La Costituzione afferma: “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”. La “mala politica” e l’ “antipolitica” sta facendo venir meno questo dovere civico. Il senso di responsabilità da parte degli elettori sta scemando di pari passo con l’impresentabilità della classe dirigente. Ma anche chi ha sempre divulgato l’antipolitica adesso invita i cittadini a votare il suo movimento-partito. Non votare significa non compiere il nostro dovere. Chi non esercita questo diritto-dovere non può quindi pretendere che le persone che lo rappresentano debbano per forza svolgere il loro compito al meglio. Siamo un Paese con una moltitudine di partiti ed uno che si avvicina alle nostre idee deve esistere per forza. Nel caso non esistesse c’è sempre la possibilità di candidarsi. Ad ogni modo gli unici strumenti in una democrazia al fine di esercitare il proprio potere è votare o candidarsi. Chi non li esercita non da il proprio contributo, quindi non dovrebbe neanche lamentarsi se non viene ricambiato dalla classe dirigente che governerà.

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1 commento

  1. Votare è dovere civico. Ma io lo intendo soprattutto come afferenza alle urne, e non deposito del voto ad un partito. Rimanere a casa è venire meno ai propri doveri. Andare e rendere nulla la scheda è disobbedienza civile.

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