4 Dicembre 2016 ore 23:00 chiuse le urne, iniziano ad arrivare i primi exit pool che vedono in vantaggio il “NO” ma nessuno si dà sconfitto prima del tempo.

23:45 prime proiezioni su un campione del 10% di schede scrutinate vede il “SI” al 40,1% e il “No” al 59,9%.

L’affluenza alle urne è stata altissima, ben più alta di quelle riservate a elezioni più politiche ma adesso ci si chiede quale sia l’alternativa politica di fronte a questo dato.

Intorno a 00:00 circa Matteo Renzi è in diretta da Palazzo Chigi, commosso e provato inizia il suo discorso: “Viva l’Italia che non sta alla finestra, che sceglie e crede nella politica. Il No ha vinto in modo straordinariamente netto, ai leader del fronte del no le mie congratulazioni, il mio augurio di buon lavoro nell’interesse del paese, dell’Italia e degli italiani. Questo voto consegna ai leader del fronte del no oneri e onori insieme alla grande responsabilità di cominciare dalla proposta delle regole della legge elettorale. Tocca a chi ha vinto avanzare proposte serie credenti e possibili. Agli amici del Si che hanno condiviso questo sogno, condiviso una campagna elettorale emozionante, vorrei consegnare un abbraccio forte e affettuoso. Ci abbiamo provato, dato agli italiani un’occasione di cambiamento ma non ce l’abbiamo fatta. Abbiamo ottenuto milioni di voti ma questi voti sono insufficienti. Volevamo vincere, non partecipare e mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta. Chi lotta per un’idea non può perdere. Lo dico a voce alta ma con un nodo in gola, non sono riuscito a portarvi alla vittoria ma ho fatto tutto quello che penso si potesse fare in questa fase. Credo nell’Italia e per questo penso che sia doveroso cambiarla e l’unica chance che abbiamo è quella di scattare e non di galleggiare, è quella di credere nel futuro. L’esperienza del mio governo finisce qui, credo che per cambiare questo sistema politico dove i leader sono sempre gli stessi e si scambiano gli incarichi ma non cambiano il paese, non si possa far finta che tutti rimangano incollati alle loro abitudini ancor prima che alle loro poltrone. Volevo cancellare le troppe poltrone della politica italiana, non ce l’ho fatta e allora la poltrona che salta è la mia.” Conclude con quasi le lacrime agli occhi: “Grazie ad Agnese per aver supportato la fatica di questi mille giorni, grazie ai miei figli e grazie anche a tutti voi. Ora per me è ora di rimettersi in cammino ma vi chiedo di essere fedeli e degni interpreti della missione per il paese. In bocca al lupo all’Italia, in bocca al lupo a tutti noi.”

Renzi che fino ad oggi ha sempre costruito sullo storytelling la sua politica sembra a questo punto molto più pacato. Le dimissioni ufficiali arrivano solo il 7 Dicembre dopo un colloquio con il Presidente della Repubblica Mattarella al Quirinale intorno alle 19:00 che gli aveva chiesto di aspettare a fare questo passo in avanti prima dell’approvazione della legge di Bilancio, ma Renzi lascia la carica di Presidente del Consiglio. Inizia così la crisi di governo. Guardando attentamente i risultati possiamo notare un 40% della popolazione pro Renzi, e un 60% pro tre movimenti politici insieme. Possiamo quindi parlare davvero di una sconfitta di Renzi? Sembrerebbe che oggi sia ancora il partito più forte ma ha avuto il coraggio di dimettersi dopo una sconfitta che non ha avuto perché fino a prova contraria nel sistema tripolare chi ha più voti è ancora lui. Intanto la sconfitta del “Si” complica la partita dell’Italicum ed è fissata per il 24 gennaio 2017 la discussione sulle eccezioni di costituzionalità sollevate sulla legge elettorale.

Cosa succederà ora? Saremo chiamati al voto o sottoposti a un altro governo tecnico?

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