Proposta di legge firmata FinocchiaroZanda che prevede l’attuazione dell’art. 49 della Costituzione sui partiti, dando loro “personalità giuridica” e decretando la fine di tutti i movimenti politici (leggi M5s). Blocco dell’IMU per tre mesi. Manifestazioni di deputati contro la Giustizia. Ritiri spirituali in conventi per azzuffarsi la domenica e riappacificarsi il lunedì. Rendicontazione di scontrini del bar per una pizzetta e un caffè.

Ora sì che il nuovo governo PD-PDL e il M5s all’opposizione  hanno risolto i veri problemi di tutti gli italiani. Sviluppo in forte aumento, PIL in crescita, disoccupazione ai minimi storici. Queste forse erano le aspettative riguardo i problemi che dovevano essere discussi alle Camere in questi giorni. Non sarà certo il blocco dell’IMU a salvare i disoccupati dalla povertà. La domanda da futuro aspirante economista appena diplomato alla scuola media è la seguente: “è preferibile avere un buon lavoro, ben retribuito,  ottimi servizi offerti (sanità, istruzione, trasporti, eccetera) e pagare tasse con un’aliquota che somigli circa al 35% – 40% del nostro salario, o essere disoccupati (i più fortunati sottopagati e sottoccupati), non avere servizi decorosi, avere una burocrazia bloccante, un preoccupante sperpero del denaro pubblico e una tassazione sopra al 40%?”

Focalizzare l’impegno su problemi di secondaria importanza è tipico della politica populista, delle dittature e dei governi poco onesti o inefficienti. In Italia sembra che il problema principale sia l’IMU. È ovvio che l’IMU sulla prima casa pesa alle famiglie italiane e probabilmente dovrebbe essere eliminato o enormemente diminuito per tutti coloro che hanno un  basso (o nullo) reddito. È anche vero che chi si può permettere diversi immobili e gode di un buon reddito si presume abbia la possibilità di pagare questa tassa. Ma che il problema principale sia l’IMU è un falso ed è solo la punta dell’iceberg.

I problemi principali della nostra Italia in crisi sono: la disoccupazione, le imprese che falliscono, l’evasione fiscale, la mancanza di crescita, il mancato investimento nella ricerca e nell’istruzione. L’istruzione è lo strumento fondamentale per creare un “entourage” più organizzato rispetto all’impreparata generazione che attualmente sta andando in pensione e che non è stata in grado di gestire le ricchezze economiche dell’Italia ereditata dai genitori che, dopo avere affrontato una o due guerre, erano riusciti a far ripartire l’economia e lo Stato. Ovviamente non tutti sono colpevoli ma la maggior parte deve avere delle responsabilità, altrimenti come si spiegherebbe il “pantano” che caratterizza il nostro Paese rispetto ad altri Stati che stanno attraversando la medesima crisi?

Le amministrative che si sono svolte nei giorni scorsi si sono rivelate un chiaro sintomo dello scontento da parte dell’elettorato. Le attuali elezioni sono psicologicamente più vicine all’individuo di quanto non lo siano le politiche perché si tratta  di scegliere colui che guiderà la pubblica amministrazione locale. Ma nonostante tutto il vero vincitore è stato l’astensionismo oltre il 40%.

È anche vero che gli italiani, come più volte dimostrato, hanno la memoria corta. Nonostante la dimostrazione di una ignobile e incapace struttura dirigenziale del PD, lontano dai propri elettori e vicina al potere e al PDL, Ignazio Marino ha registrato al primo turno un risultato del 42,60%. La figura di Marino non è comunque pessima, ma è inevitabilmente parte dell’ingranaggio di un partito che per il bene dell’Italia avrebbe fatto bene a sciogliersi con l’affacciarsi del tepore primaverile o del caldo estivo.

Anche Alemanno è l’emblema della scarsa memoria tipica dell’italiano medio. Gli ultimi 5 anni di amministrazione romana sono stati i peggiori degli ultimi 20 anni. Non è stato costruito nulla e quel che è stato fatto in passato è andato distrutto. Alemanno ha disatteso il punto principale su cui basò la sua campagna elettorale cinque anni fa: la sicurezza per le strade. Roma ha registrato un aumento di violenza, la cronaca nera è sulle pagine dei giornali ormai quotidianamente. Scandali (parentopoli Atac, consulenti del Comune, in passato appartenenti ai Nar o alla Banda della Magliana, incompetenti  e strapagati, etc), gaffe (alberi poco allenati per sopportare il peso della neve, due inaugurazioni della stazione Tiburtina attualmente ancora un cantiere, etc), eppure ha ottenuto il  30,27%. Invece le novità, sia pure in alcuni casi discutibili, erano pur sempre novità ancora non “testate”, lontane dai due ignobili partiti di cui fanno parte i candidati al ballottaggio e sono state quasi del tutto ignorate: Alfio Marchini, Sandro Medici, Marcello de Vito. Intanto al ballottaggio, come al solito, bisognerà andare a votare “turandosi il naso”.

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