Chi è appassionato di rock conoscerà sicuramente la BBC Radio 6, stazione radio appartenente alla televisione nazionale britannica, che si occupa di trasmettere esclusivamente musica alternativa, dalla new wave anni ’80 al grunge anni ’90, fino ai gruppi contemporanei alternative. Ecco, era una giornata qualunque quando ad un certo punto, scorrendo sul feed di Instagram mi imbatto in un video pubblicato dalla radio inglese. Dovete sapere che fra le rubriche varie che contiene l’emittente ce n’è una condotta dal padrino del punk, Iggy Pop, fondatore del gruppo The Stooges che dal 1967 fino ai primi anni ’70 avrebbero creato il sound e le tematiche tipiche di quello che sarebbe diventato il movimento punk anni ’80. Ovviamente Iggy è conosciuto anche per le sue hit del 1977 come “Lust For Life” e “The Passenger”, ma ultimamente si è dedicato alla radio.
E proprio in un suo nuovo episodio, in cui manda in onda dei gruppi scelti da lui, ecco che spuntano i Leatherette con la canzone “So Long”.
Per molti questo nome non vuol dire proprio niente ma in quel momento il mio cuore cominciò a battere fortissimo. Avevo assistito personalmente all’ascesa di quella band.
Per cominciare, una notizia che vi sconvolgerà: i Leatherette sono un gruppo post-punk italiano. Nascono a Bologna e pubblicano il loro primo EP “Mixed Waste” nel 2021.
Il nome della band proviene dal famoso singolo del 1978 dei The Normal chiamato “Warm Leatherette” (di cui nel 1980 Grace Jones avrebbe fatto una cover), di cui il gruppo riprende lo spirito musicale fatto di synth ed energia punk, con influenze provenienti anche dal jazz.
Insomma, fin da subito il gruppo emiliano composto da Michele Battaglioli alla voce e alla prima chitarra, Marco Jespersen al basso, Andrea Gerardi alla seconda chitarra, Francesco Bonora alla batteria ed infine Jacopo Finelli al sassofono e al synth, si caratterizza per un’innovazione del suono e dell’atmosfera, cavalcando la nuova onda post-punk proveniente in particolar modo dagli Stati Uniti d’America di cui i promotori possono ritrovarsi nei Black Country, New Road e nei Fontaines D.C. Ma il loro tocco personale si fa vedere nella spettacolarizzazione delle esibizioni, nel pathos dell’interpretazione e nella loro capacità di poter costruire con i suoni e le luci un mondo a parte.
Il primo album pubblicato sotto etichetta è “Fiesta” del 2022, ma è con il loro ultimo album “Small Talk” del 2023 che raggiungono la popolarità internazionale ed un alto grado di maturità da un gruppo giovanissimo di over 20. Ma io in tutto ciò cosa c’entro? Come una “madeline” di Marcel Proust, ecco che mi ricordo di un evento accaduto il 29 aprile 2023, quando i Leatherette suonarono per la prima volta a Messina. E lì capii di aver visto la storia di qualcosa di nuovo.
Antefatto: “Andiamo a prenderci una birra?”
E’ sabato. Il mio amico Max mi chiama per vederci la sera. Vorrebbe prendersi una birra al solito posto che frequentiamo, e io la incalzo: <<Ma ti andrebbe di andare ad un concerto al Retronouveau? Costa solo 5 euro>> – chiedo con una certa verve, visto che avevo già letto del concerto qualche giorno fa ed il mio programma era andarci da solo. <<Con piacere>> – risponde Max – <<Che genere suonano?>>. <<Post-punk>> – gli dico io – <<E che cos’è il post-punk?>> – <<Facciamo che te lo spiego quando ci vediamo>> – e così una serata che avrei dovuto passare da solo si trasforma in una nuova esperienza.
Credo che non ci sia nulla di più bello nel far conoscere un nuovo genere musicale ad un’altra persona. Credo che la musica, la musica che uno ascolta soprattutto, sia la rappresentazione del mondo che abbiamo dentro: nel momento in cui tu la fai ascoltare a qualcun altro si crea un legame indissolubile. Perché ti ho fatto vedere una parte di me stesso. Probabilmente nessuno da così tanta importanza alla musica, ma che senso avrebbe allora parlare di arte con le persone se non farle entrare nella nostra galassia chiamata “personalità”?
Atto I: l’arrivo al Retronouveau.
Sono circa le 22, ed il concerto è previsto per le 22:30. Che traducendolo dall’italiano al Retronouveau significa per le 23.
Il Retronouveau ormai da più di 10 anni è diventato un luogo di riferimento per la scena alternativa messinese. Vi sono serate dedicate alla new wave, all’elettronica, al jazz, alla stand-up comedy ed ovviamente i concerti di band indie o poco conosciute. Pensate che tanti anni fa il Retro ospitò concerti di Calcutta, dei The Zen Circus e dei Pop X quando questi erano sconosciuti ai più. Insomma, si tratta di un locale che ormai sta facendo la storia grazie anche agli investimenti sulle band straniere, provenienti soprattutto dalla nuova scena goth europea (come ad esempio i She Past Away, in concerto a Messina nel 2022).
E qui sorge il primo dubbio una volta arrivati al bancone: birra rossa o birra scura? Prima di venire al retro, io e Max eravamo in una birreria che brindavamo io con una stout e lui con una bionda, e adesso dovevamo scegliere di nuovo. Decidiamo di andare con la rossa e così ci sediamo in un tavolo all’aperto aspettando che la band arrivi.
<<Allora, Max: il post-punk è un genere musicale che si sviluppa nello stesso periodo della new wave e del new romantic. Entrambi hanno suoni dance e testi introspettivi, mentre il post-punk si rifà ad un look e ad un’atmosfera gotica/dark, e riprende anche dei suoni punk (per questo “post”). Gruppi così sono i Bauhaus o i Joy Division>> – e così inizio a spiegare a Max che tipo di musica ascolteremo questa sera. Credo di non aver mai visto una persona più felice di lui in quell’esatto momento.
Atto II: Aprono le danze i Clever Square.
L’atto di apertura va ai Clever Square, band che ha accompagnato quella sera i Leatherette nello spettacolo di Messina.
I Clever sono anche loro emiliani, di Ravenna, e sono formati da Giacomo D’Attorre alla voce e alla prima chitarra, Francesco Lima alla batteria, Andrea Ferriani alla seconda chitarra e Andrea Napolitano al basso, che insieme formano un sound dolce e delicato di un alternative più leggero, come se i The Smashing Pumpkins avessero intrapreso una filosofia zen e fossero stati influenzati dai Bon Iver.
Interpretazioni calde, altre anche più forti, insomma anche questa una band da tenere sotto d’occhio. Nel 2022 è uscito il loro ultimo album “Secret Alliance”.
Atto III: Il mondo dei Leatherette.
Riassumere un’ora di concerto non è facile. Ma ci proverò lo stesso. Non andrò nello specifico delle canzoni che hanno cantato (anche perché sono state una più belle delle altre), ma mi concentrerò su quello che questa band dove oha donato a noi quella sera. Perché la musica è un dono e conta ciò che viene dato.
Da quando hanno iniziato a suonare, i Leatherette hanno mostrato la loro anima. Fatta di percussioni, grida, assoli di sax con distorsioni elettriche, rappresentano l’umanità incarnata: contraddizioni che si scontrano fra di loro dando vita ad una moltitudine di percezioni.
Queste percezioni creano un mondo unico, come una cupola che avvolge chiunque li stesse ascoltando. Il tutto è unito da stravaganze, balli e risate, mostrando tutta la vitalità e tutto il divertimento che serve ad un concerto.
Il mondo dei Leatherette è un grande teatro, quasi una presa in giro della vita stessa, dove i ruoli non vengono rispettati ed ognuno è libero di fare come meglio crede. Conta solo che la musica sia buona.
Credo che dobbiamo essere tutti fieri del fatto che un gruppo italiano, anche se non molto conosciuto, sia andato in onda sulla BBC e sia consigliato da una leggenda del calibro di Iggy Pop. Non tanto per uno spirito nazionale, ma perché in questo paese ci sono dei talenti e degli artisti che possono creare una nuova scena non solo italiana ma anche nel mondo. E i Leatherette sono fra questi.