Dopo la vittoria della coalizione di cento-destra alle elezioni politiche del 2022 più gente parla sul tema dell’indipendenza del Nord Italia. Questo dibattito interessante e serio ha sostenitori e oppositori. Ambe parti ci danno argomenti convincenti e poco convincenti. Gli oppositori esprimono paura per le conseguenze negative nell’economia dopo il processo dell’indipendenza. I sostenitori dicono che l’indipendenza porta le prospettive nuove nell’economia. Chi ha ragione?
Perché ne parlano tanto?
Prima di analizzare la situazione ci vuole capire perché gli italiani ne parlano oggi. La coalizione centro-destra comprende quattro formazioni politiche incluso Lega per Salvini Premier. Ufficialmente Lega non ha lo scopo di aumentare i diritti delle regioni settentrionali, ma ci sono le paure da parte degli scettici. Inoltre il membro della Lega Roberto Calderoli è il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie (lo scopo è sviluppare la collaborazione tra Stato, regioni e autonomie locali). Molti italiani hanno paura di che Roberto Calderoli usi il suo potere e trovi un pretesto per aumentare i diritti delle regioni settentrionali. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (anche il membro di Lega) potrebbe aiutare a giustificare economicamente le misure di Calderoli. Per questi motivi gli italiani cominciarono a esprimere nelle reti sociali paura di che i politici di destra approvino i passi per aumentare l’autonomia delle regioni settentrionali
Oppositori dell’indipendenza
Innanzitutto gli oppositori considerano che l’Italia affronterà una grave crisi economica in tutti i livelli. L’Italia divisa potrebbe ripetere destino di Gran Bretagna. Dopo il Brexit economia britannica ha affrontato le tasse sull’importazione di merci. Le tasse alte hanno provocato scarsità di merci. In caso dell’Italia le autorità dell’Unione Europea possono impostare le sanzioni contro “Il Stato indipendente” difendendo cosi i loro interessi.
Il secondo argomento contro indipendenza è il ruolo importante delle regioni del Sud nella produzione agricola. Le regioni del Sud si occupano della gestione dell’agricoltura. Grazie a loro attività Italia occupa i primi posti nella produzione del vino, l’olio e l’uva da vino. Tutti conoscono la qualità italiana! É evidente che il settore agricola gioca il ruolo principale e arricchisce il bilancio statale.
I sostenitori dell’indipendenza
I sostenitori dell’indipendenza credono che l’economia italiana è indipendente e per giunta autosufficiente grazie alla produzione e potenze delle regioni settentrionali. L’industria automobilistica in Italia è un settore notevole nel paese. La maggioranza delle fabbriche automobilistiche si trovano nelle regioni settentrionali. Non dobbiamo dimenticare dei centri di negozio.
Inoltre è più facile per le regioni settentrionali importare i prodotti nazionali per essere circa alle confine degli altri paesi. Secondo ai sostenitori le regioni settentrionali potranno formare uno Stato in caso del risultato positivo di referendum. Inoltre “il stato italiano di Sud” fosse essere filtro supplementare contro migrazione.
Realtà di oggi
Nonostante la crisi economica nel paese le chiacchierate sull’indipendenza continuano. Sempre ci sono sostenitori e oppositori. Ma ogni discussione provocatoria deve essere utile per gli interessi dello Stato. Per esempio, si può stabilire le zone economiche speciali nel territorio limitato delle regioni settentrionali per calmare il conflitto e la tensione tra le parti. In queste zone si possono diminuire le tasse o proporre le condizioni più vantaggiose per gli imprenditori. Da una parte è soddisfare parzialmente gli interessi dei sostenitori. D’altra parte è assicurare un po’ crescita economica per Italia.
L’altro modo di risolvere questo conflitto infinito è inviare gli specialisti delle regioni settentrionali al Sud per scambiare l’esperienza.
Comunque il governo deve occuparsi sul questo conflitto. Lo scopo principale del governo Meloni per oggi è superare la crisi economica nel paese.