua e sotto u viento, Sotto u noce e Beneviento!”
La leggenda delle Janare ha dato a Benevento la fama di essere la Città delle Streghe.
Secondo alcuni la leggenda deriva dai riti pagani fatti dai longobardi nei pressi del fiume sabato che apparvero demoniaci ai cattolici del luogo. I longobardi si riunivano intorno ad un grande albero di noce celebrando rituali che prevedevano di appendere all’albero e trafiggere con le armi una pelle di capro o donne che danzavano intorno all’ albero da cui pendevano serpenti. Per altri l’origine risalirebbe ai tempi dell’Inquisizione, quando le sacerdotesse della tribù dei Samentes celebravano nei boschi riti religiosi pericolosi. Secondo altri ancora la leggenda sarebbe nata dal culto romano di Iside, dea egizia della magia, che s’identificava anche con Ecate, dea degli inferi, e Diana, dea della caccia. Le caratteristiche di alcune streghe sembrano ricollegarsi proprio a loro. Lo stesso nome janara sembra possa derivare da quello di Diana.
La fama si consolidò nel tempo grazie al libro De nuce maga beneventana di Pietro Piperno. Nei secoli le credenze si arricchirono di numerosi dettagli.
“Unguento unguento
portami al noce di Benevento
sopra l’acqua e sopra il vento
e sopra ogni altro maltempo.”
Passeggiando tra i vicoletti della città, si possono ancora trovare simpatici vecchietti che raccontano queste storie. “Ai miei tempi si diceva che, ai confini della città, secoli fa, ci fosse un grande albero di Noce intorno al quale le janare si ritrovavano. Alla luce del sole sembravano donne normali. Nelle notti tra sabato e domenica, invece, si cospargevano di un unguento magico e recitavano una formula che consentiva loro di volare a cavallo delle scope. Ai piedi dell’albero, facevano banchetti e orge con il demonio e creavano sortilegi contro tutti”.
Tantissime furono le donne processate per stregoneria che riferirono dei sabba sotto la Noce di Benevento.
Molti artisti si sono ispirati a questa leggenda: Redi, A. Fiorenzuola, Paganini nel suo famoso pezzo “Le streghe”, cantautori moderni come il grande Eugenio Bennato che, nella sua “Ritmo di contrabbando”, fa richiama le streghe sannite. La credenza oggi sopravvive come superstizione popolare.
LA STORIA DI MALEVENTUM
“Benevento ha una storia, anzi vi dirò di più che, se avvenne una in quelle province meridionali d’Italia, questa storia è incarnata alla storia di Benevento.” Così Carlo Torre parlò su Benevento nell’assemblea del 15 aprile 1861 alla Camera dei Deputati.
Secondo la leggenda, Benevento deve le sue origini all’eroe greco Diomede. Egli, arrivato in Italia dopo l’incendio di Troia, avrebbe riservato alla città una zanna del mitico Cinghiale Calidonio ucciso da suo zio Meleagro. Per questo il vero simbolo della città sarebbe diventato il Cinghiale Calidonio.
Il nome della città si pensa derivi da Malies.
Questo termine fu ritrovato inciso su una moneta del IV secolo insieme all’emblema del cavallo, simbolo di Diomede, il che darebbe credibilità alla tesi dell’ origine greca. Molto probabilmente, però, i greci non fondarono Benevento. Tutta la storia fu creata da un grande fraintendimento.
In realtà la fondazione si dovrebbe agli Osci e poi ai sanniti. Si pensa, infatti, che la parola Malies sia riconducibile a questi due popoli che si stabilirono quì in epoca pre-romana e che sia all’origine del primo nome della città, Maloenton che poi divenne Maleventum. Il termine fu usato per la prima volta nella storia romana nel 314 a.C., citata tra i luoghi della seconda guerra sannitica. Quando nel 268 a.C., i romani si assicurarono il possesso della città, considerarono il nome di cattivo auspicio. Da Maleventum fu cambiato in Beneventum.
Le battaglie combattute in questo territorio furono tantissime.
Benevento divenne un punto strategico e per questo ebbe molti benefici. Si trovava su una fondamentale via di comunicazione, la via Appia, e l’imperatore Traiano la scelse come punto di partenza per la costruzione della via Traiana che l’avrebbe collegata a Brindisi. La città si arricchì di magnifici monumenti ancora oggi visitati per la loro bellezza. Fu vittima di numerose invasioni, che, con la caduta dell’Impero romano d’Occidente, segnarono il suo declino. Tra queste ricordiamo in particolare quella del 571 per mano dei Longobardi che crearono il Ducato di Benevento.
Grazie alla sua posizione, il ducato riuscì a respingere tutti gli attacchi invasori successivi, lo stesso Carlo Magno fu costretto alla ritirata. Poi tutto cambiò. Nel 1077 fu ceduta alla Chiesa. Subì varie pestilenze, carestie e terremoti che la impoverirono sempre di più, ma ritrovò sempre la serenità sotto la protezione dei Papi. Nel 1860 i garibaldini la inglobarono al Regno d’Italia e divenne Capoluogo di Provincia.
ARTE TRA ANTICO E MODERNO
Benevento è il punto d’incontro tra l’antico e il moderno, tra la tradizione e il progresso. Grazie alle dominazioni subite, oggi ha un patrimonio artistico e archeologico di grande spessore, visitabile anche solo con una passeggiata nel centro storico. È quasi impossibile citare tutte le opere di rilievo. Di seguito alcune.
– La chiesa di Santa Sofia di età longobarda che dal 2011 è Patrimonio dell’UNESCO. È adiacente a essa un monastero oggi sede del Museo del Sannio.
– Il Duomo, la Cattedrale di Sancta Maria de Episcopio, costruito in stile misto romanico e gotico, quasi distrutto dai bombardamenti del 1943. Tra i resti integri della vecchia cattedrale ritroviamo la Porta di bronzo del XII secolo, la Janua Major.
– L’ Arco di Traiano che rappresenta uno dei migliori esempi dell’arte traianea, costruito all’inizio della via Traiana per esaltare il governo dell’imperatore.
– L’ex chiesa di Sant’Ilario a Port’Aurea, di origine longobarda, il cui nome deriva dalla vicinanza all’Arco di traiano che, durante il medioevo, inserito nella cinta muraria, prese il nome di Porta Aurea.
– Il Teatro romano, inaugurato dall’imperatore Adriano e ingrandito da Caracalla, dal 1957 fu restaurato e ripristinato alla sua antica funzione.
Non mancano opere di famosi artisti moderni come Mimmo Paladino.
Esponente della transavanguardia italiana, l’artista ha voluto rendere omaggio al suo territorio con un’istallazione permanente, l’Hortus Conclusus. Un giardino magico e segreto sorto nel Convento di San Domenico. All’interno ci sono tante sculture, ma non tutte sono grandi e visibili. Ad esempio notiamo subito il grande cavallo con la maschera di bronzo che domina dall’alto delle mura o il disco inserito nel pavimento al centro dell’orto. Il loro significato non è immediato e la mancanza di cartelli esplicativi non aiuta, ma nell’insieme crea l’aurea emozionante nel magico giardino.
L’ARTE È ANCHE GUSTO A BENEVENTO
Benevento è famosa anche per i suoi prodotti tipici.
Camminando per la zona ferroviaria della città, ci imbattiamo nello storico stabilimento Alberti. Aperto dal 1860, la sua produzione di Liquore Strega ha portato il nome della città nel mondo. È un distillato, stagionato in tini di rovere, che può essere bevuto liscio o utilizzato per aromatizzare di dolci e frutta. Famosi sono anche i cioccolatini imbevuti o ripieni di questo liquore.
Non è ovviamente un caso che il logo dell’azienda richiami la leggenda delle streghe di Benevento. Nella pubblicità del liquore Strega sono, infatti, raffigurate una congrega di streghe in cerchio intorno al noce, una strega in primo piano con serpenti nei capelli e la distilleria di liquore di Benevento.
Da non dimenticare è anche il Premio Strega. Questo premio letterario venne istituito nel 1947 grazie all’iniziativa della famiglia Bellonci con il contributo finanziario di Guido Alberti.
La città è altrettanto famosa per il suo Torrone. Il poeta latino Marziale parlava, già in tempi antichi, dell’ottima cupedia o copeta beneventana, un dolce a base di miele con albume e mandorle, o nocciole. Questo prodotto è molto simile all’odierno torrone. È una versione più raffinata, ricoperta di zucchero o cioccolato o decorata per farne un dolce prevalentemente natalizio. Gli ingredienti utilizzati sono rigorosamente del Sannio per incoraggiare le imprese locali.
Benevento è una città che può offrire grandi occasioni.
Anche se spesso dimenticata o presa troppo poco in considerazione, offre un grande patrimonio artistico e culturale, in molti ambiti ancora da scoprire. Purtroppo non offre ancora servizi tanto efficienti da alimentare il turismo che meriterebbe. Le istituzioni negli ultimi anni stanno lavorando senza sosta per cercare di rimediare alle mancanze del passato. Questo garantirebbe anche molti più posti di lavoro e la felicità dei commercianti di zona.
Purtroppo l’arrivo della pandemia ha causato un’altra battuta d’arresto. Si spera che presto si potrà continuare a cercare soluzioni affinché la città di Benevento possa continuare a suscitare emozioni magiche su chi deciderà di visitarla.