Siamo ormai nel 2025, e siamo arrivati alla conclusione che un turismo green, capace di sostenere l’economia locale senza inquinare le risorse naturali, è possibile.
Si tratta molto semplicemente di viaggiare generando un impatto sociale, economico e ambientale in maniera consapevole. Il tutto soddisfando contemporaneamente sia i bisogni della zona ospitante e sia quelli dei viaggiatori.

Negli ultimi anni in Italia ci si sta impegnando ampiamente in merito, sotto la giurisdizione e controllo dei criteri del Global Sustainable Tourism Council.
Le abitudini stesse dei turisti stanno cambiando, ricercando esperienze che permettano di entrare in contatto con la natura e le culture locali. Anche il turismo rurale si sta evolvendo, proponendo mete lontane dalle abitudini del turismo di massa.

Molte città italiane, come Venezia e Firenze, accolgono ogni anno milioni di turisti, quindi l’overtourism diventa per loro una sfida molto significativa. Stanno quindi cercando, anno dopo anno, di sperimentare e adottare misure che possano bilanciare il benessere dei turisti ma anche e soprattutto quello dei residenti e del patrimonio del luogo.

Venezia ha adottato, a partire dal 2024, una strategia molto particolare: si tratta di un sistema di prenotazione obbligatoria per i visitatori giornalieri, quindi coloro che non soggiornano, con un contributo di accesso. In tal modo i flussi si vanno a distribuire più uniformemente.
Si sta poi concentrando sulla regolamentazione degli affitti brevi soprattutto tramite piattaforme come Airbnb.

Sono stati inoltre implementati sistemi di monitoraggio in tempo reale tramite videocamere e sensori, per controllare la quantità di persone nei punti nevralgici della città. Le grandi navi da crociera hanno inoltre il divieto di accesso nel bacino di San Marco, reindirizzandole piuttosto verso Marghera.
I bagni nei canali e i pic nic sono proibiti.
Oltre al Carnevale, ha inoltre lanciato programmi che invitano i visitatori a scoprire la città nei mesi meno affollati.

Firenze non dispone di ticket di ingresso, ma sta valutando strategie simili per controllare i flussi verso attrazioni specifiche, tramite prenotazioni obbligatorie.
Sono state inoltre introdotte restrizioni sugli affitti brevi, soprattutto nelle aree del centro storico, per poter contrastare il fenomeno della gentrificazione e per proteggere l’accesso alle proprie case ai residenti.
Per quanto riguarda l’analisi dei flussi, si avvale di dati provenienti dai dispositivi mobili pianificando interventi mirati.
Promuove inoltre eventi culturali fuori stagione con per esempio mostre e festival.

In generale, entrambe le città come molte altre hanno come obiettivo la decentralizzazione del turismo, promuovendo quindi degli itinerari meno conosciuti o attrazioni più periferiche, riducendo il sovraffollamento in prossimità dei centri storici.
Anche il tipo di esperienza che si cerca di proporre può portare a una forma di turismo più rispettosa e consapevole, come quelle culturali e locali (artigianato, enogastronomia…).
Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, si sta cercando di investire in tipologie sostenibili per ridurre l’impatto ambientale.

L’importante è che il cittadino sia coinvolto in prima persona nella pianificazione delle politiche turistiche, organizzando quindi ritrovi di consultazione e forum pubblici. L’equilibrio fra la loro vita quotidiana e l’esperienza del turista è fondamentale, ad esempio regolando gli orari di apertura dei locali e delle attività rumorose.

Molti anche gli inserimenti di zone a traffico limitato (ZTL) per ridurre l’inquinamento e di divieti per proteggere il decoro urbano.

Nonostante tutte queste misure, permangono varie difficoltà, in quanto spesso le misure vengono percepite come insufficienti, non riuscendo a contrastare più di tanto gli effetti negativi del turismo di massa.

Rimane inoltre complesso mantenere un equilibrio fra crescita economica e sostenibilità, essendo il turismo una grande fonte di reddito.

Anche i fenomeni globali come il riscaldamento climatico modificano i flussi turistici, insieme alle tensioni geopolitiche che aprono le porte a sfide sempre nuove.

Il 70% di chi arriva dall’estero si concentra in un’area che rappresenta l’1% del territorio italiano, e se molti italiani riconoscono che l’overtourism sia un problema reale per cui sia necessaria la sensibilizzazione, molti altri puntano il dito contro i luoghi turistici stessi, i quali si lamentano ma al tempo stesso ricavano molto guadagno dalla situazione. C’è anche chi pensa che viaggiare in maniera sostenibile sarebbe anche giusto, ma che costi troppo.

E’ necessario infine sottolineare le differenze fra i concetti di turismo sostenibile e responsabile, seppur siano strettamente collegati.
Il primo si riferisce al preservare l’ambiente, proteggere natura e cultura locale e garantire vantaggi economici equi alle parti. Il focus è sulle generazioni future.
Il secondo si riferisce al comportamento etico dei turisti durante il viaggio, invitandoli a prendere delle decisioni consapevoli e rispettose riguardo all’ambiente, la cultura locale e la comunità ospitante. Il focus è quindi sulle azioni individuali dei turisti.

In tutto ciò, l’importante non è raggiungere la perfezione, ma svolgere piccoli accorgimenti passo dopo passo, modificando a poco a poco il proprio modo di viaggiare e di far viaggiare, per fare del bene a noi, agli altri e al mondo intero.

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