L’endemico conflitto che vede contrapposti Israele e Palestina ha una storia antichissima, violenta, controversa ed irrisolta; questione dirimente che non può lasciar neutrali nessuno, che ha visto morti, scontri politici, manifestazione di massa e polemiche a livello mondiale.

ma partiamo dagli albori: non si può parlare di Israele senza parlare di Sionismo, ovvero di di quel movimento che trae origini dagli ambienti post-rivoluzione francese nati alla fine del XIX secolo in Europa.

A dare forma a questa idea embrionale di Israele, paventata dagli ambienti ebraici  più colti europei,  fu il giornalista ebreo austro-ungarico Theodor Herzl, il quale, inviato in Francia per seguire le cronache dell’Affare Dreyfus, imponente scandalo di spionaggio Francese che vide coinvolto il capitano di origine ebraiche Alfred Dreyfus, documentò il dilagante antisemitismo del paese Transalpino. Herzl maturò l’idea che ,pur potenzialmente integrandosi alla perfezione, le comunità ebraiche di tutta Europa sarebbero per sempre state un’entità a sé nei vari stati, nonché cittadini senza patria e nazione: l’ideale per il popolo ebraico sarebbe stato quello di  favorire l’emigrare, come avveniva dalla fine della rivoluzione russa del 1917,  delle comunità ebraiche verso appunto la Palestina , facendone terra garante dei diritti degli ebrei tutti. L’applicazione di questa teoria vi fu con l’espandersi dell’antisemitismo in Europa e la presa di potere di regimi nazionalisti apertamente antisemiti( Germania di Hitler , Polonia ,Romania, Austria; non l’Italia di mussolini, che sulle prime non fu interessato alla questione della “razza” ebraica, come chiamato da Hitler, nè i regimi Spagnoli e Portoghesi, che dopo la cacciata degli ebrei nel 1492 contavano poche migliaia di cittadini di religione ebraica residenti nel proprio territorio ). Qui però sorse un altro problema: la Palestina, passata alla fine della prima guerra mondiale al Regno Unito ,rivendicata dagli ebrei era abitata da popolazione di etnia araba, e sin dal 1929, anno dell’inizio della seconda grande diaspora verso La Palestina, sorsero scontri tra i “coloni” ebrei e i cittadini arabi( moti del’29), in cui cittadini ebraici appartenenti al partito revisionista, partito sciovinista di ispirazione fascista (sosteneva la bontà di Hitler circa l’Anticomunismo) durante il digiuno ebraico del Tisha b’ av marciarono verso il muro occidentale di Gerusalemme, luogo ritenuto sacro da entrambe le religioni, intonando l’inno di Israele e rivendicando la proprietà del muro; questo episodio portò a mesi di scontri tra le due fazioni, incluso il Massacro di Hebron, in cui furono uccisi 67 ebrei.

Nel 1939 i britannici , dopo aver proposto inutilmente una proposta, denominata “libro bianco” nella quale Londra si sarebbe impegnata a tenere separati i due popoli, e a ridurre a 75.000 l’ingresso massimo di cittadini ebrei europei che sarebbero potuti entrare fino al 1944 in Palestina: ciò però non trovo applicazione concreta in quanto moltissimi entrarono illegalmente per sfuggire ai campi di concentramento nazisti. I britannici, inoltre, nel maggio 1947, dichiararono che si sarebbero ritirati dalla Palestina nel ’48 , votando al tempo stesso una risoluzione, la numero 181, in cui si divideva Israele dalla Palestina in base alla maggioranza di etnia che popolava i vari territori, mentre Gerusalemme, popolata in egual misura dalle 2 religioni, sarebbe diventata città indipendente guidata dall’ONU.

Questa proposta fu ,sì accettata dagli Israeliani, ma rifiutata dai Palestinesi e dalla quasi totalità degli stati arabi, he attaccarono nel 1948 Israele dando inizio alla prima guerra Israelo-palestinese che ha portato uno stallo da ormai 75 anni ,in cui nessun accordo, nè conferenza di  pace ha dato i suoi frutti

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