I CANDIDATI: BIDEN E TRUMP
Per inquadrare la situazione attualmente esistente nella politica statunitense è bene iniziare parlando dei due protagonisti dell’ultimo periodo. Ad essere sinceri, la politica americana sembra piuttosto statica dal 2020, ovvero dalle ultime elezioni presidenziali. I candidati presentati dai due schieramenti, repubblicani e democratici, restano infatti gli stessi. Ma, con il passare degli anni e l’intensificarsi di situazioni mondiali complesse, gli equilibri sembrerebbero essere mutati.
Se nel 2020 Trump aveva perso, cosa dovuta anche alla sua amministrazione estremamente conservatrice e poco attenta, o apertamente contraria, alle minoranze presenti sul territorio statunitense, a partire da immigrati messicani o nativi americani, oggi i suoi sostenitori sembrano essere tornati più forti che mai. Nonostante la condanna per il caso contro Stormy Daniels, pornostar della quale aveva comprato il silenzio su una vecchia relazione con i soldi della campagna elettorale proprio del 2020, il suo favore sembra crescere.
Donald J. Trump nasce nel 1946, in un sobborgo di New York. Il cognome originario della famiglia era Drumpf tuttavia, negli anni della guerra dei trent’anni (XVII secolo), il cognome si trasformò nell’attuale Trump. Le radici tedesche vennero poi rinnegate dal padre di Trump durante gli anni del nazismo, proprio per evitare di esservi associato. Il significato del cognome sembrerebbe quasi essere un presagio del futuro successo ottenuto dall’imprenditore sia nel campo televisivo e politico.
Dopo aver ottenuto la laurea in economia, egli inizia a lavorare presso l’impresa di famiglia, l’Elizabeth Trump & sons. La ricchezza di Trump viene dalla rimessa a nuovo del Grand Hyatt Hotel e dall’espansione che la seguirà, comprando e gestendo proprietà. Tuttavia, nonostante osannato da molti come grande uomo d’affari, la sua carriera imprenditoriale, secondo un’analisi de “The Economist“, è mediocre rispetto ad altri magnati newyorkesi.
Dall’altra parte, Joe Biden, classe 1942, nasce in una famiglia cattolica della Pennsylvania. Dopo una laurea in scienze politiche si specializza in legge, diventando avvocato. La sua vita è colpita duramente dalla tragica morte della moglie e della figlia di appena un anno, nel 1972, a causa di un incidente stradale. Gli altri due figli, Hunter e Beau, presenti anch’essi nella macchina, rimasero solamente feriti.
La carriera politica di Biden inizia già negli anni ’70, quando diventò senatore del Delaware. Tale carica fu mantenuta fino al 2008 quando fu nominato vicepresidente da Barack Obama, appena uscito vincitore dallo scontro contro McCain. Da lì seguì, nel 2020, la carica presidenziale, vinta contro Trump.
I due sono agli antipodi, politicamente parlando: Trump, repubblicano e radicalizzante; Biden, democratico e moderatamente riformista. La cosa che accomuna i due e che preoccupa molti elettori, soprattutto democratici, è l’età avanzata dei due contendenti.
CHI VOTA CHI?
Con il rinnovarsi del duello Biden-Trump, troviamo anche il rinnovarsi di una campagna elettorale che ha lo stesso sapore della campagna di 4 anni fa. L’aumento dell’età nei due sfidanti e l’aumento proporzionale anche degli scandali porterebbe a pensare che sia tutto un sogno lucido, ma sfortunatamente non è così.
Da una parte, vediamo Trump che, sebbene sembri coerente e lucido, deve fare i conti con la giustizia della Grande Mela. Il processo perso contro la pornoattrice Stormy Daniels tuttavia, invece che danneggiare la sua campagna elettorale, sembra solo aver rafforzato la fede dei suoi sostenitori. La base di riferimento di Trump si è stretta intorno al suo leader, allargandosi in numero anche agli evangelici.
La loro adesione alla causa trumpiana, nonostante la vita dissoluta di Trump secondo gli standard evangelici, è dovuta alla politica altamente conservatrice e in linea con gli ambienti più intransigenti dell’evangelismo. Politica strettamente legata all’impostazione anti-immigrazione e anti-islam del suo pensiero.
Di fianco agli evangelisti troviamo complottisti di vario genere, da terrapiattisti a sostenitori dell’esistenza di un deep state che Trump starebbe abbattendo, per proseguire con reazionari che auspicano l’abolizione del diritto all’aborto, ma anche industriali, che vedono nella politica poco green di Trump un modo per incentivare i propri guadagni a scapito della Terra.
Dall’altra parte, Biden, in questi quattro anni di presidenza, e specie negli ultimi mesi, ha perso moltissimi sostenitori. In primis tra questi troviamo gran parte della popolazione musulmana e di etnia palestinese, sconvolti dall’appoggio statunitense alla politica israeliana. D’altronde, anche gli stessi studenti universitari si sono dissociati dalla politica estera di Biden per quando riguarda la questione palestinese.
Con una base elettorale sempre più debole e sempre più circoscritta, l’attuale Presidente sembra più solo che mai. Il suo stesso partito sembrerebbe essere sempre meno convinto della sua candidatura e sempre più propenso a scegliere un candidato alternativo, guardando ora alla vicepresidente Kamala Harris, ora alla ex-First Lady Michelle Obama. A preoccupare i democratici è principalmente l’età di Biden, tra poco 82enne.
Di altro parere è lo stesso Presidente che non ha intenzione di tirarsi indietro e che sembra convinto di poter sconfiggere Trump per la seconda volta. I suoi cittadini sembrerebbero essere dello stesso avviso: tra due anziani, la scelta per alcuni sarebbe l’astensionismo, non sentendosi rappresentati dalle scelte né di Biden né di Trump.
UNO SPETTACOLO IMBARAZZANTE
Pochi giorni fa si è tenuto il confronto televisivo tra i due candidati, trasmesso dall’emittente televisivo CNN e seguito in tutto il mondo da milioni di persone. Tra i due sembra esserci stato un netto vincitore: il 67% degli spettatori ha indicato Trump come quello che, tra i due, ha tenuto meglio il palco.
Biden si è presentato come confuso e molto poco chiaro nell’esprimere le sue posizioni. I dibattiti pubblici sono sempre stata, anche nella passata elezione, una chiara debolezza di Biden ed una forza per il suo contendente. Se infatti Biden balbetta e sembra confuso rispetto a date e nomi, Trump incalza e lo beffeggia, ricordando al mondo gli scandali provocati da Hunter Biden. I democratici, alla vista del dibattito, sembrano sempre più indecisi rispetto alla candidatura del loro leader.
L’atmosfera era indubbiamente tesa, con i due che non si sono neanche stretti la mano o guardati negli occhi durante il dibattito. Le continue accuse lanciate da Trump a Biden rispetto al suo modo di esprimersi o alle sue politiche, specie quelle sull’immigrazione, non hanno aiutato la tensione. Trump ha accusato Biden di essere troppo leggero sul tema e di aver fatto entrare dei criminali diminuendo i controlli alla frontiera con il Messico, luogo attualmente più pericoloso del mondo per Trump. Biden ribatte che gli unici criminali che sono effettivamente entrati attraverso l’immigrazione sono quelli immigrati durante l’amministrazione Trump del 2016-2020.
Altro tema di cui si è dibattuto è stato il supporto statunitense all’Ucraina e ad Israele. Per quanto riguarda la prima, Trump ha promesso di porre fine alla guerra, anche se non spiegando come intenderebbe farlo. Biden ha risposto sottolineando la minaccia posta da Putin all’Occidente. Rispetto al conflitto Israele-palestinese iniziato lo scorso ottobre, Trump accusa Biden di non supportare a sufficienza la crociata israeliana.
Altri temi di discussione sono stati l’aborto, con Trump che difendeva la libertà delle giurisdizioni nazionali di operare come meglio credano e Biden che prometteva di ripristinare l’aborto a livello federale, e l’età avanzata di Biden, con accenni di questo ai processi nei quali Trump è attualmente impegnato.
L’età tuttavia non sembra essere per Biden un vero problema, continuando ad affermare di essere ancora in grado di essere presidente. Affermazione sostenuta anche dallo stesso medico di Biden, che rassicura rispetto alla salute del presidente. Biden ha inoltre anche il supporto di sua moglie, Jill, e dei suoi parenti.
Il resto della popolazione e del mondo, tuttavia, non può fare a meno che chiedersi se queste affermazioni saranno vere anche tra quattro anni, quando Biden avrebbe finito questo ipotetico secondo mandato alla veneranda età di 86 anni. Ovviamente l’altra opzione ne avrebbe 82: non esattamente un giovane.
Il pensiero dei milioni di elettori americani e dei milioni di appassionati di politica americana è riassunto egregiamente da un articolo de “The Economist“, di cui cito un piccolo estratto: “Biden e Trump offrono una scelta tra l’incapace e l’indicibile. Gli americani meritano di meglio.“
In un Paese sempre più radicalizzato, presentare due scelte del genere è un massacro politico per la classe dirigente. Sembrerebbe infatti assurdo pensare che non esistano altri candidati possibili, più giovani e preparati degli effettivi candidati alla Casa Bianca. Con i repubblicani divisi internamente tra trumpiani e più moderati e i democratici completamente separati dalla loro base elettorale di riferimento, che chiede una denuncia dei crimini di guerra commessi da Israele e un ritiro di Biden, la politica statunitense sembra essere sull’orlo del precipizio.
La radicalizzazione nella popolazione, sia dalla parte trumpiana che dalla parte degli universitari progressisti che chiedono più di quello che i democratici sembrano proporre, è un buon indicatore dello stato attuale del Paese. La causa di tale radicalizzazione potrebbe essere tanto l’attuale situazione mondiale, caratterizzata da guerre, conflitti, pandemie, inquinamento e riscaldamento globale, quanto l’assenza di leader capaci a guidare le maggiori potenze mondiali.
Se la migliore offerta di repubblicani e democratici per contrastare questi complicati problemi di dimensioni mondiali ricade su due ottantenni, c’è da chiedersi se non sia il caso di ripensare la politica in generale. Sembra infatti assurdo pensare che in un Paese formato da 333 milioni di persone, con un’età media di 38 anni, essi siano i più adeguati a rappresentare tale base elettorale. Forse è arrivato il momento di lasciare spazio alle nuove generazioni, più consapevoli dei fenomeni che caratterizzano il XXIesimo secolo e con priorità, con tutta probabilità, diverse da quelle di quella parte della popolazione più anziana di cui fanno parte Trump e Biden.
Al momento il preferito sembrerebbe essere Trump, con una preferenza ai sondaggi del 46,7% contro il 43% ottenuto da Biden. Potrebbero tuttavia verificarsi delle sorprese se Biden si dovesse ritirare a favore di un candidato più giovane e brillante.
(attuali sondaggi riguardo ai candidati in gara: https://tg24.sky.it/mondo/2024/07/05/elezioni-usa-2024-sondaggi#04 )
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