Uno degli aspetti fondamentali che caratterizzano il passaggio dalla cosiddetta old economy alla new economy, e che costituisce uno dei motori trainanti dell’ormai noto fenomeno della globalizzazione, è rappresentato dalla diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT, Information and Communication Technology). Oggi, sarebbe difficile, se non impossibile, immaginare una vita senza “tecnologia”: sin dall’avvento della macchina a vapore, dell’elettricità, fino alla diffusione delle moderne tecnologie digitali, l’uomo ha continuamente cercato una “chiave di lettura” per il giusto sfruttamento delle risorse a sua disposizione, in vista dei suoi bisogni. Il ruolo svolto dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha, in questo senso, permesso il soddisfacimento di “nuovi bisogni”, legati ai cambiamenti e alle trasformazioni che l’internazionalizzazione sociale, economica e politica, e la progressiva “digitalizzazione”, hanno innescato. Le ICT rappresentano quel complesso di scienze, tecniche e strumenti atti a potenziare l’attività di raccolta, elaborazione e scambio delle informazioni che hanno modificato radicalmente il modo di comunicare e che, materialmente, sono rappresentate, non solo, dall’hardware e dal software dei personal computer, ma anche dai telefoni cellulari, dai sistemi satellitari, dalle infrastrutture della telefonia fissa e mobile e naturalmente, da Internet.

L’ICT nasce intorno agli anni ’50 con l’avvento del transistor un dispositivo semiconduttore artefice delle prime “digitalizzazioni” delle informazioni, ossia, della loro trasformazione in sequenze di bit, in forma binaria. Dall’avvento dei primi circuiti integrati costituiti da più transistor (chip di memoria), la crescita e la diffusione di queste tecnologie è stata, nel corso del tempo, esponenziale, come predetto dalla cosiddetta “Legge di Moore”, dal fondatore di Intel Gordon Moore, il numero dei transistor all’interno dei circuiti integrati e, quindi, la velocità dei computer sarebbe raddoppiata ogni 12 mesi, questo stimolò la produzione su vasta scala dei memory chips e così la loro rapida diffusione. La trasversalità e la pervasività proprie di questo tipo di tecnologie hanno prodotto, nel corso del tempo, trasformazioni radicali a tutti i livelli e i loro effetti sono tuttora continuo oggetto di studio da parte di scienziati, economisti e sociologi. Analizzando i più incisivi cambiamenti introdotti dall’avvento delle ICT e i relativi effetti prodotti dal loro impatto sui sistemi economici, possiamo individuare molti strumenti funzionali a uno strategico sfruttamento di queste, in un’ottica mirata all’incremento della produttività, dell’efficienza e della crescita economica, oggi più che mai, a disposizione dei Paesi industrializzati. Secondo validi economisti, tra cui Dale W. Jorgenson (professore presso l’Università di Harvard) ci può essere crescita economica senza innovazione, ossia, utilizzando solo le tecnologie esistenti e consolidate, in questo caso la crescita verrebbe a dipendere esclusivamente dagli input di capitale e lavoro impiegati nei processi produttivi, introducendo, invece, innovazioni sia di processo, sia di prodotto, strutture organizzative alternative e nuovi modelli di business la crescita generata sarebbe nettamente superiore.

La peculiarità dell’ICT è l’essere una cosiddetta, “tecnologia orizzontale”, suscettibile di essere impiegata nei più svariati settori, è in questo modo che, questo tipo di tecnologie possono influenzare la produttività e la crescita economica attraverso vari canali. Non solo attraverso investimenti mirati e produzione di beni e servizi ICT, ma anche solo attraverso l’utilizzo di queste tecnologie si stimolerebbe la produzione di esternalità positive su altri settori.

Le esternalità prodotte dalle tecnologie orizzontali sono dette “esternalità di rete”, ossia, esternalità nel consumo che fanno dipendere il valore del bene dal numero dei soggetti che lo consumano e lo utilizzano, quindi più soggetti lo consumano e maggiore è il suo valore, anche da questo dipende, infatti, la rapida diffusione che ha caratterizzato le ICT.

Nell’affrontare le nuove sfide che la globalizzazione sta imponendo, e continuerà a porre sul piatto della bilancia dell’economia mondiale, i Paesi di tutto il mondo dovrebbero tenere conto dei nuovi strumenti tecnologici a loro disposizione e di quelli che, allo stesso tempo, stanno emergendo e farne tesoro in un’ottica sempre più strategica e innovativa di sfruttamento delle risorse a disposizione per stimolare produttività e crescita.

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