Alle porte di Roma, poco fuori distante dal Grande Raccordo Anulare, è possibile visitare un enorme e suggestivo edificio abbandonato. E’ un luogo unico nel suo genere dato che, cercando informazioni in rete, esso viene spesso erroneamente qualificato come “ex-manicomio” (probabilmente a causa del fatto che la teatralità del sito attira la curiosità di molti “cacciatori di fantasmi”). In realtà, ad oggi, l’edificio viene sporadicamente utilizzato come arena per partite di soft-air.

La storia di questo orfanotrofio femminile inizia negli anni ’30, quando il Senatore Carlo Scotti decide di costruirlo nella tenuta della Colonia Agricola Romana della Bufalotta. Svolgerà il ruolo per il quale era originariamente adibito fino al dopoguerra, periodo in cui verrà trasformato in un ospedale geriatrico fino agli anni ’80. Da allora è chiuso e versa in uno stato di evidente abbandono. In seguito, suoi unici utilizzi sono stati, come detto, da location per sfide di soft-air e per servizi fotografici o set di alcuni film. Ha però alimentato le fantasie di numerosi fanatici e sostenitori del paranormale, dando vita a molte leggende e storie metropolitane.

Nonostante i vari tentativi di riqualificazione, ad esempio la proposta di trasformarlo in un ostello della goiventù in vista del Giubileo del 2000, l’orfanotrofio della Marcigliana resta ancora oggi uno degli edifici più “sprecati” dell’intera penisola. Eppure, e questo appare evidente già ad un primo sguardo, le possibilità di dargli nuova vita sono molteplici. Del resto, le dimesioni e la struttura dell’edificio lo rendono estremamente versatile e bisognoso di una quantità minima di modifiche prima di poter essere impiegato nuovamente. La prima idea potrebbe essere quella di renderlo un hotel: ciò attirebbe non solo i prima citati fanatici del paranormale, ma anche e soprattutto chi intende semplicemente trovare un alloggio che renda fattibile visitare sia il centro di Roma sia una parte della sua periferia.

Un’altra ipotesi potrebbe essere quella di renderlo un museo, o comunque di fare in modo che ospiti mostre ed  eventi culturali, in modo da diventare un punto di riferimento sia per i turisti che per i residenti. Questa opzione, inoltre, darebbe grande lustro ad un edificio che, effettivamente, fino ad oggi, è stato valorizzato molto meno di quanto meriterebbe.

Sta di fatto che lasciare un luogo di questo calibro senza un utilizzo è un vero e proprio spreco: da qualsiasi prospettiva (economica, storica, sociale ecc…) si decida di guardare la questione, è decisamente un controsenso costruire nuovi edifici per attività che potrebbero benissimo sfruttare questo orfantrofio. Cè poi anche da considerare un altro aspetto: la stessa zona in cui è localizzato questo edificio gioverebbe di una sua eventuale revitalizzazione, dato che essa gode di un patrimonio culturale e storico da non sottovalutare assolutamente.

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