Il mondo del cinema e il mondo della storia ad oggi risultano essere sempre più vicini: il cinema, grande motore della comunicazione, non ha l’unico scopo di intrattenere quanto anche quello di strumento per informare il pubblico. Sempre più in voga sono ormai le serie o i film storici, che appassionano il pubblico odierno, a volte così tanto da portare il cinema e la storia in un rapporto di odi et amo.

I film storici ad oggi sembrano essere sempre più scottanti: il contesto socioculturale e politico odierno è ormai estremamente sensibile ad alcune tematiche ed il concetto del politically-correct prende sempre più spazio nel mondo dello spettacolo. Ad oggi il mondo del cinema si è saputo adattare alla multietnicità e multiculturalità, non negando ai propri spettatori protagonisti molto diversi da quelli del cinema classico. Ma una fascia di pubblico, sempre più sofferente delle scelte di Hollywood, lamenta anche le scelte del mondo del cinema per quanto riguarda i film di ambito storico, sostenendo che serie tv e film storici sembrano raccontare una storia diversa da quella che è accaduta realmente, a volte portando qualcuno a sostenere che il mondo cinematografico divulga informazioni storiche sbagliate. A questo punto, avendo un’idea sullo scenario proposto, perché non vedere cosa ne pensano due specialisti di questa problematica legata all’attendibilità storica nei film? Di fatti, abbiamo chiesto l’opinione di Matteo e Marco, rispettivamente due studenti di Storia Contemporanea e Scienze e arti dello spettacolo presso la Sapienza Università di Roma.

L’attendibilità storica dei film è un tema molto dibattuto ad oggi, molta è la gente che scrive a proposito dei film e della loro non veridicità, cosa ne pensi al riguardo?
Marco, da cineasta risponde che: <<Gli scrittori si prendono sempre una licenza poetica su quello che vogliono raccontare. Ciò che a loro preme è arrivare al pubblico, quindi cercare di attrarre loro verso quelle storie e porre la loro attenzione verso i personaggi e quello che gli accade, fargli vivere i dolori e le sofferenze in quel periodo storico>>.
Matteo, di contro, risponde: <<Da studente di storia, penso di dovermi ritrovare in contrasto con le idee di Marco: spostare l’attenzione sul cinema solo come intrattenimento, l’attendibilità storica va in secondo piano. Nel momento in cui ho uno spettatore davanti devo cogliere il suo sguardo e la sua attenzione, per farlo posso anche usare elementi estemporanei. Tuttavia, io ritengo che questo sia un punto divista errato, perché se io pongo di fronte allo spettatore questo contenuto, da questo contenuto lui dovrà comunque trarne degli insegnamenti: ma come può farlo se la storicità non è attendibile?>>.
D’altronde, la storia è una scienza che guarda ai fatti, in cui è vietata qualsiasi introspezione psicologica, mentre il mondo cinematografico essendo legato all’arte tende a mettere più in risalto il pathos che un film cerca di trasmettere!

Il mondo del cinema ha a disposizione uno strumento importantissimo: la licenza poetica. Il cinema è un mezzo di comunicazione, ma anche una forma d’arte. Dal tuo punto di vista è giustificabile la licenza poetica come mezzo per giustificare alcuni elementi di inesattezza storica?
Marco ci dice: <<Molte volte è giusto che gli autori si prendano la licenza poetica, raccontando di personaggi di pura finzione in contesti storici per fare al modo che al pubblico arrivi di più per fare capire cosa sia successo in quegli anni. Per questo posso anche mettermi a favore degli stessi storici, in quanto cinema e serie tv sono un mezzo per arrivare ad un maggiore numero di persone; quindi, bisogna presentare un contesto storico accurato: così anche chi non legge libri di storia e non si documenta al di fuori, può sapere cosa veramente è successo. […] La libertà creativa di un autore serve proprio a questo, per creare un’empatia con i personaggi nelle storie, in modo tale che il pubblico possa capire meglio i dolori che sono stati provati in quel contesto>>.
Matteo, controbatte: <<Ovviamente, la licenza poetica è da parte dell’autore, che produce e scrive ciò che ha in mente: non possiamo cancellare l’idea di un autore, che comunque è sua. Tuttavia, c’è un limite alla licenza poetica; se è utilizzata per trasmettere un messaggio va bene, ma se vuole trasmettere solo un messaggio relativo ad una storia d’amore durante la Seconda guerra mondiale non ha senso: si distoglie lo sguardo da ciò che in realtà è importante alla narrazione in un film storico. […] Se si vuole trasmettere qualcosa, lo si può fare anche senza la creazione di questi fantomatici personaggi che alla fine allo spettatore non lasciano nulla, perché non vi è nulla di veritiero dietro: se si vuole creare un nuovo mondo con nuovi personaggi, a quel punto diventa fantascienza. Con un film storico però, il mondo è già creato, non si può modificare>>.

D’altronde l’autore si può giustificare con la licenza poetica per l’attendibilità storica, ma ragioniamo per un po’ sul pubblico: a volte sono loro ad assimilare le informazioni sbagliati, ma la colpa è dell’autore che altera il contesto storico o è il pubblico anche responsabile non essendosi confrontato con una fonte storica più autorevole?
Marco, ci risponde: <<C’è un patto non detto tra spettatore e autore: lo spettatore che guarda, messo davanti ad ogni tipo di film, lui sa che ciò che sta guardando è pura funzione, però lo accetta per vero nel momento in cui lo guarda; sta poi allo spettatore capire qual è la realtà dei fatti e quello puramente inventato. Ad esempio, Dunkirk può essere considerato totalmente attendibile a livello storico, ma non si ci può mettere la mano sul fuoco sul fatto che Nolan non abbia messo del suo, altrimenti il film non sarebbe andato avanti per più di dieci minuti. Lo spettatore accetta quello che gli viene raccontato, sta a lui capire quali sono le parti reali e quelle in cui è stato messo del proprio>>.
Matteo contraddice ulteriormente: <<La mia risposta sarà un po’ estrema: secondo la responsabilità dello spettatore è minima. Prima che il film arrivi allo spettatore, dietro l’autore c’è un gruppo che lo aiuta, tra cui storici, ed è responsabilità dell’autore che il film ha subito delle scelte>>.

A questo punto è giusto che vi venga chiesto: qual è il giusto compromesso tra mondo del cinema e mondo storico?
Marco dichiara: <<Bisogna ricordare che anche nel passato e nei primi anni di cinema, gli eventi storici passati venivano usati per far capire al pubblico cose che stavano accadendo nella contemporaneità: anche un film storico di suo può essere considerato contemporaneo. Vengono sempre ripresi eventi storici passati per far capire il presente. Il patto da fare è che lo storico debba lasciare la licenza poetica all’autore così da lui poter arrivare ad un pubblico più vasto, allo stesso tempo il cineasta deve cercare di risultare attendibile storicamente su ciò che accade intorno ai suoi personaggi, non alterando gli eventi, si deve cercare di rimanere fedeli così che lo spettatore possa trovare dei riscontri.>>
Matteo ribadisce: <<Lo storico e il cineasta sono entrambi esperti nel loro settore, se lo storico dà un consiglio al cineasta, non lo fa per essere cinico e non far decollare quel prodotto, ma lo fa per aiutare. Se il cineasta crede che lo storico sia troppo fiscale, si può comunque rimodellare la visione del cineasta che pur sempre un autore che ha possibilità di scegliere sul suo prodotto e conosce tutte le dinamiche che sono al suo interno: può scegliere se attendere dei consigli fatti in buona fede o decidere di non ascoltare con il rischio di avere una cattiva recezione da parte del pubblico e magari non avere gli incassi che si aspettava>>.

Uno scontro intellettuale estremamente utile per riuscire ad avere la percezione di entrambi i mondi dal punto di vista di due specialisti, forse in grado di capovolgere persino il proprio punto di vista. Questo scambio di opinioni mette in risalto come possano scontrarsi un punto di vista più nettamente scientifico e preciso, come quello storico, e un punto di vista più devoto ai sensi e alle emozioni come quello del cinema. Il fatto che queste due discipline siano così nettamente differenti fra di loro, non deve però portare alla loro incompatibilità: vi sono film e serie tv storiche che risultano essere ottimi prodotti intellettuali ed estremamente accurate, in grado di essere apprezzate da qualunque spettatore che abbia o meno conoscenze storiche di base al riguardo. D’altronde, spesso la strada migliore è la cooperazione e la via di mezzo: i film devono essere in grado di non trasmettere informazioni sbagliati per non creare disinformazione quando risultano essere nella categoria storica, ma non bisogna nemmeno annoiare troppo il pubblico negandogli una trama fatta di personaggi reali o fittizi, in modo da non rendere il film un documentario!

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