Con la ripresa delle scuole, questo settembre 2021, sembrerebbe profumare di rinascita. La pandemia ha cambiato drasticamente il modo di pensare la didattica, tra alti e bassi, tra lezioni in presenza e online, oggi sono in molti a chiedersi che ne sarà dell’istruzione del futuro. Inutile nascondere come il Covid abbia completamente stravolto le nostre abitudini. Dagli uffici alle università ci siamo dovuti reinventare e sfruttare appieno le capacità della tecnologia, unico strumento a rappresentare il filo conduttore per tenere insieme tutti i pezzi: non potendo creare reti sociali, abbiamo intensificato le reti del web. La didattica del futuro: online o in presenza? Direttore Claudio Palazzi
In questo senso le università si sono ritrovate catapultate in mondo nuovo, moderno, veloce e imprevisto. Per un sistema un po’ “vecchio stile” ancorato a decenni di burocrazia a l’italienne non è stato un percorso facile. Ripensare la didattica necessariamente a distanza non è stato facile, tanto per i docenti quanto per gli studenti. Abbiamo assistito ad una profonda trasformazione di un sistema apparentemente rigido adattato ad un mondo fluido e trasversale, e nonostante gli iniziali dubbi, le complicazioni del caso e la generale frustrazione, siamo stati protagonisti del vero e proprio slancio dell’era digitale.
PRO E CONTRO
Dallo smartworking alla DAD si preannuncia un futuro alla mercè del digitale, questo perché, nonostante molte università italiane abbiamo riaperto le porte alle lezioni o esami in presenza, rimane comunque prevalente l’utilizzo della modalità mista, per permettere a tutti gli studenti di svolgere le proprie attività. Tuttavia, si tratta ancora di un processo in assestamento che porta con sé pro e contro. Uno dei più grandi errori in cui si è incappati è stato sicuramente quello di pensare di passare dalle lezioni “live” all’online senza cambiare metodo ed approccio allo studio: le lezioni nelle università italiane sono basate su un approccio frontale e soprattutto hanno una durata media di due ore, quindi modalità e tempistiche che poco si adattano ad un sistema come quello digitale, dove spesso gli stessi professori si sono trovati a parlare di fronte uno schermo vuoto con gli studenti dall’altra parte a webcam spenta, senza avere per questo la minima percezione dell’andamento della lezione. Per l’università tradizionale il contatto umano con lo studente risulta quindi fondamentale, anche il linguaggio del corpo è utile per poter capire, ad esempio, quando è ora di fare una pausa caffè.
La Dad ha richiesto ai docenti di essere, appunto, più smart, al passo con i tempi, di mantenere alta l’attenzione seppure a distanza e di rendere le lezioni più adatte al contesto avendo a disposizione numerosi strumenti e piattaforme, senza semplicemente continuare a svolgere ore di lezione come se si fosse in presenza ma davanti a mille schermi, perché non è e non può essere la stessa cosa. Tra i pro vi è però il vantaggio di poter essere presente a lezione comodamente da casa e in qualunque università d’Italia o d’Europa, il che ha facilitato la partecipazione didattica ed ha permesso a chiunque di poter stare al passo con i vari insegnamenti senza problemi di logistica, costi o ritardi e di poter rimanere interconnessi con i propri colleghi, gestendo il proprio tempo e ritmo di studio autonomamente. Spesso all’università telematica viene associato lo stereotipo di mancanza di serietà o quello di offrire un livello di preparazione più superficiale rispetto alle altre università, ma lo sviluppo tecnologico ha dimostrato di poter essere all’altezza della qualità dell’insegnamento se utilizzato nel modo giusto.
Uno sguardo dal punto di vista degli studenti
Proviamo a capire meglio come fin dall’inizio il cambiamento è stato avvertito dagli studenti attraverso l’intervista a M.P., laureando del corso di studi magistrale di Scienze Strategiche presso l’Università degli Studi di Torino:
Com’è stato passare dalle lezioni in presenza alla Dad?
“All’inizio è stato molto confortevole, più tempo libero, possibilità di stare a casa in comodità, evitare i mezzi ed il traffico seguendo le lezioni comodamente da casa. Dopo qualche mese, la situazione è cominciata ad essere pesante, dato il poco tempo per distrarsi, bere un caffè con i colleghi e fare due chiacchiere con gli amici.”
Quali sono stati, secondo te, vantaggi e svantaggi della didattica a distanza?
“Tra i vantaggi possiamo elencare il fatto di poter riascoltare una lezione, di ottimizzare il tempo limitando al minimo gli spostamenti. È sicuramente un grande vantaggio anche per gli studenti fuorisede che possono permettersi di seguire le lezioni dalla propria città di origine evitando di pagare un alloggio in una città cara come Roma, ad esempio. Tra gli svantaggi possiamo elencare sicuramente le difficoltà di comunicazione telematica, i problemi di connessione, il fattore stress, siccome, a mio avviso, dopo un po’ di tempo seduti dietro un computer, l’attenzione cala notevolmente e si è più soggetti a distrazioni.”
Per quanto riguarda gli esami online, ritieni siano stati in qualche modo facilitati? Cosa pensi riguardo le numerose critiche rivolte a professori che hanno adottato soluzioni discutibili come, ad esempio, far bendare gli occhi agli studenti?
“Sicuramente c’è stato qualche episodio di soggetti “furbi” che sono riusciti ad ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. La Dad risulta essere un fattore estremamente utile, in condizioni di necessità, ma che va aggiornato e perfezionato magari con software che non permettono di avere altre schede aperte se non quelle necessarie ai fini dell’esame. Come per i furbetti, anche alcuni professori sono caduti nell’errore di farsi trasportare da questo fenomeno facendosi prendere dall’istinto. Credo che un docente universitario abbia la giusta esperienza per capire se lo studente sia effettivamente preparato senza ricorrere a metodi poco educativi.”
Ad oggi sceglieresti la modalità online o preferiresti tornare alla vecchia normalità?
“Oggi preferirei tornare alla vecchia modalità. Seppur utile, la Dad credo vada utilizzata in quei casi di stretta necessità ma per un efficiente percorso di studi, le relazioni interpersonali, sia con i docenti ma anche con i colleghi, rappresentano una prerogativa imprescindibile di cui la Dad non può assolutamente essere un valido ripiego.”
Uno sguardo dal punto di vista dei docenti
Adesso cerchiamo di indossare i panni di un docente attraverso l’intervista ad una professoressa universitaria, M.A., la quale nonostante le difficoltà a cui tutti hanno dovuto far fronte, ha voluto comunque guardare a quel famoso lato positivo che si nasconde dietro ogni cosa:
Qual è stato il momento più difficile da quando sono state chiuse le università?
“Sicuramente appena è arrivata la notizia della chiusura di tutti gli istituti ci siamo trovati ad affrontare una situazione completamente nuova. Per quanto oggi viviamo costantemente a contatto con la tecnologia, riuscire a lavorare con gli studenti soltanto attraverso un pc non è stato facile, non sapevamo utilizzare le piattaforme online e in questo i ragazzi ci hanno davvero aiutato tantissimo, spesso ne sapevano più loro di noi.”
Crede che questa situazione abbia in qualche modo avvicinato il mondo docente a quello studentesco?
“Sì decisamente. Per tutta la durata della Dad c’è stata una vera e propria collaborazione tra noi e i nostri studenti, nonostante qualcuno abbia potuto approfittare della situazione precaria (o a volte della nostra poca praticità con la tecnologia) è stato fondamentale aiutarci gli uni con gli altri. Abbiamo vissuto un periodo storico così delicato che è come se quella distanza apparente che c’è tra professore e studente si fosse azzerata, tutti stavamo attraversando un momento difficile e per nessuno era semplice concentrarsi magari più sulla lezione che su tutto quello che stava accadendo intorno, specialmente all’inizio.”
Qual è stato, a suo parere, il vantaggio più grande offerto dalla Dad?
“Il vantaggio più grande credo sia il fatto di poter condividere facilmente e velocemente tutte le informazioni sia tra noi professori che direttamente con i ragazzi tramite piattaforme come Classroom che offre la possibilità di condividere in tempo reale tutto il materiale del corso ed organizzare le lezioni in maniera rapida ed efficace. Ovviamente la cosa che è mancata di più è stato il contatto umano, sembrerà banale ma il semplice fatto di guardare gli studenti durante una lezione per noi cambia tutto, e non sarà un computer a poterlo sostituire.”
Molti professori si sono dimostrati titubanti nei confronti della modalità a distanza, hanno chiesto agli studenti di tenere le webcam accese o hanno utilizzato qualsiasi mezzo a disposizione per evitare di copiare durante gli esami. Lei cosa pensa a riguardo?
“Penso che, come detto prima, nel pieno di una pandemia creare certi tipi di tensioni non sia produttivo. Con questo non voglio dire che sia giusto che gli studenti copino durante un esame, ma a prescindere dalla modalità a distanza o meno, stabilire un rapporto di fiducia è molto importante. Sono ragazzi grandi che hanno fatto una scelta consapevole e dovrebbero essere considerati come tali.”
Dunque, c’è qualcosa che salverebbe della Dad?
“La Dad ha semplificato molto dal punto di vista burocratico, mi ha permesso di gestire meglio il tempo, ad esempio potendo partecipare alle riunioni direttamente da casa, soprattutto per chi, come me, si sposta spesso da una città all’altra. In ogni caso, anche con il ritorno delle lezioni in presenza, credo che la parte positiva che la tecnologia ci ha offerto, rimarrà invariata, soprattutto adesso che siamo tutti un po’ più ferrati sul suo utilizzo.”
Quale sarà il futuro della didattica
Imparando dagli spunti di riflessione offerti da entrambe le parti in questione non c’è dubbio sul fatto che le lezioni a “tu per tu” rimangano l’aspirazione primaria di chi non vede l’ora di cominciare questo nuovo anno di studi in un clima di, si spera, normalità. Ma qual è, adesso, la vera normalità?
L’interconnessione è diventata parte integrante anche delle università più storiche e la capacità di offrire servizi online, tanto agli studenti quanto ai docenti, per il regolare svolgimento dei vari insegnamenti può fare la differenza in un mondo sempre più globalizzato. L’utilizzo di sistemi come Meet ha permesso, ad esempio, di poter partecipare ad eventi, conferenze, corsi di formazione in ogni parte d’Italia entrando in contatto con persone di città diverse in modo facile ed istantaneo.
Dunque, se tornare indietro non si può, è invece possibile andare avanti e migliorare il passato plasmando la realtà secondo le nuove opportunità che il mondo può offrire, più di tutte, il digitale. Probabilmente la giusta via si trova nel mezzo, attraverso una giusta commistione tra la vecchia didattica e il nuovo utilizzo del digitale, prendendo il meglio da entrambe.