“l’uditorio dei ragli” avrebbe detto Franco Cordero: ‘l’uditorio‘ sono i poveri italiani,  i ‘ragli’ sono anche tutto quanto si legge o ascolta in questi giorni a proposito dei Giochi Olimpici in Francia e dell’acqua della Senna in particolare, pettegolezzi e calunnie. Senza contare i beati satrapi della televisione, la massima parte della stampa è assurta ormai al ruolo di dipendenti pubblici grazie agli incredibili sussidi statali alle rispettive testate,  per cui è normale occuparsi  dei ‘materassi di cartone’ o dell’acqua non balneabile della Senna e godere invece della presenza delle Santanchè, dei Nordio, dei Salvini, ecc.ecc. e  analoghi  che santificano nelle loro penne. Oltre alle amenità e pettegolezzi, nulla invece della colossale occasione persa per ricordare agli Italiani il ruolo storico fondamentale dei legami Francia-Italia e con Parigi in particolare, oggi ancora di più: addirittura operativo è sempre il gemellaggio Roma-Parigi istituito già nel 1956! Zero! Invece commenti da ricottari in abbondanza. Un destino atroce: incapaci a capire il buono, sempre!!

Noi poveri italiani rotti a tutte le maggiori precarietà e nefandezze e ingiustizie, grazie ai nostri ragliatori  muoviamo critiche da osteria ad una organizzazione di livello mondiale dove tutto è stato studiato approfondito scientificamente  valutato fino ai dettagli  più imprevisti, è una domanda che non necessita risposta: basta guardarci in giro, oggi più che mai, sullo strapiombo!  Ragliatori: capaci di profondere saggezza  e sottili interpretazioni per esempio  sulla  scena bacchica iniziale  fine a sé stessa, pur se di massimo impegno e qualità  oppure su un altro paio di episodi -il pugno della pugilessa e i disturbi intestinali- degni di risate, fatti divenire invece tragici, perfino di impatto  nazionale. Tali prezzolati ragliatori fossero stati capaci di dare uno sguardo almeno alle università ed atenei di Parigi (dico: solo Parigi) e informare su quanti italiani vi ricoprono cattedre di discipline fondamentali laddove in Italia tanti corridoi universitari evidenziano  sulle porte serie di medesimi cognomi, salvo il resto! Nulla.

Anziché informare o ricordare della importanza storica e geografica ed economica  della Senna e ricordare almeno le città di Chartres e di Rouen che bagna o la regione storica di provenienza, la Borgogna-Franca Contea dove è nata la Francia, e  la regione inimmaginabile attraversata e la gestione e valorizzazione del territorio e la presenza ancora viva dei primi monasteri benedettini sparsi sul territorio e quelli ancora più numerosi dei confratelli cistercensi di San Bernardo, strutture e architetture medievali  sempre ricercate e curate e visitate e poi i vìni famosi della  Borgogna tra cui lo Chardonnay, il Beaujolais e le città note  per la loro storia Digione, Beaune, Mâcon,…anziché accademizzare e criticare la pioggia il giorno della inaugurazione che  ha bagnato il Presidente Mattarella e la figlia oppure pontificare  con paroloni sugli effetti  delle piogge sulla balneabilità della Senna e quindi dei nuotatori! Quale miseria, quali occasioni perse per veramente informare su questo grande Paese e insegnare e non spettegolare sui “materassi di cartone” e sui  ”coli”….

 Torvaianica, Ostia, ecc. quale spettacolo in questo periodo e quale mare pulito e sano! Quale insegnamento! Altro che topi e feci e pisci! E il Tevere, dove tutti si bagnano, e non solo, è forse meno di una autentica fogna a cielo aperto, senza scomodare  il Po e il Lambro, ecc.? Ma tutto perfetto e salutare per i ragliatori: se si avesse un pizzico di senso della decenza bisognerebbe quantomeno autopunirsi per il tanto ‘liquame’ fatto uscire dalle penne in merito a Parigi e ai Giochi Olimpici magistralmente organizzati e realizzati. E ci arrestiamo!  La Senna ‘putrida’ ‘inquinata’ ‘lurida’ ancora oggi è potabile per il 50% dei Parigini e  non solo, mentre  nei pochi decenni passati lo era al 100%. E’ vero, la nuotatrice che, per esplicita ammissione pur senza bere l’acqua della Senna, ha accusato disturbi intestinali, cosa che ha provocato la più grande e diffusa riprovazione e indignazione da parte dei ragliatori nazionali avverso la organizzazione dei Giochi ma  nemmeno una parola invece su quanto espresso dalla nuotatrice  medaglia d’oro Océane Cassignol:  l’acqua della Senna è così  buona che la si può bere o su qualche aspetto della gigantesca organizzazione.

Bello sarebbe stato, come minimo, che il ponte più importante dei dodici-tredici Km parigini del fiume  e grazie alla sua imponenza impiegato anche per certe gare e cioè Ponte Alessandro III, mai ricordato: forse perché dedicato  a uno zar della deprecata Russia? Forse perché così importante, addirittura Monumento Nazionale della Francia? Noto storicamente come il Ponte dell’Amicizia Francia-Russia, oggi grazie a Macron e alle ursule e ursuli europei ridicoli e svergognati bombaroli nonché agli italici ‘ragliatori’, diventato il ponte dell’odio.

La Francia, a maggior servizio e godimento dei Parigini e non solo, ha voluto rendere potabile e non solo balneabile i tredici Km del percorso cittadino grazie a strutture scientifiche e tecniche oltre  che strutturali all’avanguardia, inimmaginabili, non dimenticando altresì che la Senna per Parigi rappresenta mille volte di più di quanto i percorsi fluviali analoghi quali il Tamigi o il Reno o il Po ecc.:  l’Isola della città con Notre-Dame, l’Isola di San Luigi, l’isola di  Chatou degli Impressionisti e del celeberrimo quadro di Renoir ‘La colazione dei canottieri’, Asnières, Bougival, la Grande-Jatte, gli Impressionisti, l’isola Seguin dove nacque e si sviluppò la Renault, e poi la rive droite, la rive gauche complementi incredibili e unici della vita parigina…Invece solo la pioggia che ha interrotto la balneabilità dei nuotatori, il pugno della pugilessa algerina alla pugilessa napoletana immediatamente tramortita ma consolata dalla nostra consolatrice degli afflitti o la  nuotatrice che pur non avendo bevuto l’acqua della Senna ha avuto disturbi gastrici,  queste le tematiche degli italici ragliatori, sempre per ripetere Franco Cordero, e non  la perfezione e inappuntabilità della gigantesca manifestazione di oltre diecimila atleti  di oltre duecento nazioni

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