“Sono una guida turistica su Roma. Svolgo Tour, anzi svolgevo perché ci troviamo in un periodo un po’ particolare” Lietta Sassetti, guida turistica nella città di Roma, si racconta e rivela i cambiamenti avvenuti nell’ultimo anno in uno dei settori tra i più colpiti dalla pandemia. Guida turistica nella città di Roma: si racconta e rivela i cambiamenti avvenuti nell’ultimo anno in uno dei settori tra i più colpiti dalla pandemia Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Cosa ti ha spinta a scegliere questa strada e come è nata questa passione?

La passione per la storia dell’arte e la bellezza in realtà è abbastanza innata. Mia mamma è una pittrice e sin da piccola ho sempre avuto passione per l’estetica dell’oggetto dell’opera d’arte. Già da adolescente mi sono interessata ai processi creativi e alla nascita contestuale dell’opera in sé, mi è sempre piaciuta moltissimo la storia dell’arte. All’università ho prima seguito il corso di storia e conservazione del patrimonio artistico, poi di storia dell’arte e il dottorato. Insomma la mia professione era quella della carriera accademica e del sapere specialistico, poi, quando è arrivata quella fase della formazione post dottorato in cui si mettono insieme vari titoli e competenze, ho anche preso il patentino di guida turistica. Era il 2012 e a suo tempo io rientrai nel cosiddetto decreto Bersani, quindi grazie al mio titolo di studio ho potuto svolgere un esame più semplice rispetto a quello per chi non era laureato.

C’è un luogo che senti più tuo a Roma?

In realtà no, se devo scegliere il luogo che mi piace di più esteticamente è il Campo Marzio: dal Campidoglio fino a Piazza Navona e Campo dei fiori, ma anche fino a via Giulia passando per il Pantheon e Piazza di Pietra. Però no, se devo ragionarci la sento tutta mia, soprattutto in questo periodo. In questa nuova fase del nostro lavoro di guide turistiche mi sono stati richiesti i vari rioni, anche quartieri periferici, devo dire che sento Roma tutta mia, dalla Garbatella al Parco degli acquedotti. Insomma, forse prediligo il centro ma in realtà la passione è per tutta la bellezza della nostra città.

Quali sono le caratteristiche che si devono avere per poter svolgere  questo lavoro e quali percorsi formativi consiglieresti ai giovani che intendono intraprendere questa professione?

Guida turistica nella città di Roma: si racconta e rivela i cambiamenti avvenuti nell’ultimo anno in uno dei settori tra i più colpiti dalla pandemiaSicuramente è meglio avere una formazione in ambito umanistico, non ti nascondo anche pedagogico. Per me è stato un caso, io ero per il sapere specialistico e, tra l’altro, caratterialmente ero una persona molto timida. In contemporanea ho preso il patentino, mi hanno iniziato a chiamare i tour operator e lavoravo all’università come cultore della materia e facevo le mie ricerche, quindi presentazioni conferenze, ed ero timidissima, sia per i tour sia per le conferenze. Questo lavoro mi ha aiutata molto, è stato per me un cambiamento. I miei colleghi sono per la maggior parte storici dell’arte, archeologi e una buona parte storici, c’è anche qualcuno non laureato, magari di qualche generazione passata, ma per chi ha una formazione nell’ambito storico-artistico è più semplice e poi la passione deve essere alla base di questo lavoro.

Quindi ti occupi principalmente di visite turistiche per italiani?  

Ho iniziato la professione di guida turistica con gli spagnoli. Inizialmente sono stata contattata da alcuni tour operator che lavorano in Italia ma che trattano l’incoming hispanohablante ma ho anche un’associazione culturale con un mio collega storico dell’arte e guida turistica con il quale abbiamo voluto tenerci sempre una nicchia di tour per gruppi di italiani e quindi visite più specialistiche, perché devi sapere che il turista straniero a Roma è interessato alla cosiddetta combo Vaticano-Colosseo, Colosseo-Vaticano.

Ecco, che cosa cercano i turisti stranieri in Italia?

Il turista che viene dall’estero cerca in assoluto le grandi opere note. Riguardo Roma: i Musei Vaticani, Cappella Sistina, San Pietro, il Colosseo, il Palatino e poi c’è chi al massimo si spinge a fare una passeggiata sulle piazze della Roma barocca, nelle catacombe o Ostia antica, ma pochissimi. I luoghi del turismo straniero sono il Vaticano e il Colosseo, cioè file interminabili mentre magari i Musei Capitolini sono vuoti. Io da guida turistica quando avevo turisti stranieri e mi trovavo sotto ai Capitolini perché ero nel Foro di Cesare invitavo sempre ad andare a visitarli ma non li conosce nessuno all’estero. A Roma chiaramente sì, ma non è paragonabile la fruizione e la quantità di persone che visitavano il Colosseo in confronto ai Musei Capitolini, alla GNAM o Villa Giulia. Adesso vediamo gli italiani perché ci troviamo in una situazione particolare ma prima della pandemia non c’erano gli italiani al Colosseo o ai Musei Vaticani, non entravano, diciamo che ora sono tornati ad interessarsi alle proprie bellezze.

Come affronti la crisi? Cosa è cambiato nel modo di lavorare?

È molto complicato, io mi sento di dire che per quanto mi riguarda il lavoro l’ho perso a marzo 2020. Quella tipologia di lavoro non c’è più, non sarà più così e chissà quando e se ritorneranno quei numeri e quel modo di lavorare, forse nel 2023. Ci saranno anche degli aspetti del turismo di massa che possono non piacere però adesso non siamo molti a lavorare, io mi ritengo fortunata, forse proprio perché vengo da un abito accademico e quindi non ho avuto difficoltà a ripropormi in visite guidate o in passeggiate tematiche per Roma, una delle mie più note è una visita sulle donne di Roma che è andata molto bene. Ho creato dei gruppi che mi seguono attraverso i social e per passaparola ma non è così per tutti i miei colleghi, molti sono fermi da marzo, soprattutto chi lavorava principalmente con i turisti o non ha questa facilità a rinventarsi. È cambiato completamente il modo di lavorare, non c’è nulla in comune con quello che era precedentemente, non si lavora più per i tour operator. Io da marzo 2020 penso di aver lavorato per agenzie forse 4-5 volte quest’estate e una volta a gennaio, per il resto in autonomia, quindi fondamentalmente il lavoro non c’è, siamo noi tutti autonomi che cerchiamo di creare lavoro ma chiaramente non c’è, non c’è la committenza dei tour operator.

Che tu sappia, come viene affrontato all’estero il problema del turismo?

Io in realtà non saprei, però noi viviamo a Roma, la situazione qui è diversa anche rispetto a Milano o a Firenze. Roma è un caso particolare proprio perché io ho avuto la richiesta dei romani. Tutto è nato da amici e parenti che per anni mi chiedevano di portarli a fare delle visite, io non avevo mai il tempo ma sconsigliavo di andare ad esempio ai Musei Vaticani per il quantitativo di persone, adesso invece, da giugno, mi hanno iniziato a chiedere di andare a vedere il Colosseo e i Vaticani gli italiani, i romani, questo significa che le persone di Roma non sono mai entrate nel Colosseo. “Ah, l’ho visto una volta alle medie” mi dicono, è Roma ad essere diversa. Da quello che so una ripresa così nelle altre città non c’è stata, però neanche si può parlare di una vera e propria ripresa, non è una ripresa turistica ma una sorta di turismo locale.

Come giudichi la chiusura dei musei nei giorni festivi?

È veramente una mossa che io non so spiegarmi questa chiusura di teatri, cinema e musei, in particolar modo il museo, uno dei luoghi più vuoti, dove non si sta fermi ma si cammina. Certo, a Roma ci sono dei musei complicati, dei musei in cui il distanziamento è molto difficile da rispettare. Diciamo però che è stata una scelta veramente infelice, soprattutto per quanto riguarda il fine settimana, fortunatamente la nostra città, sempre e solo di Roma si sta parlando, è un museo a cielo aperto. Roma è tutto un museo, però è stata una scelta infelice, per fortuna adesso non è più così. Certo, rimane ancora problematico il discorso delle visite guidate perché ci sono molti musei che le proibiscono e questo per noi è un problema. In ogni caso difficilmente io sto organizzando visite guidate nei musei a causa del numero di persone ammesse, ad esempio per la Galleria Colonna massimo 9 persone più la guida, quindi è comunque faticoso riuscire a lavorare in questo modo, mentre i Musei Vaticani permettono 20 persone, Colosseo e Foro Palatino 19, Ostia antica 25, quindi ecco che la passeggiata per la città per noi è un po’ più facile. Chiaramente stiamo parlando di un’attività lavorativa solo ed esclusivamente di sabato e domenica, prima non era affatto così, noi lavoravamo tutti i giorni e c’erano delle guide che potevano permettersi di non lavorare il weekend, ad agosto o nei festivi.

I turisti stranieri sono propensi a scegliere una guida piuttosto che visitare la città autonomamente?

Guida turistica nella città di Roma: si racconta e rivela i cambiamenti avvenuti nell’ultimo anno in uno dei settori tra i più colpiti dalla pandemiaAssolutamente sì, però ecco, hai detto bene, gli stranieri. Il turista italiano, come lo stesso romano, è molto più restio a scegliere una guida perché si sente presuntuoso o comunque di conoscere già, di non averne bisogno, ed è stato anche il motivo per cui molti miei colleghi hanno avuto difficoltà a reinventarsi come guide per italiani. Per quanto riguarda lo straniero, sì, la maggior parte sceglie visite guidate. È pur vero che ormai esistono tante esperienze e tante tipologie di visita guidata, si può anche utilizzare un podcast o googlare, ma è molto più affascinante avere la cosiddetta guida locale o la guida più preparata per creare un evento della propria vacanza, per affrontarla al meglio.

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