Nel 2011 The Observer l’aveva inserito fra i dieci migliori street artist in circolazione, e oggi il The Guardian fa lo stesso. Stiamo parlando di Blu, writer senigalliese operante soprattutto a Bologna e conosciuto a livello internazionale.
La sua carriera inizia nel ’99, in maniera illegale, come spesso accade per la maggior parte di questo tipo di artisti: esegue dei graffiti a Bologna nel Centro Sociale “Livello 57” e nelle zone periferiche della città iniziando a far parlare di sé. Qualche anno dopo le sue opere murali cominciano ad allargarsi e Blu passa dalla bomboletta spray alle vernici a tempera, campendo intere pareti con i suoi personaggi a metà fra cartoni animati e caricature. Nel 2004 le gallerie d’arte si accorgono di lui, anche se egli preferisce manifestare la sua arte per la strada rifiutando spesso la partecipazione a mostre e collettivi.
Blu comincia a viaggiare, a partecipare a numerosi festival d’arte contemporanea e i suoi graffiti invadono il mondo intero, e come tutti i writers arrivano anche per lui le censure e le critiche; nel 2009 ad esempio il MOCA (Museum Of Contemporary Art) di Los Angeles, dopo averlo chiamato a partecipare alla mostra “Art in the Street”, decide di cancellare il suo murales il giorno dopo la sua realizzazione considerandolo offensivo e insensibile. Questo è lo sconto che questi artisti devono purtroppo pagare, ma fa tutto parte del gioco, del far parlare di sé e del far conoscere le proprie idee a prescindere da ciò che si può e non si può fare.
Le opere di Blu hanno quasi sempre un significato geopolitico e il suo obiettivo è stato, sin dagli esordi, quello di valorizzare gli ambienti delle città più dimenticati. Troviamo il suo talento ovunque, per citare alcuni luoghi, a Taranto, Ancona, Berlino, Praga, Madrid, Bogotà e addirittura in Palestina. Inoltre vanta collaborazioni significative con importanti nomi della scena artistica della street art, come Bansky, Ericailcane e Run.
Ora che il The Guardian lo annovera fra i migliori 10 street artists del mondo alcuni si pentono di averlo criticato e di aver cancellato le sue opere. Avviene a Pesaro, dove una sua opera realizzata sulle pareti di un liceo scientifico viene fatta ricoprire perché considerata troppo forte; oggi naturalmente c’è un pentimento generale e un invito per l’artista a partecipare al progetto PUG (Pesaro Urban Graffiti).
L’opera di Blu, che ha fatto più parlare di lui ultimamente e per la quale è stato appunto riconosciuto tra i migliori, è quella realizzata sulla facciata di un palazzo in Portogallo, a Lisbona ,dove un gigante uomo d’affari dalla faccia un pò goffa indossa una grande corona che riporta i marchi di famose imprese petrolifere e tiene tra le mani il pianeta bevendo con una cannuccia da quest’ultimo come se fosse un bicchiere. Il messaggio che egli ci vuole trasmettere, a pochi mesi dal disastro della marea nera nel Golfo del Messico, è di riflessione sui pericoli dello sfruttamento economico dei paesi più poveri e sulla crisi delle nostre risorse naturali.
Amaro in bocca quindi per chi lo ha criticato e una grande soddisfazione per questo giovane artista che procede per la sua strada, continuando a decorarla alla sua maniera. L’arte di Blu è immediata e invasiva, e vive della voglia di occuparsi di spazi che non rientrano nell’ufficialità artistica e di trasmettere messaggi personali che possano essere di pubblica fruizione.