“Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.” La rima baciata tra lettura e cultura.
Così scrisse Gianni Rodari, grande poeta italiano, riguardo a quella dimensione così straordinaria che è la lettura. La rima baciata tra lettura e cultura Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Risulta riduttivo definirla in una riga e altrettanto racchiudendone la storia e le motivazioni in un semplice scritto. La lettura è molto di più, è una “medicina per l’anima” proprio come riportava l’iscrizione sopra la prima biblioteca del mondo nel Ramesseum, presso Tebe.
Bisogna fare attenzione a ciò che si legge, occorre osservare anche quello che si nasconde tra le righe; conoscere e informarsi, immaginare e vivere: questi sono gli infiniti letterari che porta con sé la lettura.

«Ci sono crimini peggiori del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli» (Josif Brodskij)

Giovanni Solimine nel Rapporto sulla promozione della lettura in Italia (“L’Italia che legge”) evidenzia come i cosiddetti “lettori forti” siano meno di quattro milioni di persone e, statisticamente, sono più le donne che gli uomini a leggere. Numeri infelici dietro ai quali spesso si annida la contemporaneità troppo veloce che concorre a determinare le proprie priorità.
La lettura è messa da parte, lasciata a sé stessa come un libro sul comodino; lo vediamo ogni giorno ma non lo guardiamo davvero, consapevoli che prima o poi troveremo un momento per leggere. Quel tempo però, non arriva mai, e troppe persone si ritrovano a non aver mai neanche tenuto in mano un libro.
L’assenza della lettura nella propria vita provoca un vuoto incommensurabile, distrugge l’immaginazione e la stessa esistenza. Addentrandosi tra le pagine di un libro si viaggia a occhi aperti, si aprono nuove strade conoscitive. Ogni attimo di lettura racchiude un’esperienza che si inserisce all’interno di quel bagaglio che ogni individuo ha dentro di sé.
Il crimine della non lettura si riversa sulla propria anima, annientandola.

«Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso» (Daniel Pennac)

Circa un anno fa il mondo improvvisamente ha subito una sterzata improvvisa e le persone si sono ritrovate nelle loro case, ben lontane dalle loro abitudini.
Dalla lettura è stato tolto quel velo di polvere accumulato con il passare del tempo, rendendola la terza attività maggiormente svolta durante la pandemia; circa sei persone su dieci (62,2%) hanno dedicato il loro tempo alla lettura, così come rivela l’ISTAT nel report “Produzione e lettura di libri in Italia, anno 2019”.
In un periodo così difficile molte persone hanno deciso di salvarsi, affrontando la situazione pandemica ma anche la propria interiorità, attraverso i libri. La lunga lotta tra il digitale e il cartaceo si è fatta da parte, evidenziando come ciò che è davvero importante sia l’atto della lettura in quanto tale. Esso è momento di conoscenza, ragionamento e critica: un buon libro non offre risposte ma suscita nel lettore nuove domande.
La lettura non è mai una perdita di tempo, ognuno dovrebbe riuscire a trovare un momento da dedicare ai libri; l’importanza di questo risiede nel fatto che si prende cura di sé stessi e ci fa sentire meno soli.

«Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi» (Michel Houellebecq)

Fake news è un termine prettamente moderno, riguardante la non veridicità di notizie che si diffondono rapidamente, aiutate dalla comunicazione multimediale e informatica. Dai social network (Facebook, Twitter, Instagram) alle pagine di informazione online, gli utenti sono letteralmente sommersi da notizie di ogni genere.
Si pensi a una ricerca online: un utente inserisce delle parole chiave inerenti all’argomento di interesse, facendo così una domanda al server. Quest’ultimo risponde, proponendo una serie di voci che possono essere pertinenti ai dati inseriti precedentemente. Fin qui il meccanismo risulta essere piuttosto semplice, ma è necessario effettuare una mediazione conoscitiva da parte dell’utente nel momento della selezione delle informazioni. Occorre verificare le notizie che si leggono, senza cadere nella banalità di una scelta non ponderata, quasi automatica, anche da parte del singolo individuo.
Per far fronte a questa situazione la cultura è fondamentale, elemento per differenziare non solo i dati presentati di fronte ai nostri occhi, ma anche per differenziarsi rispetto agli altri.
La cultura è composta da tanti elementi, i quali iniziano a convergere nell’individuo fin dai primi anni della propria vita presso il contesto famigliare, andando poi ad aumentare attraverso tutte le esperienze vissute. Non basta una conoscenza di tipo quasi meccanico di nozioni, piuttosto bisognerebbe sempre provare ad addentrarsi oltre i confini designati, consapevoli che non tutto ciò che si troverà davanti è come appare.

«Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita» (Ray Bradbury)

La politica è definita come la scienza e l’arte del governare. Nel corso degli anni il modo di amministrare lo stato è cambiato molto, e con lui i protagonisti che in prima persona si occupano di essa.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
L’articolo 9 della nostra Costituzione ha come protagonista la cultura, in ogni sua forma e dimensione. Effettivamente l’Italia vanta un patrimonio artistico, storico e culturale che ogni anno attira a sé milioni di turisti.
La promozione e lo sviluppo culturale devono essere un processo continuamente in evoluzione, prendendo in considerazione le necessità ed i benefici che essi comportano. Occorre mantenere un approccio consapevole, alla cui base vi sia una solida conoscenza culturale.
Purtroppo negli ultimi anni questo elemento pare sia stato completamente dimenticato, proponendo così una tipologia di politica che seleziona una cultura superficiale e discontinua, non definibile propriamente culturale.
Non leggere un libro da molti anni, non essersi mai recati a teatro, non conoscere i capisaldi della propria storia culturale e artistica viene ultimamente venduto come un vanto; tale atteggiamento offre un esempio negativo, specialmente alle giovani generazioni che sono private di punti di riferimento concreti, e fin troppo spesso si lasciano ingannare da parole che risultano essere vuote.

«Un uomo che legge ne vale due» (Valentino Bompiani)

La lettura non a caso permette una rima baciata con il termine cultura.
Ogni individuo interpreta ciò che legge a proprio modo, mediando attraverso i codici culturali che convivono in lui.
Libri, riviste intellettuali, saggi e molto altro: piccoli scrigni in cui risiede la cultura. Immaginate per un momento che la cultura si presenti come sabbia. Possiamo affondarci mani e piedi, possiamo prenderne una manciata e tentare di contarne i granelli; vi si lasciano delle impronte, si possono costruire castelli. La forza della cultura sta nella sua capacità di trasformarsi, ma se non viene difesa rischia di non raggiungere il suo obiettivo primario.
L’uomo deve saper applicare la cultura alla vita, proponendo sempre nuove forme con cui presentarla al mondo. Si formerà una visione unica, inimitabile e controcorrente della realtà, perché un individuo sia capace di essere umano (corpo) e culturale (anima) nella sua totalità.

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