La riqualificazione di piazza Sempione, centro focale del Municipio III di Roma, ha generato diverse discussioni. Due sono state le più importanti divergenze riscontrate da parte della popolazione, in seguito alla presentazione del progetto da parte del Municipio. Riqualificazione di Piazza Sempione – Due Punti di Vista Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Abbiamo deciso di chiedere la disponibilità per un’intervista ad esponenti di ambo i fronti: le associazioni Csa Astra e Non Una di Meno – Roma da un lato e Militia Christi e Il Sacro non si tocca difendiamo piazza Sempione dall’altro. Le due ultime organizzazioni sopramenzionate, in contrasto al progetto, ci hanno dato la loro disponibilità. Invece Csa Astra e Non Una di Meno – Roma non hanno voluto per il momento rilasciare dichiarazioni. L’idea originaria dell’articolo era concepire un’intervista doppia, per riassumere i due principali punti di vista sul tema. Quindi rimanendo disponibili ad un contradditorio, abbiamo deciso di intervistare due esponenti delle organizzazioni critiche rispetto al progetto.

Intervista a Francesco, portavoce del comitato Il Sacro non si tocca difendiamo piazza Sempione del 26 marzo 2021.

Quando e come è venuto a conoscenza del progetto di riqualificazione di piazza Sempione? Cosa ne pensa nel suo complesso del progetto da 700 mila euro?          F: Sono venuto a conoscenza tramite amici che mi hanno avvisato del progetto. Poi mi sono informato su internet facendo una ricerca per capire di cosa si trattasse realmente. Il problema è innanzitutto non aver coinvolto preventivamente la cittadinanza e il quartiere per discutere di alcuni punti del progetto e dei lavori. In primis non è stata coinvolta la cittadinanza per lo spostamento della statua. Per riqualificazione bisogna vedere cosa si intende. Lo spostamento di una statua simbolo del quartiere, con suo abbassamento e ridimensionamento, non lo è. In secondo luogo ci sono venuti alcuni dubbi, non tanto sulla pedonalizzazione, ma sui riflessi che questa potrebbe avere sulla viabilità di quel tratto, e se la pedonalizzazione possa indurre una sorta di movida, di cui abbiamo parecchi dubbi sugli effetti. Un conto è viale Gottardo, a poche decine di metri dalla piazza, in cui ci sono locali abbastanza tranquilli, ogni tanto hanno protestato i residenti in realtà, ma non ci sono stati grossi casini dal punto di vista dell’impatto sociale. Il dubbio nostro è che in piazza si voglia fare qualcosa abbastanza di nicchia.

Perché avete deciso di costituire il Comitato “Salviamo Piazza Sempione”? Qual è lo scopo?                                                                                                                        F: Il comitato è nato in maniera molto spontanea. Ciò attraverso amici di quartiere, persone che già si stavano occupando di raccogliere le firme e persone della parrocchia. Ci siamo detti perché non facciamo qualcosa di coordinato per portare avanti queste istanze? Quello che abbiamo capito è che c’è stata subito una grossa sensibilità sullo spostamento della statua.

Cosa c’è davvero dietro, secondo lei, allo spostamento della statua della Madonna della Misericordia? Una riqualificazione o un messaggio contro la Chiesa e i fedeli? Oppure?                                                                                                                        F: Ci sono due aspetti. Uno è quello pratico di riqualificazione. Una statua che è un piccolo monumento al centro della piazza, che viene spostato e ridimensionato, poiché la prima bozza del progetto prevedeva la collocazione della statua a lato delle scalinate della Chiesa. Poi, magari sentendo un po’ le proteste e il mormorio della gente che si stava stranendo, hanno cambiato la direzione e hanno previsto un progetto dove la statua veniva comunque indietreggiata e abbassata verso la scalinata della Chiesa. Uno spostamento del genere diventa molto inutile. C’è un problema di riqualificazione che non può passare dalla diminuzione della bellezza della statua, che è un simbolo religioso e di identità del quartiere. È un ex voto, la statua sta là per ricordare la fine della guerra, lo scampato rischio dai bombardamenti. Poi ovviamente ci vediamo una certa malizia, antireligiosa e anticristiana. Il fatto che a supportare lo spostamento della statua ci siano determinate realtà palesemente anticristiane e antireligiose, legate ai centri sociali e al movimento delle femministe è stato palese, vista la manifestazione blasfema. Essa era contro la religione in generale. Tra l’altro nel comitato hanno aderito comunità di musulmani e gente non credente che ci ha appoggiato perché ritiene giusta questa battaglia. Se pensiamo che all’interno del Municipio c’è un assessore alla cultura che spalleggia e supporta i centri sociali, il movimentismo femminista e di estrema sinistra, evidentemente la cosa fa pensare. Tra l’altro non c’è stata una così netta condanna sull’accaduto, c’è sempre stata una sorta di minimizzazione. Sono stati molto più pesanti gli attacchi al sacerdote che ha fatto la celebrazione davanti alla statua.

Cosa ne pensa delle parole usate dal Parroco don Mario Aceto che ha definito uno “scempio” l’affissione della bandiera arcobaleno sul palazzo del Municipio e detto che la statua deve restare dove si trova?                                                                  F: Il Parroco ha semplicemente visto un attacco contro l’identità religiosa della piazza. Ovviamente la bandiera arcobaleno è un simbolo politico. Non ci abbiamo visto nessuna volontà di discriminazione, come hanno voluto far credere. Ha preso posizione in difesa della statua e dell’identità religiosa. A prescindere dal comportamento del Parroco però ciò non vuol dire che è giusto spostare la statua o fare questa riqualificazione, con più danni che benefici. Loro hanno messo l’accento, con questo pretesto, su una battaglia contro l’omofobia, quando non è questo il tema. Il tema è esclusivamente su un problema urbanistico e sulla volontà della cittadinanza di preservare la statua come simbolo di identità, riferimento e storia del quartiere.

Per quanto riguarda la manifestazione organizzata l’8 marzo da CSA Astra e Non Una di Meno Roma, che ha visto fra l’altro l’utilizzo da parte di esponenti femministi della cosiddetta “vagina sacra” contro le parole di Don Mario Aceto, cosa si sente di dirmi? Come si comporta secondo lei il terzo Municipio nei confronti dei fedeli, della parrocchia e verso la comunità LGBT?                              F: Questo è un discorso che diventa molto più ampio. Sulla questione della manifestazione blasfema ci si aspettava una condanna più ferma. Quando l’Assessore alla cultura è venuto alla nostra manifestazione, molti gli hanno chiesto una condanna sull’accaduto. In realtà, il suo intervento è stato una presa in giro e provocazione verso la gente che era venuta per manifestare. Non c’è chiarezza da parte del Municipio sulla parità di trattamento o perlomeno rispetto di quelle che sono le richieste dei cittadini della comunità. La gente non si sente molto rispettata, mi riferisco ai cittadini che volevano essere interpellati prima della presentazione del progetto e alla comunità cristiana. Un po’ di mancanza di rispetto direi quindi che c’è stata.

La statua della Madonna sarà collocata, secondo il progetto municipale, nei pressi della scalinata della Chiesa, per “valorizzarla”. Secondo lei vi è modo di poter coniugare la riqualificazione con lo spostamento della statua, magari coinvolgendo la comunità locale, oppure il no è categorico? Non è però pretestuoso in questo ultimo caso?                                                                            F: La riqualificazione va fatta, siamo favorevoli. C’è disponibilità a parlare perché la riqualificazione la vogliamo tutti quanti, ben vengano le cose positive. Come nello specifico per la pedonalizzazione dei parcheggi di fronte al Municipio. Non vediamo però i motivi dello spostamento della statua. Attualmente le macchine continuano a passare anche con la statua in mezzo. Stiamo cercando, con l’aiuto di qualcuno di più esperto, di fare qualche contro proposta evitando lo spostamento della statua e tenendo conto delle problematiche legate al traffico. Però per riqualificare il posto ed evitare che si acuisca il problema del traffico, la soluzione non passa attraverso lo spostamento della statua. A Roma il traffico c’è, lo sappiamo, ma la soluzione non è spostare la statua. La spostano perché vogliono restringere ancora di più la carreggiata, per cui il problema del traffico rimarrebbe. C’è un problema di riduzione dei parcheggi ma si può ragionare per avere parcheggi spostati in luoghi limitrofi alla piazza. La stessa Giunta che parla di ambientalismo e verde potrebbe pensare a delle alternative ai parcheggi, invitando la gente a fare un pezzo di strada a piedi. Per noi la riqualificazione significa lasciare la statua al centro, abbellirla, mettere l’illuminazione, restaurarla.

Come comitato, come tutti i cittadini, siamo disposti a un confronto pratico sulla direzione dei lavori. Però la statua è talmente importante come riferimento che qualsiasi spostamento comunque equivarrebbe a un ridimensionamento e impoverimento della stessa. Per questo ci teniamo che rimanga lì dov’è.

Intervista a Lorenzo Roselli responsabile delle comunicazioni di Militia Christi del 27 marzo 2021.

Quando e come è venuto a conoscenza del progetto di riqualificazione di piazza Sempione? Cosa ne pensa nel suo complesso del progetto da 700 mila euro? Vi è stato un preventivo coinvolgimento da parte del Municipio verso la comunità, nello specifico cattolica e parrocchiale?                                                                      L: Siamo venuti a conoscenza abbastanza tardi rispetto all’accettazione dello stesso tramite bando. Il progetto è stato presentato tra fine gennaio e inizio febbraio a cose già fatte. C’è stata un’interazione con la Parrocchia pressoché inesistente, finita tra l’altro male. Il Presidente Caudo si è presentato in un incontro con Padre Mario Aceto, presentando il progetto che non è piaciuto. E da lì in poi, dopo un’assemblea fatta temporalmente molto tardi, non c’è né mai stata nessun’altra. Noi abbiamo saputo di fatto dai media come la gran parte della cittadinanza, non dagli organi preposti del Municipio. La posizione espressa da Militia Christi dice che noi non siamo contro il progetto di pedonalizzazione. Fare delle modifiche rispetto alla situazione dei parcheggi, allargare il sagrato dei Santi Angeli Custodi non è una cattiva idea e non ci siamo opposti a questo. Il nostro interesse focale è stato sullo spostamento di Santa Maria Madre Misericordia. Poi ammetto che ho trovato molte intelligenti argomentazioni esposte da parte del Dott. Martino del comitato Salviamo piazza Sempione. Quello che si va a creare è un progetto volto solo a favorire, al di là delle motivazioni usate, un’idea specifica di intrattenimento e movida da istituire in quella zona, con attività commerciali e una grossa presenza di privati all’interno della piazza. Si va a creare quindi una piazza interamente pedonalizzata che, eliminando i parcheggi, diverrebbe poco fruibile sul piano lavorativo. La si dedica esclusivamente a un’idea di movida, quando la pedonalizzazione potrebbe essere fatta mantenendo una parte di parcheggi, senza stravolgere tutto. Questo progetto mi pare quasi simile all’idea di fare una sorta di Pigneto o Garbatella a Roma nord-est. Nei nostri comunicati infatti abbiamo ripreso l’idea di un regalo ai privati della piazza. Non siamo a priori contrari. Abbiamo chiesto un confronto, dove si è creata un’aspra polemica con Caudo. Gli esponenti della Giunta hanno stigmatizzato altamente Militia Christi. Abbiamo chiesto un confronto in cui potessimo partecipare. Non c’è stata alcuna risposta. C’è stato anzi lo show di Csa Astra, centro sociale amico di alcuni esponenti della Giunta. Infine abbiamo mandato una sorta di email ultimatum, chiedendo se ci ricevevano, dato che Caudo ci aveva detto che lo avrebbe fatto. La richiesta è stata negata e allora abbiamo fatto due settimane fa la prima vera manifestazione. Siamo un po’ scettici, usando argomenti esposti da Salviamo piazza Sempione. Ma non siamo né favorevoli né contrari al progetto in sé. Il nostro punto focale rimane infatti l’attacco all’identità religiosa, del quartiere con lo spostamento della statua.

Cosa c’è davvero dietro, secondo lei, allo spostamento della statua della Madonna della Misericordia? Una riqualificazione o un messaggio contro la Chiesa e i fedeli? Oppure?                                                                                                                        L: Non credo che ci sia stato (un messaggio contro la Chiesa). Del resto il Presidente Caudo è troppo intelligente per voler fare di questo una faccenda da Guareschi o da Camillo e Peppone. Tra le persone che sui social sono diventati un megafono della faccenda, c’è stato un manifestarsi di una serie di persone molto legate a Csa Astra. Intervenendo sulla faccenda hanno detto che la Parrocchia sarebbe restia a uno spostamento così irrisorio perché, se si spostasse la statua, si perderebbe la centralità che la Chiesa rivendica su Montesacro. In realtà il discorso è un altro. Viene fatta ironia da parte di alcuni sostenitori al progetto. Questi non si sono mai visti in piazza, a parte il corteo di Csa Astra, che però non mi sembra un corteo di quartiere, dato che i manifestanti provenivano da tutta la città. La posizione della statua è centrale, sia la Parrocchia che noi lo abbiamo detto. Quella posizione ha un senso perché quel monumento è un ex voto, voluto dai cittadini di Montesacro che hanno pagato una colletta per costituirlo. Non fa parte del progetto originario, però è stato voluto in quella posizione perché Montesacro è stata risparmiata dai bombardamenti, nonostante fosse vicino ai pochi poli industriali di Roma. Il fatto di spostarlo e renderlo un abbellimento della Parrocchia, farebbe perdere il senso della struttura. Non è un’opera meravigliosa artisticamente, non è un David di Michelangelo, però ha un senso di devozione storica e popolare del quartiere. E anche questo fa cultura e storia di una precisa zona. A nessuno gli verrebbe in mente di spostar la statua della Colonna dell’Immacolata. Nessuno la metterebbe di fronte a Santa Teresa dei Morti. La statua è stata voluta dalla fede e devozione popolare. Non intasa e disturba. Non capiamo perché impedirebbe la pedonalizzazione. Perderebbe il suo senso se esposta da altra parte.

Cosa ne pensa della rimozione del vostro striscione “Giù le mani dalla statua” di Militia Christi? Cosa ne pensa invece delle parole usate dal Parroco don Mario Aceto che ha definito uno “scempio” l’affissione della bandiera arcobaleno sul palazzo del Municipio e detto che la statua deve restare dove si trova?                  L: Quella affermazione di Padre Mario Aceto può essere riscontrata nel momento in cui disse, dopo la messa: perché un esponente del Municipio scende e sposta lo striscione (di Militia Christi) laddove il comune stesso ha degli striscioni che sono evidentemente di parte sulla struttura pubblica? Lui ha inteso, riferendosi alla bandiera arcobaleno, “scempio” sulla base ideologica che ha la parola. Il punto è che, come abbiamo detto in piazza, il Municipio, il Consigliere Zocchi e L’Assessore Raimo, non hanno visto l’ora di poter usare questa cosa per attaccare un Parroco, accusandolo di fare discriminazione contro gli omosessuali. Quella bandiera è però un simbolo politico per chi ha studiato la militanza omossessuale degli anni ‘70 e ’80. Fu generato dalle correnti dell’attivismo omosessuale che leggeva l’omosessualità in senso politico. Dall’ambito di Milk, fu generata quella bandiera che divenne simbolo del Gay Pride. Per sua definizione quella bandiera ha un significato politico e ricollegata al movimento Lgbtq che pretende e si presenta come un simbolo che rappresenterebbe le persone omosessuali. Al di là di tutto non è un simbolo che è identificabile con le persone omosessuali. Se una persona dice giustamente che quella bandiera non la ritiene un simbolo adatto a una struttura pubblica è una opinione lecita. La Chiesa Cattolica nel suo catechismo dice che è contraria alle discriminazioni a persone con tendenze omosessuali. Quando fa pastorale rivolta a persone di tendenza omosessuali però è evidente che non utilizzi questa bandiera. Non viene utilizzata credo da quasi nessuna istituzione nel mondo. È stata messa lì ma Padre Mario Aceto non ha chiesto di rimuoverla, l’ha attaccata per suo dire per quello che rappresenta su base politica. Ma questo non può essere fatto valere, e sarebbe intellettualmente disonesto, a un attacco alle persone omosessuali. Non è che stiamo attaccando il triangolino rosa che era presente nei campi di concentramento, per cui si potrebbe dire che si sta attaccando un simbolo che è legato al dolore e alla sofferenza che hanno passato alcune persone omosessuali. È un simbolo invece eminente politico il nostro. Raimo ha affermato che ha rimosso il Sacro Cuore, che è il simbolo di Milita Christi ma anche della devozione Cattolica, perché quel simbolo essendo anche di Militia Christi è come se fosse una svastica. Una affermazione del genere offende obiettivamente la devozione cattolica, dato che il Sacro Cuore è un elemento centrale di devozione a Gesù Cristo dal Cinquecento. Perché ciò non crea problemi e invece attaccare un simbolo politico diventa un’offesa agli omossessuali? È pretestuoso. Serve per giustificare la parata di Csa Astra e per attaccare l’opposizione al progetto. In mancanza di una presenza popolare così convinta per scendere in piazza e difendere il progetto, si sono subito gettati a mio avviso sulla faccenda dell’omofobia.

Per quanto riguarda la manifestazione organizzata l’8 marzo da CSA Astra e Non Una di Meno Roma, che ha visto fra l’altro l’utilizzo da parte di esponenti femministi della cosiddetta “vagina sacra” contro le parole di Don Mario Aceto, cosa si sente di dirmi?                                                                                                  L: Quella manifestazione è stata oggettivamente parlando una manifestazione provocatoria, fatta in un momento in cui si sono ben accertati che non ci fosse nessuno in Parrocchia che potesse avere qualcosa da ridire. Hanno scelto un orario in cui la Parrocchia non celebra messa. Sono venuti alle 11:30 quando l’ultima messa è alle 10:15. È volutamente una cosa provocatoria contro il Parroco, rivolta ai padri caracciolini, perché la Chiesa era aperta. È una bestemmia su due aspetti. Intanto lo striscione con la scritta “like a virgin” sulla statua è ovvio che è un attacco al culto mariano. D’altra parte c’è stata quella rappresentazione con scopo provocatorio. Il senso di questa manifestazione non credo sia interpretabile se non come un attacco violento ad elementi della dottrina cattolica e per converso alla Parrocchia e ai fedeli cattolici di Montesacro. Ci sono stati dei rosari spontanei fatti dai fedeli e la rabbia da parte della Parrocchia per quel gesto è stata enorme. Nessuno del Municipio si è mosso, sono stati i parrocchiani a staccare lo striscione, non ci sono state parole di condanna, laddove però c’è un’amicizia con Csa Astra. È evidente il non voler scendere in campo con la stessa ferocia con cui si è staccato “Giù le mani dalla statua”.

Qual è il clima nei confronti della comunità LGBT nel quartiere?                              L: Non credo sia emerso nulla come attacchi alle persone omosessuali. Ci sono state delle manifestazioni di rabbia di alcuni rappresentanti, su cui si è attaccato Raimo. Esse però non sono la pubblica espressione di nessuno dei comitati, né di Militia Christi. Dalla Parrocchia non ci sono state parole di attacco agli omosessuali o parole virulente contro le femministe per quello che hanno fatto. Io credo che tutta la questione dell’omotransfobia è stata voluta per attaccare Militia Christi, per quello che rappresenta. Per creare una sorta di movimento in difesa del progetto, anche se viene lì per combattere l’omofobia. Sono persone che non hanno alcun tipo di conoscenza del progetto e vengono lì trascinati da una polemica a livello demagogico. Come dall’altra parte politica si utilizzerebbero gli zingari per qualsiasi cosa, qui si utilizza questo termine per creare dissenso e sdegno per qualcosa che in realtà è una bolla creata strumentalmente. Sono cose che con il progetto non c’entrano nulla. Una difesa politica popolare del progetto non c’è. Perciò usano questi elementi distraendo dal nodo.

La statua della Madonna sarà collocata, secondo il progetto municipale, nei pressi della scalinata della Chiesa, per “valorizzarla”. Secondo lei vi è modo di poter coniugare la riqualificazione con lo spostamento della statua, magari coinvolgendo la comunità locale, oppure il no è categorico? Non è però pretestuoso in questo ultimo caso? Anche perché adesso è per alcuni solo uno spartitraffico.                                                                                                                L: La definizione di “spartitraffico” è stata usata con fare denigratorio ed è priva di senso. È spartitraffico perché quella piazza è al centro del traffico cittadino. Il fatto che è così, è prova della sua centralità rispetto alla vita urbana della piazza. È stato anche fatto un recinto per evitare danneggiamenti e garantirne la dignità. Non si tratta di un’opera di Canova, ripetiamo, il senso suo di esistere è che fosse messa in prossimità della cittadinanza. Loro dicono che 5 metri non cambia nulla. Allora 5 metri evidentemente sono tanti sia per attestazioni della cittadinanza sia della Parrocchia. Ci sono espressioni anche di alcuni periti che hanno detto che quella posizione è legata al senso stesso del monumento. Spostarla da un lato non centrale gli farebbe perdere l’identità e lo scopo. Quei 5 metri diventerebbero qualcosa di più quindi. D’altra parte c’è un’idea reiterata che non si può non spostarla perché altrimenti impedisce la pedonalizzazione che fatichiamo a comprendere. Il processo di pedonalizzazione non è alterato se la statua mantiene l’attuale collocazione. Il rilievo critico presentato da alcuni architetti dice che il progetto può essere mantenuto senza spostare la statua. Quindi è anche il Municipio che non si apre al dibattito, che veda la possibilità di mantenere l’attuale collocazione. Talché penso che ci sia stata l’idea da parte di alcuni esponenti del Municipio di farne una questione di bandiera. Se cedono sullo spostamento e la lasciamo dov’è, la danno vinta a un Parroco etichettato come omofobo, che se poi passa il Ddl Zan sarà anche un’offesa che tra l’altro la legge penalizzerà. Se si dà vinta a Militia Christi si dà vinta a neofascismi e neonazismi, etichette che sono false naturalmente.

Infine c’è da precisare che nonostante al momento esponenti dell’opposizione hanno dato sostegno, non c’è alcuna intenzione di portare realtà elettorali in piazza. Militia Christi è un movimento politico ma non si candida alle elezioni. Perciò nessuno vuole politicizzare la piazza. Diversamente dalla parte avversa, non c’è stato un utilizzo elettorale per fare un favore a qualcuno.  Quindi le manifestazioni non hanno visto la partecipazione di liste dell’opposizione, sono state indette su base popolare. Per tutto ciò ribadisco il carattere trasversale e non elettoralistico di queste manifestazioni, che non portano voti a nessuno.

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