IL TRIANGOLO SÌ O NO: CINA, USA E RUSSIA NELLA GEOPOLITICA DEL COVID

In tempi di pandemia, gli Stati Uniti continuano a fare pressioni sulla Cina accusandola di aver creato il virus in un laboratorio di Wuhan e aver nascosto la gravità dello stesso per fare scorte mediche. La Cina, per contro, risponde tacciando l’amministrazione Trump di follia. Dietro il virus, si nascondono profonde ragioni geopolitiche. Gli USA temono la Cina; la Cina cerca di accrescere il suo status di potenza globale e nel mezzo si inserisce la Russia, storica controparte di Washington, preoccupata di restare oggi fuori dai giochi. Lo scenario che si prospetta è un nuovo bipolarismo Cina-USA? Un mondo multipolare? Gli USA si confermeranno l’unica vera superpotenza mondiale? Oppure la Cina effettuerà definitivamente il sorpasso?

Dalla Guerra Fredda all’ascesa cinese

Dopo la Seconda Guerra Mondiale e fino al 1989, lo scenario internazionale è stato dominato dalla contrapposizione tra le due potenze vincitrici: Stati Uniti e Unione Sovietica. In una contrapposizione ideologica, politica e militare USA e URSS hanno determinato la divisione del mondo in sfere d’influenza. Da una parte l’Occidente della NATO e della democrazia capitalista, dall’altra il blocco del Patto di Varsavia e del totalitarismo comunista.

La caduta del Muro di Berlino pose fine a quest’epoca nota come Guerra Fredda e portò alla dissoluzione nel 1991 dell’URSS con gli Stati Uniti pronti ad emergere come unica potenza egemone e ad esportare forme di governo democratiche e modelli economici. Tutto ciò ha concesso a Washington di accumulare e sviluppare un’incredibile soft power, che oggi rischia di essere compromesso dall’ascesa di nuovi soggetti.

Da un lato la “grande Russia” di Putin negli ultimi decenni ha invaso le vicine Ucraina e Georgia, è intervenuta in Siria e si è imposta come mediatrice nello scacchiere medio-orientale. Dall’altro a spaventare davvero lo stato di Trump è la Cina. Nell’amministrazione di Washington sono tutti convinti della necessità di contenerla. A partire dalle riforme economiche degli anni ’70, infatti, l’espansione cinese ha proceduto a ritmi incessanti.

Un nuovo bipolarismo?

I rapporti tra il Dragone Rosso e gli USA nelle ultime settimane si sono più volte incrociati in un clima affatto disteso. Pechino ha annunciato che devolverà 30 milioni di dollari all’Organizzazione Mondiale della Sanità, in seguito alla sospensione dei fondi all’ente da parte di Trump. Il presidente americano ha accusato l’organizzazione di essere eccessivamente sino-centrica e incapace di gestire la crisi. Intanto, però, l’ONU, secondo Foreign Policy, ha bloccato un accordo importante con Tencent, il colosso tecnologico cinese che possiede WeChat. Le critiche di diversi gruppi per la difesa dei diritti umani e degli Stati Uniti avrebbero spinto le Nazioni Unite a rinunciare alla collaborazione.

La battaglia tecnologica tra i due Stati è in corso già da diverso tempo. Comincia dalle sanzioni imposte dagli USA a Huawei. Sanzioni alle quali la Cina ha risposto con delle contromisure per ridurre la sua dipendenza dal settore informatico americano e sviluppare piuttosto soluzioni alternative. Il rischio è quello di un nuovo bipolarismo; un bipolarismo tecnologico all’interno del quale tutti gli Stati del globo si troveranno a dover scegliere. Washington e Pechino detteranno le regole, limitando le libertà degli altri competitors.

La debolezza della Russia

Nel confronto Cina-Usa, secondo Andrej Kortunov, direttore generale del Consiglio russo per gli affari internazionali, a perdere sarà la Russia. L’acuirsi delle relazioni sino-americane, potrebbe dare nuove possibilità al Cremlino, soprattutto nel rapporto con Pechino ma potrebbe rappresentare anche una grossa minaccia. Così, la Russia potrebbe inserirsi nei tentativi cinesi di creare un comparto informatico e tecnologico parallelo e sufficiente rispetto a quello USA. Come? Puntando sulle sue eccellenze nell’informatica, nella biotecnologia, nel nucleare e nell’ingegneria aerospaziale.

Il problema è quale forma dare, però, a questa cooperazione: la Cina potrebbe essere interessata in primis all’acquisizione di manodopera qualificata dalla Russia, mentre per quest’ultima sarebbero auspicabili collaborazioni di carattere istituzionale. La Russia deve dimostrare il suo valore aggiunto proprio nella cooperazione istituzionale per non restare fuori.

In sintesi, Mosca, se si esclude il sistema politico-militare, risulta poco centrale nel confronto americano/cinese. Questo si gioca principalmente nel campo commerciale-economico dove essa è invece molto più debole. Tra l’altro le sue relazioni con gli Stati Uniti sono a tratti peggiori di quelle che essi intrattengono con la Cina. Diventa, quindi, per nulla verosimile una possibile flessibilità di movimento in questo triangolo. Infine, se il divario tra le capacità economiche di Russia e Cina aumenterà ancora, la pressione della seconda sulla prima si rafforzerà inesorabilmente.

Ma tra Cina e USA il gioco è davvero alla pari?

Secondo Matthew Kroening, vicedirettore dello Scowcroft Center dell’Atlantic Council e professore della Georgetown University le democrazie e quindi gli USA, hanno maggiori possibilità di accumulare e mantenere potere rispetto alle controparti autocratiche, in virtù soprattutto delle loro istituzioni. Riescono a stabilire alleanze affidabili e durature e soprattutto detengono un potere “soft” molto più accettabile da parte dei cittadini.

L’emergenza sanitaria internazionale ha tuttavia ridimensionato l’attendibilità di tali affermazioni, come dimostra il successo delle drastiche misure limitative della libertà personale attuate da Pechino per fronteggiare la diffusione del virus. Successo ancor più evidente se paragonato alle enormi difficoltà che l’amministrazione di Trump sta riscontrando sullo stesso fronte. Tra l’altro la Cina, contribuendo alla lotta al Covid nei Paesi importatori di suoi prodotti potrebbe continuare nella scalata.

A stabilire se la Cina effettuerà il sorpasso, o l’America manterrà la sua egemonia; se il bipolarismo tecnologico farà da sfondo a una nuova Guerra Fredda sino-americana o ancora la Russia riuscirà ad inserirsi nello scontro tra titani, potrebbe essere proprio la lotta al coronavirus.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

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