Situato a ridosso del Grande Raccordo Anulare, il quartiere residenziale di Porta di Roma è un’aggiunta piuttosto recente al panorama capitolino: la sua costruzione è iniziata nel 2007 stesso anno in cui è stata aperta Galleria Porta di Roma, uno dei centri commerciali più grandi d’Europa ed indubbiamente cuore pulsante dell’intero quartiere.

La visione iniziale del progetto di Porta di Roma la concepiva come una città nella città: le intenzioni del Campidoglio sotto la leadership di Rutelli e Veltroni prevedevano la costruzione di di centri direzionali di natura sia pubblica che privata ma dopo 16 anni dall’inizio della sua edificazione il quartiere non solo è rimasto unicamente di natura residenziale ma presenta già tante delle fragilità lamentate dal resto d ella Capitale.

Intervistando due ragazze abitanti nel quartiere le problematiche di Porta di Roma sembrano essere legate soprattutto alle mancanze di una rete di trasporto pubblico adeguata, un servizio di nettezza urbana che lascia molto a desiderare e che si ricollega alla presenza massiccia di cinghiali selvatici, diffusi in tutta la zona residenziale, e la situazione di degrado del Parco delle Sabine, che si estende per 147 ettari e rappresenta un vero e proprio polmone verde per il quartiere.

Ai margini della città 

Come già menzionato una dei punti negativi del quartiere di Porta di Roma è la mancanza di collegamento con i mezzi pubblici al resto della città. Le linee di autobus principali e che coprono la distanza più lunga sono la linea del 38, che parte dalla stazione centrale Termini ed arriva fino a Baseggio (a cavallo tra porta di Roma e Nuovo Salario), e la linea dell’80 che da Piazza Venezia arriva fino al capolinea di Porta di Roma, alla fine di via Carmelo Bene. Il capolinea vede attiva la linea del 435: da Porta di Roma a Via Val di Lanzo, zona Talenti, passando per il quartiere Monte Sacro. Da entrambe le interviste è emerso che la linea più importante è sicuramente quella dell’80 non solo perché consente di arrivare fino al centro città ma perché collega alla fermata della metro più vicina, quella di Jonio, nell’omonimo quartiere. La mancanza di una stazione della metro propria costituisce sicuramente un limite importante soprattutto per la popolazione più giovane del quartiere che deve spesso ricorrere a metodi alternativi e notevolmente meno veloci per arrivare nelle altre zone di Roma.

Cinghiali, immondizia,incendi estivi: l’assenza del Comune

Altre problematiche emerse dalle interviste sono ricollegabili ad una generale assenza dell’autorità Comunale che non sembra essere riuscita ad intervenire in maniera efficace sulla presenza massiccia di cinghiali in tutto il quartiere. 

“I cinghiali vengono attirati dall’immondizia che straborda dai cassonetti, la sera ho paura a far uscire il cane”  dice Marta, una ragazza intervistata. Nel giro di pochi anni si è passato da avvistamenti singoli e sporadici, sempre nello stesso quadrante, ad una presenza massiccia e radicata. “Il Parco delle Sabine in alcune parti non è recintato e questo non aiuta, se uno si affaccia dal balcone dopo le 23 è più probabile che veda un cinghiale che un passante”  riferisce Livia. Sempre legato all’ inadempienza dell’amministrazione capitolina è il tema dei frequenti incendi che durante le sempre più calde estati romane divampano nella zona del parco nei punti dove l’erba continua a crescere senza essersi mai tagliata.

“Dove vivo io, nei pressi della rotonda alla fine di Via Carmelo Bene, assieme agli altri condomini abbiamo dovuto comprare un trattore per occuparci noi stessi del problema” dice Marta, che nei 10 anni in cui ha vissuto nel quartiere ha visto divampare un incendio quasi tutte le estate.

Il parco delle sabine

Inizialmente progettato come un oasi verde nel nord della capitale, il parco delle Sabine si è da subito rivelato un calvario per i residenti e per il comune di Roma a causa dei contrasti legati alla sua gestione: l’originaria impostazione di polmone verde delineata nell’intervento urbanistico noto come Centralità Urbana Bufalotta (approvato nel 2001) che prevedeva un giusto equilibrio tra edilizia residenziale, servizi e verde pubblico viene attualmente difesa dall’associazione Tutela per il parco delle Sabine, fondata da privati cittadini nel 2013. 

Sul tema Livia ha detto: “il parco in alcune sue parti è in stato di abbandono, i cestini sono pieni di immondizia perché non vengono svuotati e questo attira gabbiani, cornacchie e cinghiali. E poi mancano dei servizi essenziali per un parco: dall’ultima volta che ci sono stata non ci stavano né fontanelle né bagni pubblici.”

Riguardo agli avvenimenti recenti sull’amministrazione del parco nè Livia nè Marta sembravano essere informate sul tema, la prima ha solo detto “mia mamma mi ha detto che ad Ottobre c’è stata una riunione di qualche tipo sul parco ma in realtà sono pochi i residenti che si tengono ancora informati sul tema, penso che siamo un po’ tutti rassegnati”. La riunione a cui si riferisce l’intervistata è quella che si è tenuta il 27 Ottobre presso l’assessorato all’urbanistica di Roma Capitale un incontro tecnico-politico tra progettisti, il Fondo Tulipa, l’assessorato e il terzo municipio per aggiornare il progetto del Parco delle Sabine: in questa occasione l’associazione per il Parco delle Sabine ha presentato un documento tecnico esaustivo che conteneva una serie di richieste riassumibili in quattro punti: ampliamento delle aree alberate, intangibilità del perimetro per impedire l’accesso ai cinghiali nelle ore notturne, collegamento dei tragitti ciclopedonali tra i lati del parco ( lati di Via della Marciliana, Porta di Roma e Fidene/Via Serpentara) e la valorizzazione per attività culturali e sportive.

Il quartiere di Porta di Roma presenta quindi luci ed ombre: se da una parte abbiamo molto più verde rispetto ai quartieri storici della capitale, un centro commerciale che permette ai residenti di avere costante accesso a tantissimi servizi e un’edilizia residenziale di ultima generazione, dall’altra il quartiere sembra presentare quelle criticità già rilevate nel resto della periferia romana. I residenti di porta di Roma sembrano tuttavia non arrendersi ad uno stato di degrado e sono già in moto varie iniziative private per tutelare il parco e le zone circostanti.

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