Le difficoltà di accesso e di fruizione della cultura nel post-Covid

Uno dei tanti settori che ha risentito negativamente del periodo coronavirus è stato proprio la cultura e tutti i suoi derivati, come per esempio l’arte. Durante la fase di lockdown molti musei (quali il MAXXI, le Gallerie degli Uffizi, la Pinacoteca di Brera ecc.) hanno reso fruibile delle visite virtuali sui propri siti per offrire un servizio gratuito alla popolazione afflitta dalla pandemia. Ma la visita online non è paragonabile all’esperienza corporea e di visione delle opere dal vivo. I musei italiani sono stati riaperti il 18 maggio ma non è così semplice visitarne uno, in quanto la prenotazione online è obbligatoria e gli ingressi sono contingentati. La cultura, che ha un ruolo fondamentale nella società, sembra non essere una preoccupazione dello stato italiano. Viene quasi messa quasi in secondo piano rispetto agli aspetti più prettamente economici e finanziari, come se fosse accessorio poter usufruire appieno dei mezzi che portano alla conoscenza dell’individuo.

Accedere ai musei

Tra le mostre più gettonate in questo periodo troviamo sicuramente quella su Raffaello alle Scuderie del Quirinale (Roma) che fin dall’inizio delle prenotazioni è stata assaltata. Ancor prima che il sito istituzionale delle Scuderie del Quirinale pubblicasse il link ufficiale per prenotare i biglietti, molti di essi erano già stati prenotati tramite altri siti rivenditori di biglietti online. In più, potendo visitare la mostra solo un gruppo minimo composto da 6 persone e accompagnato da una guida, per ogni fascia oraria si riduce la possibilità di prenotazione. Già verso la fine di maggio, a distanza di un giorno, le prenotazioni erano aumentate fino ad arrivare ad un tutto esaurito per tutta la prima settimana di giugno. Molte altre mostre sono state spostate invece a causa dell’emergenza Covid come per esempio quella di Banksy al Chiostro del Bramante. Tra le mostre più importanti a cui si può accedere in Italia troviamo:

  • dal 12 giugno la mostra Steve McCurry – Icons è allestita a Cagliari presso Palazzo di Città;
  • Illuminare lo spazio, lavori in situ e situati, la mostra di Daniel Buren per la GAMeC che inaugurerà il 9 luglio presso la Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione a Bergamo;
  • a Venezia Palazzo Grassi aprirà le porte al pubblico l’11 luglio conLe Grand Jeau, progetto espositivo dedicato al fotografo francese Henri Cartier-Bresson;
  • a Milano, alla Fondazione Prada, gli spazi espositivi ospitano le mostre temporanee The Porcelain Room, Storytelling (monografica del pittore Liu Ye) e K, progetto che esplora il mondo letterario di Franz Kafka attraverso la lente dei lavori di Martin Kippenberger, Orson Welles e dei Tangerine Dream;
  • il 13 giugno è stata la data della riapertura al pubblico dei Musei Pienza Città di Luce, con un unico biglietto cumulativo si visitano i monumenti che incorniciano la piazza principale della città (Palazzo Piccolomini e il Giardino, Palazzo Borgia con il Museo Diocesano, la Cripta);
  • dall’11 giugno, a Roma torna accessibile Palazzo Barberini con la mostra Orazio Borgianni. Un genio inquieto nella Roma di Caravaggio.

L’esperienza alla mostra

Tra i musei più facilmente accessibili in questo periodo ci sono quelli civici, che ospitano tutto l’anno delle mostre stabili oppure i siti archeologici all’aperto. Ecco perché la scelta è ricaduta sulla visita della Galleria d’Arte Moderna a Roma, situata in zona Barberini, per comprendere le procedure di sicurezza utilizzate all’interno delle strutture culturali.

In primis bisogna prenotarsi sul sito della Galleria oppure chiamando il numero fisso 060608, ma per il pagamento del biglietto elettronico (a cui si aggiunge il supplemento di 1 euro di prevendita) è preferibile pagare online. Si seleziona una data e si procede con l’acquisto, sapendo che si può visitare la Galleria al massimo in 10 persone a turno. Inoltre risulta necessario leggere un regolamento, lo stesso situato anche all’ingresso del museo, che spiega come comportarsi una volta in loco. Secondo il regolamento bisogna aspettare, qualora ci fosse la fila, il proprio turno di ingresso nell’apposita segnaletica a terra che distanzia le persone ad 1 m.

Una volta arrivati alla soglia del museo avviene la misurazione della temperatura corporea attraverso il termo-scanner, questa non dovrà essere superiore o uguale a 37.5 gradi. Per accedere alla mostra è necessario esibire il biglietto elettronico scaricato previamente oppure stampato in modalità cartacea e così potrà cominciare la visita. All’interno dell’edificio è obbligatorio utilizzare la mascherina, mantenere le dovute distanze di sicurezza, seguire l’apposita segnaletica (modificata a causa del coronavirus) e disinfettare le mani o i guanti con il gel fornito dal museo. È consentita la visita alle famiglie senza distanziamento ma sono vietati gli assembramenti tra estranei ed inoltre l’ingresso ai bagni deve essere contingentato.

I book-shop rimangono aperti e nel regolamento viene esplicitamente espresso che ogni individuo si assume la responsabilità di contenere il contagio. La Galleria d’Arte Moderna ospita una mostra sulla rivoluzione della visione del movimento Bauhaus, concentrandosi sull’artista ungherese László Moholy-Nagy ed espone anche documenti del centro ricerca e documentazione arti visive (1940-1990). La mostra strutturata su 3 piani dell’edificio segnala in ogni spazio espositivo il numero massimo di persone che possono sostare ed ha chiuso alcuni tratti al pubblico, ove non era possibile rispettare le norme di sicurezza.

Il personale che lavora nella Galleria è ridotto al minimo, vi si trovano infatti 4/5 persone di cui una all’ingresso per controllare gli ingressi e le temperature dei visitatori, una nella zona biglietteria per verificare le prenotazioni ed altre 2 distribuite nei vari spazi espositivi. Il numero di persone che visita i musei si è ridotta notevolmente, a causa della scomodità della procedura da effettuare per accedervi. Il primo passo critico è la prenotazione online, talvolta non si riesce a prenotare in gruppo perché il numero dei visitatori è ridotto e l’altra grande problematica è l’uso della mascherina all’interno degli spazi chiusi, non rende gradevole la contemplazione delle opere. Inoltre il caldo non aiuta a rendere l’esperienza più accogliente ma ciò che può cambiare, in questo periodo difficile, è forse il modo di fruire la cultura.

Mentre prima il museo era un momento di discussione e di scambio di giudizi tra conoscenti e critici, ora diventa il luogo della singolarità che può riuscire ad apprezzare e contemplare le opere in modo più intimo. Solitamente si sente sempre un chiacchiericcio di sottofondo e uno calpestio frequente oppure si incrociano sguardi con altre persone, sguardi di approvazione o di compiacimento. Adesso invece il silenzio che pervade tutto l’edificio è quasi straniante, sostare vicino ad una persona è vietato quindi ci si sente sempre colpevoli e ci si allontana. Non c’è più naturalezza e anche i dipinti, le sculture e le fotografie sembrano risentirne. Sono lì immobili, statiche eppure emanano un senso di tremore e di timore perché percepiscono la situazione esterna. Ma se ci si avvicina piano piano si riesce ad entrare in contatto con l’anima dell’opera e allora questa non trema più, ma si mostra per quello che è, sprigionando tutto il suo senso ed il suo splendore.

L’importanza della cultura

La cultura deve essere uno dei principali punti di intervento che un governo lungimirante dovrebbe prendere in esame al fine di consentire la diffusione e la conoscenza della società che governa. Aprire i musei, arricchire le biblioteche, conservare gli archivi non significa dedicarsi a qualcosa di antico e superato, ma anzi significa avere la possibilità di entrare in contatto con ciò che di più prezioso ogni nazione ha: la sua tradizione, la sua grandezza, tangibile e non, materiale e morale.

Per fare questo bisogna investire nella cultura con fondi pubblici ma anche privati, che permettano di valorizzare e rendere fruibili i luoghi del sapere e della conoscenza. Una conoscenza, questa, a tutti facilmente comprensibile, soprattutto se divulgata nei musei: le immagini come i quadri e le statue del tempo, infatti, sono spesso più apprezzate e riescono a trasmettere la storia o lo spaccato della quotidianità dell’epoca nella quale sono state realizzate. Non si può tralasciare un campo così importante per la formazione delle coscienze, la cultura non solo arricchisce la mente e l’animo dell’individuo ma lo educa ai valori, alle ideologie e alle organizzazioni sociali. La cultura è stile di vita, di costumi, di pratiche sociali e di folclore: bisogna esserne consapevoli. Riscoprirla vuol dire riscoprire sé stessi e la propria storia, significa offrire e offrirsi qualità intellettuale degna di essere notata.

È necessario aprire i musei al pubblico, renderli maggiormente fruibili, incentivare lo studio della storia dell’arte, organizzare visite d’istruzione nei musei, nelle biblioteche e nei teatri. L’essere umano ha bisogno di abituarsi alla cultura e può farlo frequentando i giusti luoghi, anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. Con le dovute precauzioni e con il rispetto delle norme sociali si può valorizzare la cultura senza abbandonarla in un angolo, come se fosse qualcosa di superfluo.

Direttore responsabile: Claudio Palazzi

 

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