Layout 1Sono pittori che amano il loro tempo, cercano prima di tutto di penetrare il senso esatto delle cose. Le loro opere sono vive perché le hanno prese nella vita e le hanno dipinte con tutto l’amore che provano per i soggetti moderni.”

Così Émilie Zola definisce i pittori appartenenti alla corrente artistica denominata Impressionismo e che il pubblico potrà ammirare ancora per qualche settimana visitando la mostra “Gemme dell’Impressionismo”. Fino al 23 febbraio 2014 Il Museo dell’Ara Pacis di Roma, ospiterà l’unica tappa del tour europeo che porterà in giro per il mondo, lo straordinario tesoro della collezione impressionista e post-impressionista appartenente alle sale della National Gallery Of Art di Washington, uno dei più importanti musei del mondo. E’ la prima volta che l’Italia mostra queste opere, tutte appartenenti a collezioni private americane, ma senza dubbio il grazie più sentito va alla famiglia Mellon da cui provengono la maggior parte dei dipinti.  Andrew W. Mellon, uno dei massimi esponenti del capitalismo americano, offrì la sua collezione d’arte allo stato americano(allora presieduto da Roosvelt) e iniziò l’opera di fondazione della National Gallery of Art of Washington, che fu però conclusa nel 1941 dopo la sua morte. La collezione fu ampliata dalla straordinaria generosità dei figli Alisa e Paul Mellon. Forti dell’insegnamento del padre, continuarono la sua opera di mecenatismo mettendo a disposizione fondi per la costruzione di una seconda ala la East Building dedicata alle opere del XX e XXI secolo.

Gli organizzatori della mostra e il Museo dell’Ara Pacis, hanno suddiviso il percorso della mostra in cinque sezioni tematiche. Sono esposte 68 opere di 21 artisti tra cui: Vincent van Gogh, Paul Cèzanne, Edgard Degas, Paul Gauguin, Edouard Manet, Claude Monet, Auguste Renoir.

Il “viaggio” inizia per il visitatore, con l’opera di Claude Monet “Argentuil”(1872 ca), un piccolo comune a pochi chilometri da Parigi, considerato “il luogo della creazione”, per le sue caratteristiche paesaggistiche che hanno rappresentato il laboratorio ideale e un importante fonte di ispirazione per gli impressionisti.

La prima sezione del percorso si apre con la pittura “En plein Air”, che ha caratterizzato il pensiero impressionista: dipingere all’aperto per catturare l’immediatezza delle luci, la naturalezza dei colori e delle cose, resa possibile grazie all’ osservazione diretta della natura.  Tra i più convinti sostenitori oltre a Monet, anche:  Auguste Renoir considerato il “poeta della bellezza femminile e della vita parigina”, che con la sua tela “ Cogliendo i fiori”(1875) è l’esempio più significativo del suo impressionismo, Camille Pisarro  con le sue atmosfere pacate dei paesaggi come “Frutteto in fiore a  Louveciennes”(1872) e Alfred Sisley il quale si dedicò quasi esclusivamente al paesaggio. Va infine citata l’opera di Van Gogh “Campo di Tulipani”(1883 ca), uno tra i suoi primi esempi di pittura paesaggistica.

La seconda sezione è dedicata al “ Ritratto e l’Autoritratto”, tema sul quale si cimentarono quasi tutti gli impressionisti, in particolare Edgard Degas che eseguì diversi autoritratti e ritratti familiari.  Tra i più celebri autoritratti in mostra Paul Gaguin e il suo “Autoritratto dedicato a Carrière”(1888 -1889).

Le sezioni vengono momentaneamente interrotte per lasciare spazio a un lungo pannello informativo che racconta brevemente la storie delle nuove scoperte scientifiche, come ad esempio la scomposizione della luce attraverso il prisma e la divisione in colori primari, la nascita della fotografia, e di come questa siano state significative e influenzanti per gli impressionisti.

Donne amiche, modelle”, è il nome che apre la terza sezione con l’opera di Berthe Morisot “La sorella dell’artista alla  finestra”(1869). La pittrice ha rappresentato una presenza costante sia nella vita professionale che in quella privata di Eduard Manet. Straordinari i ritratti di Auguste RenoirGiovane donna che si pettina “(1876) e “Donna con gatto”(1875). Alcune tele sono inoltre dedicate al tema del balletto e della vita delle danzatrici che è stato il soggetto con cui Edgard Degas è universalmente riconosciuto come il “pittore delle danzatrici”. Significativo il quadro di Renoir (legato da una profonda amicizia che li accompagnerà per tutta la vita con Claude Monet) “Madame Monet e suo figlio”(1874), il quale racchiude in sé tre storie: una d’amore, una di amicizia e una di morte.

Il tema della “ Natura morta” è forte soprattutto in artisti come Manet che auspicava un giorno di divenire il “ San Francesco della natura morta”, e  Cèzanne  soprattutto nel periodo della sua piena maturità.

L’ultima sezione dedicata a Bonnard e Vuillard , che allontanandosi dalla cultura impressionista, sono tra i fondatori del gruppo dei Nabis (dall’ebraico Profeti), che si sono caratterizzati per l’uso della pittura decorativa ricca di arabeschi, dalla ricerca continua del colore e delle forme. In entrambi le loro opere è forte l’influenza della cultura giapponese.

A conclusione del percorso il visitatore può approfondire la mostra attraverso la lettura delle biografie degli artisti protagonisti, e assistere alla proiezione dell’ interessante video  “Paul Mellon: in his own words”.

Info:

Museo dell’Ara Pacis –Lungotevere in Augusta –Roma

Biglietti: Intero 10 euro; Ridotto 8 euro

Orario d’apertura: Martedì-Domenica 9.00-19.00

Sito internet: www.arapacis.it

 

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