Sant’Antonio Abate è un ex convento fondato nel 1568 di Cisterna di Latina dedicato a Sant’Antonio Abate. Dopo la sconsacrazione fu trasformato in mulino, chiuso poi negli anni ’70 e rimasto abbandonato da allora.

Facciata anteriore del convento

Il convento è nato grazie all’opera di Bonifacio Caetani (duca di Cisterna nel ‘500). Il duca aveva in mente un piano di riqualificazione urbanistica della città. Il convento venne poi affidato all’ordine francescano dei frati minori riformati.

All’interno del convento, in quel periodo, si potevano ammirare affreschi realizzati da Girolamo Siciolante da Sermoneta e dai fratelli Zuccari. Le scene rappresentate riguardavano per lo più atti del Vangelo e la vita di San Francesco d’Assisi.

Successivamente l’edificio passò ad altri ordini a causa di disaccordi di natura fiscale dell’Ordine con i Caetani. L’edificio fu poi sequestrato dall’esercito napoleonico, nel corso dell’occupazione, divenendo una caserma. Solo dopo fece ritorno ai Caetani e alla parrocchia locale. Lo adibirono come magazzino di grano e nel 1934 fu venduto alla famiglia Luiselli, che lo trasformò in mulino.

Per il popolo cisternese, il convento ha un ruolo molto importante nel folklore popolare. Infatti, varie leggende riguardo la struttura vengono tramandate di famiglia in famiglia. Si crede che il mulino sia ancora oggi l’abitazione del “Monachitto”, il fantasma di un frate che si aggira di notte nelle case della città, facendo sparire oggetti. Si racconta, poi, che questo spirito si trovi a Cisterna soprattutto per le controversie avute per la loro permanenza nel convento. Così, una volta sfrattati, maledissero i Caetani e tutti coloro che avrebbero in futuro sfruttato economicamente il convento.

Negli ultimi mesi, la giunta comunale corrente ha ripreso in esame il progetto di valorizzazione del Mulino. «Con questa Deliberazione – ha detto il Sindaco di Cisterna Valentino Mantini – vogliamo dare una implementazione alla nostra azione amministrativa già in atto, con la richiesta alla Soprintendenza della verifica dell’estensione del vincolo di tutela anche alle aree circostanti il compendio immobiliare, per salvaguardare le pertinenze dello storico edificio del Mulino/Convento di Sant’Antonio(“Comune di Cisterna di Latina”)…».

Le vie per il salvataggio della struttura hanno spesso causato opinioni contrastanti nella popolazione locale. Infatti, come già detto, i progetti voluti dalle giunte comunali dal ’95 ad oggi hanno suscitato varie polemiche.

interno del convento

Comunque, il suo prestigio artistico si deve al fatto che al proprio interno esso conserva affreschi di grande valore oltre al suo intrinseco valore storico culturale, sia come monastero che come reperto di archeologia industriale.

Oggi il Convento, con il giusto piano di ristrutturazione, potrebbe rappresentare una delle più importanti testimonianze di memoria locale. Non va dimenticato che la struttura è sopravvissuta ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Meriterebbe, dunque, di diventare un polo museale e culturale di archeologia industriale, simbolo delle valenze storiche del territorio, esemplare della versatilità di funzioni di cui è stato protagonista.

Ecco perché, data la sua importanza a livello locale, ristrutturarlo è molto importante. Potrebbe essere anche un modo per non dimenticare la storia antica di questo paese e aprire le sue porte a molti visitatori che vengono da fuori.

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