Di recente mi è capitato di assistere a dei casting per dei concorsi di bellezza. Quello che i miei occhi hanno visto li hanno fatti spegnere. Li hanno resi più tristi.
Bastano pochi secondi per entrare a contatto con il mondo dei concorsi di bellezza e proprio quei primi secondi non sono i più invitanti. Tutto comincia con il saluto e l’accoglienza dei partecipanti, che però non può chiamarsi accoglienza. Ogni partecipante è solo un numero e come tale viene trattato. Dopo i primi saluti il concorrente viene spedito nei camerini, dove dovrà prepararsi per sostenere il provino per il concorso.

E la cosa più triste si manifesta proprio in questo momento. La tristezza si respira nell’aria che riempie gli spazi di quei camerini. Ragazze agitate e nervose come se dall’esito del concorso dipendesse tutta la loro vita. Persone che puntano così tanto sul loro aspetto estetico da far rabbrividire la pelle.
Per non parlare dell’aria competitiva e viziata che tira. Ragazze che a malapena si salutano tra loro poiché si sentono già rivali. Ma rivali riguardo a che cosa? Si può essere così superficiali da considerare rivale a sé una persona solo per il suo aspetto estetico? Dove è finito il mondo dei valori? Dove è stata rinchiusa la conoscenza, lo studio, i principi etici e morali, la gentilezza, l’onestà?

Ragazze che piangono se non vengono prese ad un provino, come se fosse quella la cosa più importante in tutta la loro vita.
Si può costruire un futuro sulle basi della sola bellezza esteriore? Si può considerare solida una casa le cui fondamenta poggiano su una taglia numero 32 (perché già la 33 diventa troppo grande) e tacchi a spillo?
Ma ancora non è stata detta la parte più importante, che fa da cornice a questo triste quadro: il momento del provino.
Penso di non aver visto niente di più squallido e triste in tutta la mia vita. Giudici che ti guardano dall’alto verso il basso, che ti scrutano attentamente per vedere se rispetti i loro canoni. Persone che non hanno la premura di chiederti neanche come ti chiami e cosa fai nella vita, o se lo fanno è solo perché devono. Ma in fondo a chi interessa cosa fai nella vita, quali hobby e passioni hai, quando l’unico motivo per cui sei su quella passerella è quello di mostrare il tuo fisico atletico e la tua capacità di camminare su tacchi sempre più alti.

I concorsi di bellezza non promuovono neanche la diversità e l’individualità. Tutte le ragazze vengono posizionate su punti ben precisi del palco, con lo stesso body e con il proprio numero attaccato sul petto. Come se fossero delle barbie, delle bambole tolte dalla loro scatola ed esposte in vendita. Lo scopo è quello di selezionare la più bella.
Ma la bellezza cos’è? Chi è che stabilisce se una ragazza è bella o meno? Sono per caso delle gambe più alte e toniche? Sono dei glutei più sodi ed un seno più florido a far sì che una ragazza sia più bella di un’altra?
La gentilezza, la disponibilità, la cultura, l’intelligenza, la nobiltà d’animo, queste sono caratteristiche che fanno si che una persona sia bella, ma bella dentro. Bella davvero.
I concorsi di bellezza servono solo a svalutare una persona, a creare nella sua mente dei meccanismi per cui se dovesse perdere quel concorso non si sentirebbe più bene con sé stessa. E non è giusto. Siamo in una società così superficiale che ormai ragazze e ragazzi si ritrovano continuamente a misurarsi con dei standard che non gli appartengono. Standard impossibili creati da mente perverse solo per creare insicurezze e disagi nelle menti di adolescenti e non.

A questa società va data una scossa. Bisogna eliminare elementi superficiali come competizioni basate sull’aspetto fisico, perché non ha senso. Perché nella vita le cose importanti sono altre. Perché un ragazzo deve poter affrontare il futuro, la vita con le proprie difficoltà e deve saper dare le giuste priorità.
L’aspetto estetico non è una priorità della vita.
Le priorità sono aiutare il prossimo, imparare il più possibile dagli altri, studiare per combattere i pregiudizi, essere gentili e disponibili con chi abbiamo accanto. Questo è ciò che nella vita è indispensabile.

La bellezza, quella indispensabile, è solo quella dell’anima.
E dobbiamo restituire a questa società, a questo involucro senza vita, la sua anima.

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