In questo 2020, segnato dall’arrivo del virus Sars Cov-2, abbiamo spesso sentito dire di come la televisione e le piattaforme online (Netflix, Amazon Prime Video, Disney+ etc..) hanno reso il periodo del lockdown meno triste e solitario. Non vi è dubbio che i personaggi dei film e delle serie tv ci hanno fatto compagnia e ci hanno fatto evadere attraverso una realtà sociale in questo anno messa fortemente in discussione. Questo lungo viaggio immobile che chiamiamo leggere. Direttore responsabile: Claudio Palazzi
E i libri, che funzione hanno svolto in questo lungo e spesso triste periodo? Rispetto alle stime degli anni passati, in questo anno particolare gli italiani sembrano aver riscoperto l’importanza del libro; questo oggetto apparentemente antico riesce ancora oggi, in periodi di emergenze, a prestare conforto a chi lo acquista. Un libro, infatti, permette al suo lettore di decidere in prima persona come figurarsi i luoghi, gli sguardi e i personaggi narrati all’interno di esso. Case editrici come Feltrinelli, Mondadori e Ibs hanno registrato un aumento delle vendite dello 0.3% rispetto al 2019 (fonte registrata dall’AIE); ad affiancare le grandi librerie, nel prestare soccorso onirico e fantastico, le biblioteche comunali e nazionali hanno dovuto reimpostare il loro lavoro dalle basi cercando di trovare soluzioni che potessero accontentare tutti.

Le biblioteche di Roma, da sempre abituate ad ospitare migliaia di studenti universitari e liceali, quest’anno si sono viste svuotate del loro cuore pulsante ed essendo state lasciate, inoltre, sole da parte delle decisioni economiche del governo hanno dovuto improvvisare un nuovo ed efficiente modello di prestito; i lavoratori di queste strutture hanno infatti deciso di andare avanti e adottare le misure di contenimento e quarantena anche per i libri, facendo sì che questa istituzione culturale non si spegnesse. La biblioteche di Roma, così come quelle nazionali e comunali diffuse in tutto il territorio italiano, hanno istituito la quarantena del libro. I libri presi in prestito dagli utenti, una volta restituiti venivano sottoposti a quindici giorni di isolamento dopo esser stati prima disinfettati; insomma un libro, proprio per il suo ruolo di compagno contro la solitudine si è meritato le stesse attenzioni riservate agli esseri umani.

Molti sono i ragazzi che negli anni, grazie al Servizio Civile Nazionale, hanno scelto di entrare a fare parte del progetto “Biblioteche di Roma” comprendendo, sin da subito, l’importanza che i libri e la cultura posso dare all’uomo: uno di questi ragazzi si chiama Alessandro. Egli ci ha riferito come Biblioteche di Roma non ha smesso di svolgere la sua attività durante il lockdown e di come si sia interessata a rendere il lavoro di questi volontari il più semplice possibile. Ovviamente le difficoltà iniziali sono state molte ma, dopo circa un mese di organizzazione, il sistema bibliotecario è ripartito riuscendo a garantire a tutti i propri servizi.

Molti utenti però hanno riscontrato che il sistema di “quarantena del libro” ha spesso rappresentato un ostacolo per lo studio in quanto alcuni libri richiesti non erano disponibili al prestito immediato; la chiusura delle sale lettura, che da anni hanno svolto un ruolo di aggregazione importante per gli studenti universitari, hanno rappresentato il vero disagio in questo anno caratterizzato dalla pandemia. Gli studenti universitari, in particolar modo, a seguito della chiusura delle biblioteche, si sono sentiti privati di un luogo dove poter fare amicizia, scambiarsi opinioni o semplicemente, come ci ha raccontato Leonardo uno studente abruzzese trasferitosi a Torino per motivi di studio, un luogo che per tutti gli studenti definiti “fuori sede” è come una seconda rumorosa e gioiosa casa. Biblioteche di Roma e le altre biblioteche nazionali infatti, più volte hanno sollecitato le istituzioni per una loro riapertura in quanto pronte ad ospitare, nella massima sicurezza, i propri lettori: l’appello purtroppo è rimasto inascoltato sino alla fine del lockdown nazionale nel mese di maggio. Ancora oggi, a seguito delle nuove restrizioni, le biblioteche si sono ritrovate in una situazione simile a quella dello scorso inverno ma tutti noi auspichiamo che il nuovo anno possa restituirci il piacere di sedere in una sala lettura di una biblioteca e viaggiare con la mente in luoghi ancora inesplorati e immaginare i lettori o gli studiosi accanto a noi dei personaggi della nostra lettura.

E per chi non è studente ma un semplice lettore, cosa ha significato la chiusura di una biblioteca? Abbiamo chiesto a Fabio, un signore romano di 60 anni, appassionato di lettura e soprattutto grande fruitore dei servizi offerti dalle biblioteche, cosa ha significato per lui vedere una biblioteca chiusa. Egli ci ha risposto così:
“Immaginate di aver passato tutta la vostra giornata a lavoro, di essere stanchi e non aver nemmeno la voglia di mettervi ai fornelli a cucinare e vi fermate nel primo posto a comprare una qualsiasi cosa da mangiare e trovate la scritta “chiuso”ve ne fate una ragione e vi rassegnate a dover cucinare voi stessi. Ma immaginate, ora, questa stessa giornata ma la scritta “chiuso” la trovate di fronte ad una biblioteca: ecco lì è come trovare la porta di casa vostra ma di non avere le chiavi per poter aprire. Avete paura e vi spaventa l’idea di rimanere soli e di non aver nessuno al vostro fianco a porgevi una mano e dirvi che insieme, quella porta, riuscite ad aprirla ”.
Per questo nuovo anno auspichiamo che tutti i punti di raccolta culturale come teatri, cinema, musei e biblioteche possano riaprire e possano finalmente far tornare a sognare gli italiani, ognuno con il proprio strumento magico.

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