Proprio così…sembra quasi un deja vu. I giorni ricominciano ad essere sempre gli stessi di un anno fa: negozi chiusi, scuole chiuse e aperti solo i negozi di generi alimentari. Credo sia sempre lo stesso, soprattutto per chi lavora in smart working e/o studia.
Eppure, qualcosa di diverso c’è… Difatti se si va a correre o a fare una passeggiata con il cane per il proprio quartiere, ci si rende conto che, nonostante tutto sia chiuso, ce n’è di gente in giro. Come se questo secondo lockdown fosse più vicino alla normalità di quanto si possa avere paura di pensare. Déjà vu: di nuovo in LOCKDOWN Direttore responsabile: Claudio Palazzi

In questi giorni, potendo uscire solo per fare una passeggiata con il mio cane, mi sono resa conto di quanta natura ci sia attorno al mio quartiere, molta di più di quanto pensavo.

Mi trovo in un quartiere chiamato “Tor Lupara”, poco fuori Roma. Le sue strade sono caratterizzate da tantissime salite e discese, alcune molto ripide altre meno, credo sia dovuto al fatto che l’intero comune sia circondato di montagne e colline. Nonostante viva qui da molti anni, è solo dall’anno scorso, proprio durante il lockdown, che ho potuto apprezzare dei meravigliosi paesaggi.

Trovandone, addirittura, uno nel quale si intravede in lontananza tutta Roma e, soprattutto, il Vaticano.

Ammirare paesaggi come questi, mi ha fatto riflettere sul fatto che è come se stessi prendendo una boccata d’aria fresca per la mente.

E questo è molto importante, proprio perché, da studentessa universitaria quale sono, posso arrivare a capire cosa significhi restare confinata in casa, con la didattica online, da una parte, e le mille cose da studiare e da fare, dall’altra. Credo che per la maggior parte di noi, studentesse e studenti universitari, tale confinamento sia un po’ come stare in sessione invernale o estiva. Potrei anche definirlo una sorta di “sessione primaverile”. Ciò non toglie che tutto ciò debba essere abbastanza faticoso mentalmente anche per coloro che lavorano in smart working, visto che l’ambiente lavorativo e quello familiare si sono andati ad amalgamare, a tale punto da divenire un unico habitat.

C’è da dire che il tempo, per la maggior parte delle giornate, in un qualche modo non è andato proprio a nostro sfavore, “sbattendoci in faccia” giornate di puro sole splendente. Anzi, ci ha quasi rassicurato con poca pioggia ma molto vento e freddo come a dire “forse è meglio restare a casa”. Tuttavia, il sole non si è del tutto nascosto, e per un paio d’ore c’è stato. Ma il freddo di certo è sempre rimasto lì.

Non so se, a lockdown finito, le cose (tempo compreso) cambieranno, molto probabilmente sì. Ma credo che potremmo conservare i pochi, ma buoni, aspetti positivi di questo confinamento. Di sicuro, la sottoscritta farà tesoro dei paesaggi scoperti, ormai diventate piccole boccate d’aria fresca per la mente e piccoli momenti per ritrovare la calma dalle quattro mura di casa propria.

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