In Calabria, precisamente a Gioia Tauro, provincia di Reggio Calabria, si trova il più importante insediamento industriale degli inizi del secolo scorso: Ex Opificio Gaslini. Oggi riconosciuta come edificio di archeologia industriale, era un tempo una raffineria adibita alla lavorazione delle c.d. sanse. Alle fine dell’Ottocento, nacque la raffineria Mazzorana, filiale con sede a Bari che produceva oli, saponi ed affini.
Nel 1908 l’opificio fu ceduto alla società Calabro – Lombarda ed in seguito, nel 1933, fu acquisito dalla nota olearia ligure Gaslini (da cui prese il nome, con il quale ancora oggi viene riconosciuto).
Nello spazio interno dello stabilimento, montagne di sansa, proveniente da tutta la piana, rimanevano in attesa della lavorazione. L’impianto lavorava notte e giorno per cercare di smaltire il prodotto dando lavoro ad una moltitudine di persone. L’olio di sansa estratto veniva messo in fusti di lamiera e veniva portato alla ferrovia per essere inoltrato alle raffinerie italiane.
La raccolta e la lavorazione delle olive ha sempre fatto parte della tradizione gioiese: la raccolta avveniva a terra, mescolando olive “buone” e “cattive” per l’estrazione dell’olio. Gli avanzi della macinazione delle olive venivano lavorati ulteriormente, producendo le sanse esauste impiegate come combustibile per le caldaie dello stabilimento stesso, dove venivano bruciate solo parzialmente; restava il così detto “nozzuleddhu” usato per alimentare i “brasceri”, in quel tempo unica fonte di riscaldamento delle case. Nello spazio interno dello stabilimento, montagne di sansa, proveniente da tutta la piana, rimanevano in attesa della lavorazione. L’impianto lavorava notte e giorno per cercare di smaltire il prodotto dando lavoro ad una moltitudine di persone. L’olio di sansa estratto veniva messo in fusti di lamiera e veniva portato alla ferrovia per essere inoltrato alle raffinerie italiane. Alla Gaslini si lavoravano le sanse in tutti i periodi dell’anno perché i residuati della prima spremitura di quasi tutti i frantoi della Piana facevano capo a questo stabilimento, che era uno dei più importanti della Calabria. Alla Gaslini lavorarono molte generazioni di gioiesi.
La raffineria restò attiva fino alla Seconda Guerra Mondiale, per poi chiudere definitivamente alla fine degli anni ‘60. Oggi dell’antica raffineria rimangono visibili, nonostante l’incuria e l’abbandono, solo le poderose mura fatte di pietra e una delle due alte ciminiere che un tempo svettavano con il loro pennacchio di
fumo sul panorama della marina di Gioia Tauro ed erano un simbolo dell’operosità gioiese.
Il Parco dei Cardi
Finanziato, con circa 6 milioni di euro, il progetto di riqualificazione urbana dell’ ex fabbrica Gaslini di Gioia Tauro che sarà denominato Parco dei Cardi. La misura è intesa alla rigenerazione ed al recupero di aree degradate. Il programma è stato finanziato mediante i fondi del Pnrr per il tramite della Città metropolitana di Reggio Calabria. È stata programmata la riqualificazione dell’area di circa 17.000 mq dell’ex fabbrica Gaslini, nel quartiere Marina di Gioia Tauro e in disuso dagli anni ‘60, ipotizzando il mantenimento e consolidamento degli edifici utilizzati alla fine dell’Ottocento come raffineria per la lavorazione della sansa, destinandoli al riuso per finalità di interesse per la collettività, dal punto di vista sociale, ambientale ed economico.
Il progetto interviene su uno degli ambiti urbani di maggiore rilievo in ragione delle enormi risorse paesaggistiche. Si intende creare ampie aree verdi adeguatamente attrezzate creando un parco urbano multifunzione. L’intervento si pone l’obiettivo di rigenerare l’area promuovendo una nuova sinergia tra il manufatto di archeologia industriale e la componente ambientale rappresentata dal fronte costiero. Un progetto ambizioso che mira a ristrutturare gli edifici in pietra completandoli con coperture in vetro trasparente. Si creerà un giardino mediterraneo, con percorsi d’acqua immersi tra gli alberi, serre per le farfalle e spazi conviviali fruibili dalla collettività.
Il sindaco Aldo Alessio conserva tanti ricordi d’infanzia in questo posto, intorno alla fabbrica della Gaslini, dove crescevano le piante selvatiche dei “cardi”, di cui si cibavano gli uccellini, in particolare i cardellini. Il ritorno ai ricordi di quel passato lontano è alla base dell’idea di ricostruire nell’area un ambiente naturale e riproporlo in chiave moderna, per fare vivere ai ragazzi di oggi un concreto rapporto con la natura. Saranno realizzati, nello specifico:
Padiglione 1 – Serra dell’accoglienza;
Blocco A – spazio bar, bookshop e biglietteria;
Blocco B – Casa delle farfalle
Blocco C – Sala mostre – convegni e voliera tropicale;
Blocco D – Uffici e laboratori di ricerca;
Area esterna – Giardino mediterraneo e cupola geodetica (voliera cardellini).
Il giardino mediterraneo avrà una superficie fruibile di mq. 6. 188. Nel boschetto funzionale alla serra, i cardellini dovrebbero trascorrere le loro giornate in piena libertà, nutrirsi e nidificare. Saranno, inoltre, ospitate diverse specie volatili esotiche, che potranno vivere e riprodursi liberamente all’interno dell’area allestita con piante tropicali originarie dell’America centrale e delSud, tutte producenti frutti molto graditi dagli uccelli e ricchi di nettare. Anche questo padiglione sarà accessibile ai visitatori.
Un progetto ambizioso e ricco di fascino. Ci si augura che tutto questo venga realizzato nel più breve tempo possibile.