Perché il comunismo in Italia è gradualmente sparito? E perché cultura e informazione sono di stampo occidentale? Come mai vediamo ancora l’Oriente come un mondo estraneo? Esistono verità che non tutti conoscono. Molte di queste vengono alla luce tra gli anni ’90 e i primi del duemila. Altre ancora restano sepolte negli archivi di stato. Vediamo, in particolare modo, le iniziative che nascono negli anni ’50.
L’inizio della Guerra Fredda
Durante la Seconda Guerra Mondiale l’Italia ha cambiato fronte in extremis, accettando la dipendenza dagli Stati Uniti. Terminata la guerra, però, la dipendenza è rimasta forte. Come? Partiamo dal Piano Marshall. Si tratta di un progetto che salva la Penisola a livello economico, ma la imprigiona in una serie di nodi difficili da sbrogliare. Accettare le sovvenzioni statunitensi ha significato rinunciare -anche minimamente- alla presenza del Partito comunista, estromesso per anni dalle elezioni. Un secondo elemento che piega l’Italia ai voleri americani è il Patto Atlantico, siglato nel 1949.
C’è di più?
Questa è la punta dell’Iceberg, quella che tutti vedono. Sotto al livello del mare nascono, soprattutto negli anni ’50, una serie di accordi segreti tra Italia e States che coinvolgono i servizi segreti americani (tra cui la CIA) e il governo italiano. Si manifesta tutto attraverso un Soft power ben organizzato, mirato non solo all’ambito militare, ma soprattutto a quello propagandistico. È la propaganda lo strumento più efficace per contrastare l’azione sovietica.
Le Covert Operations
Sono operazioni mirate a colpire direttamente l’influenza del Cremlino, i sindacati, i partiti italiani che lo rappresentano e, soprattutto, l’informazione. Gli Stati Uniti confidano nel successo politico della Democrazia cristiana, in particolare nella figura di De Gasperi: il premier italiano compie un viaggio negli States con una squadra di esperti al fine di parlare delle operazioni segrete che possano contrastare la propaganda del Cremlino.
I Partigiani della pace
L’URSS ha risposto prontamente alla minaccia statunitense: Nel 1949 nasce il Movimento dei Partigiani della pace, con lo scopo, appunto, di contrastare la macchina occidentale. Come? Con una propaganda forte e mirata: ricordiamo che l’Italia ha estromesso il Pc dalle elezioni , per cui la via degli intellettuali resta l’unico modo per far sentire la propria voce. Tra i famosi scrittori italiani che aderiscono al progetto ci sono Alberto Moravia e Giulio Einaudi, due pezzi grossi della letteratura e dell’editoria.
“Congresso internazionale per la libertà della cultura” e altri progetti
Gli Stati Uniti continuano a stringere accordi con numerose riviste italiane. Promuovono in Italia tantissime opere statunitensi e britanniche, collaborando anche con le case editrici locali e spronandole a creare una propaganda anti-comunista. Il Congresso internazionale per la libertà della cultura promuove gli anti-toralitarismi, i quali respingono il fascismo in primis, ma anche il regime comunista e le sue manifestazioni in Italia. I membri del Congresso sostengono che Italia e Francia siano- per lo più a occidente- le nazioni che subiscono maggiormente l’influenza comunista e- come tali- devono subire un trattamento più intenso.
Da ‘Il Mulino’ a ‘Il Mondo’, passando per ‘Pace e libertà’: alcuni dei periodici finanziati dagli Usa
Il 9 maggio del 1951 nasce a Roma il Comitato Pace e libertà: i soci fondatori sono Leone Montotti, Rinaldo Garagnani e Giulio De Marzio, a cui si aggiungerà Edgardo Sogno. Lo strumento di propaganda del gruppo è l’omonimo periodico: un mensile, per la precisione, i cui direttori sono Sogno, sotto lo pseudonimo di Franco Franchi, e Luigi Cavallo. Gli Usa appoggiano economicamente il gruppo, ma non si limitano e Sogno. Finanziano anche la casa editrice ‘Il Mulino’, il gruppo bolognese di giovani intellettuali d’ispirazione liberale e cattolica che guarda al modello rooseveltiano del New Deal con particolare interesse, e ‘Il Mondo’, che sostiene apertamente la Dc e attua una efficace opera di disinformazione.