Il Coronavirus e il futuro dell’istruzione

L’Italia, insieme al resto del mondo, sembra ormai avviarsi verso la normalità. Questo grazie all’alto numero di vaccinati, la percentuale di popolazione vaccinata ammonta circa all’88,61 per cento. Tuttavia, nonostante il calo dei contagi con il Coronavirus che sembra si stia adattando, secondo gli esperti, al nostro organismo al pari di qualsiasi altra influenza stagionale, il caos generato dalle nuove normative – con il nuovo decreto legge approvato il 2 febbraio 2022 – tradisce le aspettative.
C’è davvero aria di normalità? Bisognerebbe chiederlo a chi, in prima persona, sta sperimentando sul posto di lavoro o a scuole, questa normalità fatta di regole, a volte, tutt’altro che chiare.

Un’esperienza diretta

Francesca, madre di due ragazzi di una scuola secondaria di primo grado, è testimone di questa nuova normalità e quotidianità caotica, lontana da ogni aspettativa degli studenti nonché dei genitori. Una sua testimonianza, insieme a quella di altri genitori, insegnanti o studenti, può essere fondamentale per poter comprendere a pieno il punto di vista dei comuni cittadini, che da due anni, quasi tre, cercano di trovare tra il caos della pandemia le normali consuetudini che sembrano un ricordo lontano.

“L’anno scolastico è iniziato ormai da qualche settimana. Rispetto allo scorso anno i ragazzi le sembrano più motivati?”

I bambini in sè per sè sono sempre stati motivati, ma quest’anno noto nei miei ragazzi un senso di “accomodamento”. Un impegno minimo e indispensabile.
Non credo sia dovuto, però, alla mancata presenza in aula a causa della Dad. Ma facendo comparazioni con i miei anni di scuola, i bambini mancano di stimoli veri e propri.

Il non poter interagire direttamente e fisicamente con i compagni, il non poter avere un abbraccio di incoraggiamento da parte dell’insegnante, si manifesta negativamente nei ragazzi, che oramai hanno trovato nella Dad una zona di comfort.

“Nonostante il calo dei contagi, moltissimi studenti continuano a preferire la Dad. Secondo lei il motivo potrebbe essere una sensazione di ansia legata al ritorno in classe in normalità a cui i ragazzi non sono più abituati?”

Come già anticipato, la Dad ha sviluppato nei ragazzi il timore del confronto. Si trovano bene nella nuova realtà “virtuale”: poche ore di lezione, il rimprovero a distanza da parte degli insegnanti che perde di significato.
La Dad, però, può essere sicuramente comoda per alcuni genitori che sanno dove si trovano i figli e non devono più uscire di casa evitando così il rischio di contagio.

“Ma grazie all’alto numero di vaccinati la Dad sembra ormai un’eccezione, la maggior parte degli studenti si trovano in aula. Crede che sia una scelta saggia?”

Io sono sempre stata favorevole alla didattica in presenza. Innanzitutto perché la scuola in presenza è fondamentale per la crescita personale degli studenti e poi è importante il confronto con le altre persone, anche al di fuori della famiglia.
La scuola non si limita alla funzione istruttiva delle materie, ma è la base per l’integrazione dei bambini e ragazzi nella società e nel mondo in generale.

“Cosa pensa del Green Pass, potrebbe essere uno strumento discriminatorio?”

Il Green Pass può essere discriminatorio se usato male, addirittura per chi ce l’ha.
Ho sentito di genitori che non potevano entrare a scuola per riprendere i bambini perché non avevano il Green Pass, quando magari chi ce l’ha va in giro positivo anche se asintomatico correndo il rischio di contagiare.
Quindi, sì. Potrebbe essere discriminatorio se usato male.

“Quindi, Green Pass obbligatorio per gli studenti: Sì o no?”

Se fosse legato ai tamponi, sì. Tutelare la propria salute e quella degli altri è la prima cosa importante. Ma se si considera il discorso dal punto di vista vaccini allora dico no. Nessuno deve essere obbligato verso questa scelta.

“Cambiando argomento, come stanno vivendo il ritorno in aula i ragazzi?”

Il ritorno in aula lo vivono benissimo. Ritrovarsi tra amici è, credo, la cosa più bella che bambini e ragazzi vivono potendo tornare a scuola.

“Ma quindi c’è davvero aria di normalità?”

Purtroppo no, non ancora. Ma sono sicura che presto le cose miglioreranno.

“Si dichiara soddisfatta delle nuove misure per la gestione dei casi di positività nelle scuole?”

Sì, direi che sono soddisfatta. Soprattutto per quelle entrate in vigore da qualche giorno. Questo è segno che la scelta di vaccinarsi abbia dato finalmente i frutti sperati.

“Le nuove norme volte alla gestione della pandemia la fanno quindi sentire in sicurezza per i suoi figli?”

I miei figli sono sempre stati in sicurezza. Forse più di quanto si possa fare in altri posti frequentati. Non sono preoccupata al momento. Stanca di questa situazione sicuramente, ma preoccupata, direi di no.

Conclusioni

Nonostante il caos generato dal nuovo decreto legge, di cui molti lamentano la poca chiarezza e comprensione, per alcuni o per molti, il calo dei contagi grazie alla campagna vaccinale sembra promettere presto un ritorno alla normalità. Inoltre, sembra quasi essersi allontanata la paura del contagio con la nuova variante Omicron, molto simile alla vecchia influenza stagionale.

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