La nota attrice e sceneggiatrice Sabrina Paravicini ha scelto Edizioni Clandestine per uscire con Diciassette anni 9 mesi e 27 giorni.
Un romanzo che vede come protagonista Ibrais, un problematico adolescente italo-bosniaco che rinuncia a vivere il suo presente in attesa della maggiore età, per poter attuare un piano: fuggire dalla detestata Milano e rifugiarsi a Londra, dove dimenticare il passato e trovare finalmente se stesso, almeno in teoria. Per ottantasei giorni – dal 22 marzo al 15 giugno – mette quindi in moto un’arguta messinscena, fingendo un singolare coma che lo costringe a vivere a letto senza parlare né mangiare.
E mentre Ibrais vive nell’inganno, convinto che nessuno lo capisca, familiari e amici lo coccolano e gli confidano inquietudini e segreti della loro quotidianità che stravolgeranno la sua realtà, facendogli conoscere aspetti della vita prima nascosti.

«Nessuno ci pensa. Nessuno pensa che noi siamo il futuro della storia di questo Paese. Non ci ascoltano. Ci trattano come se non dovessimo mai crescere e così vorrebbero che crescessimo. Da soli, senza aiuto, senza comprensione, senza amore.»

In Diciassette anni 9 mesi e 27 giorni Sabrina Paravicini sonda le percezioni, l’istinto alla vita e l’altalenarsi di emozioni contraddittorie che sorprenderanno Ibrais nel buio della sua scelta, penetrando nel disagio di un’età troppo immatura eppure dannatamente lucida e spregiudicata.
Molti giovani, bersagli dei palinsesti televisivi, faticano infatti a sviluppare un progetto di vita, schiacciati dal presente. Eccesso di consumi, uso e abuso di sostanze che provocano dipendenza, aggressività fisica e verbale, precocità sessuale, fragilità familiare, scarsa attenzione alla cultura che provoca mancanza di curiosità, solitudine interiore che mina i rapporti umani. Questo offre ai giovani il mondo degli adulti. Di qui il drammatico bisogno di trovare figure significative a cui rivolgersi e con cui instaurare un dialogo.
«Che speranze posso avere, figlio di genitori senza ambizioni, senza mezzi, senza sogni?» dirà Ibrais, la cui famiglia è del tutto assente dalla sua vita.

E poi c’è il dolore della perdita, l’ostinazione a vivere nel ricordo, la vita, la morte, e con essa la denuncia dei tragici effetti sulla salute dell’uso dell’uranio impoverito, che negli anni Novanta colpì la popolazione nella zona di Sarajevo, sede di numerose fabbriche belliche serbe.
Ma in quel risveglio di Ibrais c’è anche la speranza della felicità dopo la paralisi emotiva, il desiderio di guardare fiduciosamente al futuro. Di vivere, non di sopravvivere.

Sabrina Paravicini è attrice, regista, scrittrice e sceneggiatrice. Esordisce nel 1993 con il film Stefano Quantestorie di Maurizio Nichetti, ma diventa popolare con la fortunata serie tv Un medico in famiglia. Partecipa in seguito a due miniserie televisive Amanti e segreti (2004) e Amanti e segreti 2 (2005), dirette da Gianni Lepre. Ha interpretato Livia nel film Ho ammazzato Berlusconi, tratto da L’omicidio Berlusconi di Andrea Salieri.
Ha scritto la sceneggiatura e curato la regia di alcuni cortometraggi e del film Comunque mia (2004), di cui è stata anche interprete e produttrice.
Diciasette anni 9 mesi e 27 giorni è il suo quarto romanzo, dopo Figli dell’albergo (Zelig 1997), Capo Danno (I corti – Edizioni EL 1998) e Il cerchio del destino (Feltrinelli 2004).

Edizioni Clandestine

Tel. 0585 784698

www.edizioniclandestine.com

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