Accetteresti mai di prendere il tuo cellulare, metterlo al centro di una tavola piena di amici, e lasciarlo a loro disposizione? “Perfetti sconosciuti“: un film sul potere distruttivo del cellulare Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Ogni messaggio o chiamata che riceverai non conoscerà alcuna privacy, sarà di dominio pubblico. Faresti mai questo gioco?
I protagonisti del film “Perfetti sconosciuti” lo hanno fatto, e le conseguenze sono state tutt’altro che positive.
Perfetti sconosciuti è una commedia drammatica del 2016, girata dal regista romano Paolo Genovese.
Il tema centrale, su cui ruota l’intero film, è il ruolo del cellulare come “scatola nera” dei nostri segreti, come archivio delle nostre più intime confessioni.
I protagonisti, un gruppo di sette amici (di cui tre coppie) si riunisce a casa di una di loro, per una semplice cena in compagnia. Questa si rivelerà una tragedia a seguito di una proposta da parte di un componente del gruppo: poggiare tutti i cellulari sul tavolo e per l’intero corso della serata leggere ogni messaggio ad alta voce o ascoltare le chiamate in vivavoce.
Per una sera non ci saranno segreti, anzi questi verranno svelati completamente.
Gli amici sono convinti del fatto che nulla di così interessante potrà accadere, poiché conoscendosi da molti anni pensano di sapere tutto di tutti. Sono convinti di conoscere i segreti di chi hanno accanto.
Ma purtroppo non è così, ci sono segreti che non diciamo a nessuno, neanche al nostro o alla nostra partner, anzi soprattutto a loro.
“Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta”
Così recita uno dei protagonisti durante il film e non dice altro che la verità.
Ci sono segreti che abbiamo paura a confidare perché temiamo di essere giudicati. Segreti che teniamo nascosti perché pensiamo che non siano importanti e che potrebbero solo essere fraintesi. Segreti che facciamo fatica a condividere anche con noi stessi, quindi come potremmo mai renderli pubblici.
Un cellulare può facilitarci la vita quotidiana, ad esempio permettendoci di entrare in contatto con persone lontane, distanti. Possiamo facilmente trovare qualsiasi informazioni desideriamo, a portata di mano, con un semplice tocco sullo schermo.
Ma nonostante ciò, gli smartphone possono renderci la vita molto più complicata e addirittura sono anche in grado di rovinarla, se non ne facciamo un uso corretto.
Il potere di un cellulare non è da sottovalutare e può essere distruttivo. La nostra vita può essere rovinata anche solo lasciando il nostro dispositivo nelle mani di qualcun altro e permettendogli di leggere messaggi e conversazioni.
Questo perché ormai, per pigrizia, comodità, o per motivazioni che neanche sappiamo, trascinati forse dalla consuetudine della nostra epoca, non facciamo altro che utilizzare il nostro cellulare come archivio per i nostri segreti, per i nostri ricordi.
Tendiamo a rinchiudere il nostro mondo all’interno di un dispositivo elettronico o addirittura a fare di esso un mondo parallelo, una seconda vita, di cui solo noi conosciamo il contenuto.
La nostra privacy può essere infranta in ogni istante, con un piccolo gesto, solo sbloccando lo schermo del nostro cellulare. Non c’è alcuna ulteriore protezione per i nostri segreti, solo una password o un codice su uno schermo. Una volta inserito, il nostro mondo può essere nelle mani di tutti e può essere plasmato secondo il volere di chi possiede le nostre informazioni.
Lo smartphone ci rende ipocriti, superficiali e sprovveduti. Pensiamo di poter nascondere qualcosa facendo affidamento su un dispositivo elettronico e non siamo in grado di confidarci davvero con le persone che abbiamo accanto.
Il cellulare unisce tanto quanto divide.
La facilità con la quale si può entrare in contatto con ogni tipologia di contenuto (video, immagini, notizie ecc.) mette sempre di più in pericolo anche i bambini, a cui si permette di utilizzare il cellulare ormai dalla tenera età.
Un bambino non è in grado di analizzare in modo critico ciò che vede, prende tutto per vero e si lascia trascinare e coinvolgere da video e giochi inopportuni, diventando sempre più dipendente da essi. Soprattutto attraverso i social, i bambini e i ragazzi vengono attratti dai confronti con le altre persone e tendono ad imitare ciò che vedono.
Quindi bisognerebbe prestare attenzione a chi permettiamo di utilizzare tale dispositivo e soprattutto all’uso che ne facciamo.
Riusciresti a stare senza telefono per un giorno? Saresti in grado di condividere i tuoi pensieri con chi hai accanto, senza tenerli segreti nel cellulare? Accetteresti di far leggere ai tuoi amici il contenuto del tuo telefono?
Se la risposta a queste domande è no, significa che il cellulare ti tiene in ostaggio, che ha il potere di fare di te quel che vuole.