Tra il 26 luglio e l’11 agosto 2024, Parigi ospiterà la trentatreesima edizione dei Giochi Olimpici. Nessuno fu particolarmente stupito da tale assegnazione: in seguito a diversi ritiri delle candidature per poter ospitare l’evento, erano rimaste solamente due città in competizione e il centenario delle Olimpiadi del 1924 sembrava l’occasione perfetta per far tornare i Giochi nella capitale francese.
Nella società moderna, risulta impossibile non conoscere i Giochi Olimpici e la lunga storia che li precede. Ispirati alle competizioni che si svolgevano nella città di Olimpia tra l’VIII e il IV secolo a.C., sono stati ristabiliti dal barone Pierre de Coubertin, celebre storico e dirigente sportivo francese. De Coubertin era rimasto completamente affascinato dallo spirito di unione che i Giochi sembravano aver portato nell’antica Grecia e, per questa ragione, ritenne che delle gare sportive che li emulassero potessero favorire i rapporti tra le differenti nazioni.
Le sue idee si concretizzarono nel giugno del 1894, quando nell’Università della Sorbona si tenne il Congresso internazionale di Parigi per il ripristino dei Giochi olimpici, di cui obiettivo appariva evidente già dal nome. La sua prima edizione avrebbe dovuto svolgersi nel 1900 in quella stessa città e in concomitanza con l’Esposizione di Parigi, tuttavia de Courbetin temeva che, facendo trascorrere troppo tempo, l’interesse sarebbe andato a scemare. Fu dopo un attento studio che si scelse di affidare le prime Olimpiadi proprio alla Grecia, la loro terra natia, dandone ufficialmente l’inizio nel 1896.
La prima edizione dei Giochi viene ricordata come un successo, nonostante le difficoltà incontrate nella sua organizzazione, portando lo stesso re greco Giorgio I a richiedere il loro mantenimento nella nazione, ma l’idea fu respinta e si proseguì come era stato inizialmente previsto.
I Giochi Olimpici del 1900 non ebbero il successo sperato: ciò che de Courbetin non aveva previsto, quando aveva spinto per la concomitanza con l’Esposizione, era la scarsa attenzione che il governo francese avrebbe dedicato alla sua manifestazione sportiva. La Francia sembrava non voler accettare gli sforzi per l’introduzione del concetto di sport come modello educativo e, nel complesso, la situazione non poté che danneggiarne l’organizzazione.
Fu proprio questo fallimento a spingere de Courbetin a richiedere di svolgere l’ottava edizione delle Olimpiadi a Parigi. Non solo si sarebbero tenute durante il trentesimo anniversario dal Congresso dei Giochi olimpici, ma quello sarebbe stato il suo ultimo anno come presidente del Comitato olimpico, gli parve perciò come l’ultima occasione per riscattare l’immagine francese.
Le Olimpiadi del 1924 raggiunsero il loro obiettivo, dando prova nella grandezza dell’evento. Si svolsero tra il 4 maggio e il 27 luglio di quell’anno, vedendo come protagonisti 44 nazioni e un totale di 3.088 atleti, che si sfidarono il 126 eventi dedicati a 17 sport differenti.
Fu la prima edizione soggetto di un lungometraggio, nonostante le prime riprese dei Giochi risalissero al 1908, e diede inizio alla tradizione della Cerimonia finale come noi oggi la conosciamo: questa, infatti, prevede di issare tre differenti bandiere, quella olimpica, quella della nazione ospite e quella della nazione che ospiterà le Olimpiadi successive, in un richiamo simbolico alla tradizione del passaggio di testimone.
Ciò che, tuttavia, ha portato a una reale differenza nel risultato finale, fu il forte contributo economico da parte del governo. I Giochi non vennero visti come una possibile fonte di guadagno, bensì come una ragione per proseguire una politica di modernizzazione in vista del futuro. Parigi si trovava in una fase di rinnovamento edilizio, spesso approvato proprio in favore della competizione sportiva e che portò cambiamenti alla città di cui poté giovare per anni a venire. Fu, per questa ragione, anche l’anno in cui venne introdotto il concetto di villaggio olimpico, in cui gli atleti avrebbero potuto risiedere ricevendo vitto e alloggio completamente gratuiti.
Fu un’edizione molto particolare anche da un punto di vista storico: si svolse nel periodo di transizione tra le due grandi guerre e, ovviamente, subiva ancora le conseguenze della prima. Storicamente, nella Grecia antica, si narra che i conflitti venissero sospesi proprio in favore dello svolgimento dei Giochi, ma lo stesso livello di armonia non poté essere raggiunto in tempi moderni.
La manifestazione sportiva non ha potuto far altro che mischiarsi e diventare un tutt’uno con la politica in più di un’occasione nel corso dell’ultimo secolo e, all’epoca, si scelse di escludere la Germania dalle Olimpiadi per la seconda edizione consecutiva. La nazione aveva portato avanti atti che erano stati ripudiati dal Comitato olimpico e questi non desideravano mettere gli atleti dei paesi in questione nelle condizioni di dover competere contro atleti tedeschi.
Da quei Giochi sono ormai trascorsi cento anni ed è impossibile non notare i cambiamenti che sono avvenuti in questo lasso di tempo, è sufficiente prendere in considerazione un punto di vista strettamente numerico. Le Olimpiadi del 2024, infatti, dovrebbero ospitare circa 206 nazioni e 10.500 atleti, che saranno impegnate in 329 eventi, a loro volta dedicati a 32 sport.
Parigi sembrerebbe essere intenzionata a portare avanti anche questa volta delle Olimpiadi che guardino al futuro, anche se con metodi molto differenti: mentre negli stessi anni del secolo scorso, le donne non avevano la possibilità di partecipare a tutte le discipline sportive in gara, attualmente si aspira alla realizzazione dei primi Giochi che vedranno un numero pari di atleti per la categoria maschile e per la categoria femminile. Uno degli obiettivi, inoltre, è quello di dare risalto alle nuove generazioni di sportivi, in modo che anche loro abbiano l’occasione di far parte di questa lunga eredità storica.
È stato deciso di svolgere in maniera differente la Cerimonia di apertura, sarà infatti la prima ad essere realizzata al di fuori di uno stadio. Parigi, infatti, ha deciso di sfruttare al meglio la Senna, che sarà anche protagonista di alcune competizioni e luogo di svolgimento della cerimonia, tramite un percorso di sei chilometri lungo la sua sponda.
Nonostante l’unicità di un evento di questo calibro possa affascinare molte persone, è innegabile che i parigini abbiano espresso alcuni dubbi a riguardo. Alcuni di loro hanno preoccupazioni più pratiche, riguardo alle condizioni della città durante quei giorni e la possibilità di poter proseguire in maniera efficiente con le proprie vite. Altri hanno preoccupazioni più grandi, memori del passato, riguardo alla sicurezza dell’evento e alla possibilità di subire un attacco terroristico di qualche tipo, giustificato proprio dall’attenzione mediatica. La recente notizia del furto dei piani di sicurezza stabiliti dal comune, inoltre, non contribuisce a creare tranquillità nei cittadini, ma in vista di questo avvenimento i controlli verranno sicuramente irrigiditi.
In questo ultimo periodo di preparazioni, inoltre, sono ancora presenti delle incertezze riguardo alle nazioni che parteciperanno ai Giochi. Attualmente, la Russia e la Bielorussia non saranno ammesse, per via della guerra ancora in corso con l’Ucraina, ma i loro atleti potranno prendere parte alle Olimpiadi come partecipanti individuali neutrali, a condizione che questi non si siano mai dichiarati in favore della guerra. Questa decisione permetterebbe agli sportivi di essere separati dalle gesta della loro nazione, senza che il comitato sia costretto a ignorare la sofferenza che il loro governo possa aver portato.
Allo stesso modo, è stato chiesto da differenti gruppi sportivi l’esclusione dello stato di Israele, per ragioni simili alle precedenti. La richiesta è stata motivata dall’effetto che il conflitto ha avuto sugli atleti palestinesi, con anche la distruzione dei loro impianti sportivi, ma è stata ugualmente respinta.
Il Comitato olimpico ha ritenuto importante ricordare lo scopo non-discriminatorio dei Giochi, condannando così eventuali atti di violenza nei confronti degli atleti che rappresenteranno Israele, per poi stabilire che le due situazioni siano troppo differenti per essere paragonate. Infatti, con l’invasione dell’Ucraina, la Russia è andata contro alla storica tregua olimpica, in atto in occasione dei Giochi Olimpici Invernali del 2022, sarebbe perciò proprio questo l’atto che ha portato alla sanzione.
Risulta chiaro, perciò, che le controversie non possono mancare in un evento di questa portata. Mancano ancora diversi mesi prima che la fiamma olimpica raggiunga Parigi, dando inizio a un percorso parallelo e opposto a quello che si era svolto ormai un secolo fa, e molte cose possono ancora accadere, forse cambiando drasticamente l’andamento delle Olimpiadi: guardando ciò che i Giochi sono diventati, non si può far altro che chiedersi cosa penserebbe de Courbetin, se potesse vedere il risultato del suo lavoro.