Roma è una città estremamente popolosa e multietnica. Centro del mondo antico, attualmente è una delle città maggiormente sviluppate dal punto di vista delle infrastrutture pubbliche, nonostante le numerose criticità.

Roma Capitale esiste per effetto dell’art. 114 comma 3 della Costituzione italiana, che recita: “Roma è la Capitale della Repubblica. La legge dello stato disciplina il suo ordinamento”. La legge attuativa 42/2009 attribuisce all’Ente territoriale Roma Capitale diverse forme di autonomia: statutaria, finanziaria e amministrativa.

Al fine di comprendere la natura delle problematiche legate alla mobilità romana, è essenziale analizzare l’aspetto più importante che è quello legato alla distribuzione della popolazione e al rispettivo reddito dei cittadini e degli stranieri.

La popolazione e la mobilità

Roma Capitale è inserita nella Città Metropolitana di Roma Capitale. La città conta 4.320.088 abitanti in un territorio grande come quello di Milano, Bologna, Firenze, Torino, Napoli, Bari, Catania e Palermo… Sommati tra di loro. I Municipi più popolosi sono quelli dell’area est di Roma, quindi parliamo del Municipio V, VI, VII. Questi municipi sono dotati di una popolazione che si aggira al di sopra dei 150.000 abitanti per Municipio. Gli stranieri si collocano in percentuale abbastanza elevata nell’area centrale e nord di Roma (per lo più stranieri che vivono presso famiglie agiate per conto di cui lavorano). I Municipi che, invece, ospitano maggiori stranieri abitanti in proprio sono il V e il VI.

Negli ultimi anni, tra crisi economica e pandemia, la qualità del trasporto pubblico ha visto l’ammontare di molteplici difficoltà. Oggi, infatti, la maggior parte dei romani si muove utilizzando mezzi propri. Sono pochissimi coloro che scelgono l’alternativa dei mezzi pubblici. Questo comporta in primis un problema di congestione e in secondo luogo – anche se strettamente correlato – a un evidente problema di inquinamento prodotto dalle numerose ore trascorse nel traffico.

La voce dei cittadini

Analizzando la questione, è interessante soffermarsi sulla posizione dei cittadini. Per questo viene data la possibilità di conoscere la posizione di Marta (nome di fantasia) lavoratrice romana di 31 anni che ogni giorno è costretta a muoversi nella caotica capitale.

“Come si muove a Roma per raggiungere il proprio luogo di lavoro?”

Prima della pandemia tentavo di sfruttare maggiormente i trasporti pubblici, nonostante le criticità che ogni giorno riscontravo. Molto spesso non mi era possibile arrivare in tempo a lavoro per ritardi smisurati o per scioperi annunciati troppo tardi. Dopo la pandemia ho deciso di muovermi solamente con la mia macchina, poiché temevo la diffusione del virus nelle sopraffollate metro. Mi sono resa conto che, calcolando bene i tempi del traffico, ho una maggiore sicurezza di arrivare in orario.

“Come pensa si possano risolvere le criticità del sopraffollamento dei mezzi pubblici?”

Ritengo sia possibile contrastare il sopraffollamento solo incrementando le corse e garantendo consequenzialmente più orari per l’utilizzo del servizio.

“Ha precedentemente affermato che l’auto rappresenti un mezzo più sicuro per il raggiungimento in orario dei luoghi; davvero non può esistere un’altra alternativa più ecologica?”

Ho pensato molto spesso a questa questione. Ovviamente mi dispiace spostarmi ogni giorno con un mezzo che si sa, negli orari di punta è fermo negli ingorghi inquinando in maniera spropositata una città di per sé già molto inquinata. Io, però, non vedo altre alternative. Anche perché, oltre al danno ambientale, c’è da analizzare anche la spesa economica a cui sono sottoposti tanti romani impossibilitati a trovare una diversa soluzione.

Conclusioni e proposte

Di fronte alla questione sottoposta dall’intervistata, si può pensare di progettare delle nuove frontiere di mobilità. Sarebbe interessante immaginare un potenziamento della rete in sotterraneo, teorizzando il progetto di una nuova linea D e di un completamento della linea C fino a Grottarossa.

Inoltre, sarebbe interessante teorizzare la realizzazione di piste ciclabili sicure, ma con la consapevolezza che queste non risolveranno il problema dell’inquinamento senza il collaudo una forte struttura di trasporti pubblici.

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