I rapporti virtuali sovrasteranno quelli reali?

La storia ci insegna che il rapporto tra le individui è andato modificandosi nel tempo. I popoli si sono sempre più concentrati nei luoghi maggiormente favorevoli al proprio sostentamento creando recentemente, in una scala temporale che consideri l’intera storia del genere umano, il fenomeno dell’urbanesimo e della concentrazione delle masse. Inevitabilmente lo stretto contatto ha cambiato considerevolmente i costumi e le abitudini delle persone. Le città sono diventate sempre di più estese in parallelo con l’aumento della densità di popolazione, che, al giorno d’oggi, può arrivare a contare, ad esempio, 9.000 abitanti a km2 nella metropoli di Singapore. Il rapporto fisico nella comunicazione sembra quindi a questo punto sia diventato inevitabile e presente nella realtà di tutti i giorni. Questo concetto è vero solo in parte. C’è un fattore che ha reso possibile la comunicazione anche rimanendo appartati nella propria camera lontani dalle masse. Questo fattore è la tecnologia. Cellulari, pc, televisione sono tutti mezzi con i quali poter comunicare senza dover per forza interagire fisicamente. Ma con il tempo le emozioni che si provavano con il contatto fisico sono venute a mancare. La tecnologia ha provveduto a rimediare anche a questa carenza e invece di ricominciare a comunicare come avveniva in passato, si è preferito emulare le smarrite sensazioni trovando una soluzione che più si potesse avvicinare a riprodurre un contesto di socializzazione fisica: la webcam 3D. Certamente non è la stessa cosa che avere un contatto fisico con il proprio interlocutore ma riesce comunque ad emulare l’emozione di avere in prossimità colui con cui si sta comunicando.

Alla facoltà d’ingegneria dell’università di Roma 3 si lavora a un progetto per sviluppare al massimo le qualità di questa tecnologia. Il procedimento consiste nel riprendere un soggetto con più webcam posizionate in diverse angolazioni per poter creare una completa prospettiva tridimensionale dell’utente che verrà proiettato nel monitor del destinatario attraverso il web. La persona che riceverà le immagini dovrà essere equipaggiato di specifici occhiali con lenti adatte a decodificare le immagini trasformandole in un video 3D. Il gruppo di ricercatori dell’università romana lavorano per trovare algoritmi che migliorino la qualità delle immagini e riducano al minimo la perdita di dati che avviene nella ricezione del video inviato tramite rete.

Questa forma di analisi è l’aspetto oggettivo del progetto e riguarda fondamentalmente il tentativo di riduzione del “rumore” contenuto nelle immagini. L’aspetto soggettivo del 3d riguarda invece alcuni test che i ricercatori effettuano visionando i filmati e studiando cosa potrebbe infastidire o compiacere l’utente finale.

Per quanto sia discutibile il fatto di un miglioramento della socializzazione in forma virtuale a discapito di quella reale, non si può nascondere il fascino che suscitano le immagini 3d, fonte di numerosi studi da parte dell’uomo sin dagli anni ’70 e che hanno subito una considerevole miglioramento rendendo estremamente realistica la sensazione di tridimensionalità.

Fonte: Claudio Palazzi, La voce di tutti

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