Roma, in quanto capitale e città più popolosa di Italia ha un importante ruolo nell’economia nazionale e locale della propria regione, rendendola luogo perfetto per l’insediamento di molte istituzioni pubbliche, ministeri e gran parte degli uffici del settore privato. Tutto questo rende Roma importante non solo per gli abitanti stessi, ma anche per coloro che vivono nelle zone limitrofe, essendo l’economia locale tanto dipendente dal vicino capoluogo di regione. Ogni giorno per motivi di lavoro più di 350.000 lavoratori si spostano verso la capitale per lavoro, di cui più di 287.000 vengono dal Lazio. Nonostante questo la capitale soffre la grande inefficienza dei mezzi di trasporto urbano e extraurbano, che si riflettono su un sovraffollamento di autovetture, rallentando di conseguenza il funzionamento delle linee di Bus. Tra le capitali europee Roma è tra le peggiori in termini di dotazione di binari di metro: mentre città come Londra, Berlino e Madrid possono contare di una media di rispettivamente 4,93 4,28 e 4,48 km di binari di metropolitana per 100.000 abitanti Roma cala a 1,43. L’ultimo allungamento della linea metropolitana, risalente al 2018 riguarda il tratto San Giovanni-Lodi sulla linea C. Sono in arrivo la nuova linea D che dovrebbe collegare dalla Magliana a Piazza Venezia, per poi passare a Spagna fino ad arrivare ai quartieri Triste-Salario e Montesacro; oltre che un nuovo prolungamento della liena A da Battistini fino a Torrevecchia. Nonostante questo destano preoccupazione le linee ferroviarie che da anni sono afflitte da gravi problemi legati a ritardi interminabili, guasti fin troppo ricorrenti e problemi logistici che rendono la vita da pendolare un vero inferno.

Il caso della linea ferroviaria Roma Nord-Viterbo
Una delle tratte più colpite da questi disagi è la linea Roma Nord-Viterbo, ormai famosa per la disastrosa nomea che negli anni l’ha accompagnata.
La ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo, nota come FC3, è una ferrovia italiana ex concessa che collega piazzale Flaminio con la stazione di Viterbo. Venne inaugurata nel 1932, percorre 102 Km ed è divisa in 2 tratte: una urbana con 15 stazioni lunga 12km riguardante le zone interne alla città di Roma, mentre la seconda si sviluppa fuori dal comune capitolino toccando i comuni della zona interna del Lazio per risalire in seguito a Civita Castellana ed è lunga 90km. La ferrovia è di proprietà della regione lazio dal 1° luglio 2022 ed è affidata a Astral e Cotral per la gestione.

Storia: dalle origini fino al trofeo Caronte
il primo collegamento tra i 2 capolinea risale agli inizi del XX secolo quando venne realizzata la tranvia Roma-Civita Castelana, prolungata nel 1913 con la tratta Civita Castellana Viterbo. Il piano regolatore di Roma del 1931 impose la ricostruzione del tratto, protando alla sostituzione della via tranviaria a favore di un nuovo tratto che permettesse il passaggio non solo di normali carrozze, ma anche carri merci standard. La linea venne aperta all’esercizio il 28 ottobre 1932, nel decimo anniversario della marcia su Roma, e venne presto soprannominata la Roma nord. Durante la ricostruzione della città dopo il conflitto la tratta cittadina venne raddoppiata per la lunghezza di circa 10km, fino alla stazione di La Celsa. Per un successivo raddoppio della restante tratta bisognò aspettare il 1974 quando la SRFN concluse i lavori che raddoppiarono i binari fino alla stazione di Prima porta.
Nel 1970 la STEFER, che già aveva esercito la rete delle tranvie dei castelli romani, acquisì per intero il pacchetto azinario della SRFN e venne trasformata in seguito in ACoTraL, poi Cotral, che negli anni ’90 proseguì con gli interventi di manutenzione e restauro delle infrastrutture portando al restauro delle stazioni di Grottarossa, Saxa Rubra, La Giustiniana, La Celsa e Montebello in occasione del Giubileo.
Dal 1° gennaio 2010 la gestione della linea venne trasferita ad Atac che avrebbe dovuto svolgere i lavori di raddoppio della tratta Montebello-Sant’Oreste promessa dal presidente della regione Lazio Piero Marrazzo. Lo stesso anno però la giunta regionale, su iniziativa di Renata Polverini sospese ogni iniziativa riguardante il raddoppio della linea per via della dubbiosa sostenibilità finanziaria del progetto, portando nel 2011 all’annullamento del bando di gara, dopo aver verificato che i fondi disponibili erano stati riutilizzati per altri scopi.
Per questo le attuali condizioni della linea, ormai fantasma di ciò che era e in grande necessità di un rinnovo, sono quasi valsi il secondo posto del satirico Trofeo Caronte di Legambiente nel 2015 come peggiore mezzo di trasporto pubblico in Italia, preceduta dalla Ferrovia Roma-Lido.

Linea Roma Nord-Viterbo: nelle scarpe di un pendolare
A proposito delle effettive condizioni della Linea sono stati intervistati 2 lavoratori chiedendo le loro opinioni sulle condizioni della linea e come pensano debba intervenire la regione.

1. Da quanti anni prende la linea e come descriverebbe la sua esperienza?
A: Bella domanda, sono circa 10 anni che lavoro a Roma, dal lunedì al venerdì. Posso dire di essere una veterana. Salgo a Riano Flaminio e ci metto 1 ora e 1 quarto per fare 40km, per cui non proprio il massimo. Che dire, è una situazione abbastanza negativa, se penso che altre cittadine come Ladispoli con 40/50 minuti riescono ad arrivare alla capitale, questo non mi rende felice

B: beh ho iniziato da poco per università a prendere i mezzi pubblici, non sto trovando troppi problemi trovandomi a Saxa Rubra, la distanza è breve, ma non poche volte sono stata costretta a usare la macchina per arrivare in orario per via dei ritardi.

2. Ha pensato a utilizzare la macchina per raggiungere Roma?
No, lo faccio solo quando ci sono gli scioperi perché costretta. Prendere la macchina è un costo, come il parcheggio che è un altro problema enorme in quanto lo devi cercare e lo devi pagare, come il costo della benzina. La prendo soltanto quando è proprio indispensabile, perché tornare a casa al ritorno sarebbe pesante dato il traffico, e l’ultima cosa che vorrei è altro ritardo da aggiungersi allo stress

B: Come dicevo prima ogni tanto la uso se i mezzi non passano, però di norma preferisco usare il treno, mi lascia più tempo per fare altro, che sia rivedere gli appunti o organizzare la giornata.

3. Cosa ne pensa dei continui scioperi sulla linea, è d’accordo?
A: No, è un altro problema. Capisco che per chi sciopera questo è un diritto, e sicuramente la tratta fa acqua da tutte le parti, però per noi utenti è un dramma ogni volta. Non sappiamo quali treni ci siano, come andare, rendendo tutto più difficile e faticoso perché per rimediare serve poi prendere la macchina. Penso i lavoratori dovrebbero trovare un altro metodo per scioperare che non crei tanti problemi per i lavoratori. Il problema c’è per loro ma anche per noi.

4: quale pensa sia il maggiore problema della linea?
A: Il problema grande sono i ritardi: quando va bene sono 15 minuti, ma quando va bene. Molte volte è anche di più, con il rischio di arrivare poi in ritardo a lavoro con i disagi che ne conseguono come ore di lavoro perse e quindi soldi in busta paga. Il problema si pone anche quando si torna a casa, in quanto arrivare in ritardo significa tornare più tardi a casa e quindi perdere tempo prezioso che sarebbe meglio speso a fare altro che non aspettare sui mezzi.

B: Beh i ritardi sono all’ordine del giorno, però penso il problema maggiore è quello delle corse sospese, Soprattutto nei riguardi del treno delle 6:50 verso piazzale Flaminio, è un treno molto importante per i pendolari, ma è solito essere soppresso creando non pochi disagi.

5. Come pensa debba essere risolto il problema della linea Roma nord-Viterbo?
A: Non saprei, sicuramente gestire meglio i treni e le navette aumentandone il numero dei mezzi in servizio e rottamando in vecchi in modo da garantire una linea migliore e più frequente. Questo soprattutto per garantire che i treni non siano troppo pieni, che infatti è uno dei problemi più grandi: non soltanto non passano i treni ma spesso sono strapieni. Inoltre controllare bene i circuiti e i semafori, insomma le infrastrutture che garantiscano che quando piove o ci sono interperie i mezzi passino e non siano bloccati

B: Probabilmente la scelta migliore sarebbe un ammodernamento degli impianti per l’alimentazione delle stazioni, la salute dei binari e tutto quello che non riguarda nello specifico i treni ma quello che gli gira attorno. i treni per quanto vecchi funzionano ancora, il vero problema è che puntualmente dei guasti tecnici bloccano le stazioni mandando in tilt la logistica e impedendo ai treni di transitare. Basta pensare al caso recente di Acqua Acetosa che ha bloccato l’intera linea per tutta la giornata. Probabilmente saranno 2 anni disastrosi per via della chiusura della ferrovia per colpa dei lavori a Acqua Acetosa al deposito, ma credo sarà qualcosa di necessario per garantire in futuro meno problemi di questo tipo e impedire tutti i problemi logistici della linea.

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