È all’interno di queste mura che le collezioni Dior prendono vita da oltre 70 anni, a partire dall’ormai leggendario New Look, pietra miliare nella storia della moda. Questo stile, battezzato così dopo la prima sfilata di Dior del 12 febbraio 1947 da Carmel Snow, caporedattrice della rivista americana Harper’s Bazaar, incarna l’atteggiamento della donna che non ha paura di affermare la propria femminilità. La donna del Dopoguerra e degli anni della ricostruzione: raggiante, sicura e consapevole del proprio potere di seduzione. Una donna di cui Christian Dior desiderava mettere in risalto il corpo e i movimenti. Culla di questa svolta storica, il leggendario palazzo al numero 30 di Avenue Montaigne era gremito di ospiti e amici di Monsieur Dior, dalle clienti della Maison ad alcune delle più importanti celebrità dell’epoca, accorsi da ogni angolo del pianeta per visitare questo regno dei sogni.Situata accanto allo storico flagship Dior, al 30 di avenue Montaigne a Parigi, la Galerie Dior è già riuscita ad attirare 650.000 visitatori dalla sua apertura nel Marzo 2022.
I curiosi e gli appassionati del settore potranno scoprire creazioni emblematiche, look glamour indossati da celebrità, schizzi eleganti, souvenir dello stesso Monsieur Dior, documenti rari e oggetti storici che sono stati conservati. Uno spazio eccezionale che combina esposizioni museali di eccezionale qualità con l’eleganza e il brio associati al nome Dior. Un tuffo nei 77 anni di storia del brand dalla sua fondazione nel 1946.
Ma partano proprio da qui, dal 30 di Avenue Montaigne:
A questo indirizzo venne associato dell’Hôtel particulier del quale Christian Dior si innamorò al primo sguardo, costruito nel 1865 per il conte Walewski, figlio naturale di Napoleone Bonaparte. Lo scelse perché sobrio e raffinato, con la sua facciata neoclassica e i balconi di ferro battuto finemente lavorati, ma anche per le dimensioni contenute e l’ottima posizione. È proprio a questo indirizzo che Vi aprì la sua Maison il 15 dicembre 1946. Poche settimane più tardi avrebbe sfilato con la prima collezione. Cominciò con tre ateliers nel sottotetto, uno studio minuscolo, un salone per presentare le sue creazioni, una cabine, un ufficio di direzione e sei piccole sale prova, racconta Monsieur Dior nelle sue memorie.Da allora l’Hôtel Walewski, testimone silenzioso di tanti defilé, ha visto salire i gradini della sua splendida scala d’onore donne bellissime: Grace Kelly, Marlène Dietrich, Rita Hayworth.
Appena si entra nel museo possiamo subito pensare all’arcobaleno dell’Haute Couture..
Avenue Montaigne, infatti non è solo una strada nell’VIII arrondissement di Parigi ma un punto di riferimento per gli amanti dello stile e dell’alta moda, al museo si accede non dallo storico indirizzo della Maison, ma da rue François I, proprio dietro l’angolo. Circa 1000 metri quadrati, il più grande della Maison, nasce da un’idea visionaria del ceo Pietro Beccari al suo approdo in Dior nel 2018. E si presenta ai clienti non solo come semplice monomarca, ma piuttosto come una casa dove vivere l’essenza del brand, riscoprirne le origini e assaporarne tutte le novità. Pezzo forte, La Galerie, il più grande spazio espositivo permanente nelle mani di una casa di moda privata.
La Galerie de Dior, curata da Olivier Flaviano, l’ex direttore del Museo Yves Saint Laurent di Parigi, la scenografia è invece dell’architetto d’interni Nathalie Crinière, che aveva ideato la retrospettiva del 70° anniversario del marchio al Musée des Arts Décoratifs (2017). Altri 1000 metri quadrati, suddivisi in 13 spazi tematici che ospitano 130 abiti di Alta Moda e circa 200 accessori esclusivi, oltre a decine di documenti d’archivio inediti e agli abiti toile, i modelli in tela da cui nascono le creazioni in atelier. Appena varcata la soglia, s’incontra subito la scala elicoidale, che sale sinuosa ed elegante in mezzo a pareti trasparenti. La scala ospita gigantesche vetrine per le miniature 3D di oltre 1800 modelli delle creazioni Dior, declinate in tante sfumature di colore, che vanno dal panna al rosa, dal fucsia al pesca, e man mano che si sale, s’incontrano giallo, verde, azzurro, lilla e viola, da definirsi un vero e proprio arcobaleno dall’Haute Couture da abbracciare tutto in una volta.I visitatori salgono al terzo piano con l’ascensore ed escono da una scala a chiocciola con un arredamento spettacolare composto da 1.874 oggetti codificati a colori, già protagonisti di scatti cult su Instagram: un vero e proprio Diorama.
Uno degli emblemi che si può trovare all’interno della Galleria è la “Stella di Dior”
Il 18 aprile 1946, mentre si recava a un appuntamento, Christian Dior inciampò in un oggetto in rue Faubourg Saint-Honoré. Stava andando a incontrare l’imprenditore Marcel Boussac, che aveva accettato di finanziare la sua maison de couture. L’oggetto in questione era una stella di metallo. Dior, che si rivolgeva sempre alla sua voyante per le decisioni importanti, lo interpretò come un segno del destino. Non aveva mai dimenticato la predizione di una cartomante incontrata da bambino, secondo la quale “le donne avrebbero fatto la sua fortuna”. La stella diverrà così il simbolo della Maison e il portafortuna di monsieur Dior, che la conservava nel suo studio. Settantacinque anni di storia, sono le splendide scenografie create da Nathalie Crinière che ci accompagnano lungo il percorso. Raccontano la storia della Maison in tredici “scene”, cominciando con la nascita del suo fondatore per giungere fino ai giorni nostri.
Al centro del racconto c’è l’evoluzione della Maison negli anni. Dapprima la forte impronta di Christian Dior e i suoi codici stilistici. In mostra gli abiti della leggendaria collezione New Look, come il tailleur “Bar Suit”, prima creazione ad accogliere i visitatori, insieme a foto d’epoca, bozzetti, articoli di giornale e memorabilia che hanno il sapore agro dolce della nostalgia.
“J’ai dessinai des femmes-fleurs, épaules douces, bustes épanouis, tailles fines comme lianes et jupes larges comme corolles “.
Poi i sei direttori creativi che sono succeduti a Dior. Ciascuno di loro ha reinterpretato i suoi codici secondo la propria personalità e il proprio tempo. Sono messi a confronto gli abiti disegnati da Yves Saint Laurent, Marc Rohan, Gianfranco Ferré, John Galliano, Raf Simons, fino ad arrivare a Maria Grazia Chiuri, l’attuale direttore creativo.
Ci spostiamo poi nella La sala della “Toile blanche”
Il bianco immacolato dei modelli in cotone, prototipo delle future creazioni Dior, è quasi abbagliante. Quando si entra nella sala, tutta questa candida bellezza ci sopraffà. Sono le prime realizzazioni dell’abito a partire dal bozzetto, la materializzazione dell’idea, soggetta a ripensamenti e modifiche per adattarsi a ciò che lo stilista ha in mente e dalla quale nascerà la creazione finale. Solo dopo aver osservato a lungo le geometrie perfette, le linee eleganti, l’armonia delle forme, ci si accorge di lei. Seduta a un tavolo da lavoro in camice bianco, una sarta Dior dalle mani fatate mostra ai visitatori la sottile arte del ricamo. Compone sulla stoffa un disegno di piccole perle e fili lucenti. A voce bassa, senza alzare gli occhi, spiega il suo lavoro e io mi incanto a guardare le dita sottili che guidano l’ago fuori e dentro il tessuto, riproducendo uno i complicati arabeschi che andranno a decorare l’abito.
“Dior, ce génie léger propre à son temps dont le nom magique comporte Dieu et or…”
Nel 1951, Dior sistemò il suo ufficio personale in una piccola stanza piena di luce, a fianco dello studio dove lavorava con la sua equipe. Da qui supervisionava l’amministrazione della Maison.È un luogo intimo, un po’ spartano ma elegante. La scrivania che vediamo davanti alla finestra è quella a cui sedeva Monsieur. Sembra che sia appena uscito. Ha lasciato sul piano, accanto a una matita, i bozzetti di alcuni abiti. Al muro sono appesi i campioni di stoffa per la collezione a cui sta lavorando.
Eccoci poi a “La cabine”
Proseguendo lungo il percorso, ci si trova a camminare su un pavimento di cristallo, che ci svela una stanza al piano inferiore, quella in cui le modelle si cambiavano durante le sfilate, la cabine. È ricostruita nei minimi dettagli, in modo da far percepire al visitatore che l’osserva dall’alto l’agitazione del momento prima di andare in scena. Abiti, accessori, gioielli abbandonati sui tavolini, nella fretta di cambiarsi per la prossima uscita.
“La cabine est un monde à part. Comme les loges de théâtre, elle a ses fauteuils, ses lampes et ses miroirs. Comme les loges, elle n’est habitée que par des fées…”
Ed infine “Il Dior ball”
Di tutte le sale, questa è la più spettacolare. Sotto un cielo che si trasforma al ritmo di una musica suggestiva, passando da un’alba rosata a una notte punteggiata di stelle, dove le costellazioni brillano nel firmamento, gli abiti da sera risplendono come pietre preziose. Qui bisogna sostare a lungo, non basta il tempo di una scena. Gli abiti sono tanti, disposti su più piani, la scenografia è complessa, il gioco di luci incantatore. Forse è per questo che addossati alla parete di fronte al “palco” su cui si esibiscono gli abiti ci sono dei divanetti da cui si può comodamente assistere allo spettacolo finché non siamo sazi. Centotrenta abiti, trenta toiles, milleottocento quarantasette miniature in 3D, quadri, fotografie, schizzi, le iconiche bottiglie di profumo ci accompagnano in un viaggio che abbraccia gli oltre settant’anni di vita della Maison Dior. L’archivio nel tempo è diventato essenziale per i direttori creativi, sempre attenti a rispettare i canoni Dior, rintracciabili solo attraverso gli abiti disegnati da Monsieur.
Per mezzo di aste e acquisizioni di collezioni private, si arricchisce di continuo di capi, accessori, bozzetti e tutto quanto riguarda Christian Dior e il suo lavoro. E così, tutto diventa estremamente interessante anche per chi di alta moda non si occupa. È la storia di un uomo, di un sogno, un viaggio alla scoperta dell’atto creativo, del savoir-faire artigianale, un percorso costellato di bellezza che non lascia indifferenti. La struttura non manca di offrire caffe o langue e spazio per eventi speciali: La Galerie potrebbe anche ospitare eventi esclusivi, come sfilate di moda, lanci di nuove collezioni o serate di gala. Queste occasioni speciali possono essere ospitate in spazi appositamente progettati all’interno della galleria. La struttura interna di Dior, La Galerie a Parigi, è progettata per offrire ai clienti un’esperienza unica e coinvolgente nel mondo della moda e del design, combinando l’arte, la cultura e il lusso in un’unica destinazione.