Francesco Stasi, in arte Kid Yugi, ormai noto rapper tarantino di 23 anni, poche settimane fa ha rilasciato il suo nuovo album I Nomi del Diavolo. Dopo il successo estivo di Massafghanistan, in questo disco (già platino) Yugi, accompagnato da diversi maestri del rap italiano, descrive il male, nelle diverse forme che questo può assumere.

Tra i brani ritroviamo Ilva, un remix di Fume Scure di Fido Guido, considerato il male per eccellenza della città di Taranto, “una terra – ormai – rossa”. 

A Taranto, infatti, dal 1961 e per una superficie complessiva di più di 15 km2 , risiede la più grande acciaieria d’Europa che costringe i cittadini a vivere in un limbo in cui il diritto al lavoro sembra valere più del diritto alla salute. La Valutazione dell’impatto sanitario delle attività dell’impianto siderurgico di Taranto (2022, OMS) conferma chiaramente che le emissioni nell’aria dell’impianto ex-ILVA “sono causa di eccessi di mortalità e altri impatti negativi sulla salute, con relativi costi economici”. Gli impianti siderurgici, quindi, hanno purtroppo segnato completamente il destino di una città in cui “non si scorge l’orizzonte, non c’è alcun futuro”. 

Ciò che penalizza ulteriormente Taranto è l’etichetta che le viene attribuita, la si guarda e la si giudica solo dal punto di vista economico e problematico mentre, in verità, ha un enorme potenziale che potrebbe essere sfruttato.

La città, infatti, viene fondata nel 706 a. C. dagli Spartani, da cui viene soprannominata Taras. È l’unica colonia spartana al di fuori del territorio della Grecia e, grazie alla sua potenza navale, data dall’omonimo golfo, diviene una delle città più importanti della Magna Grecia. Mantiene per diverso tempo la sua indipendenza prima di essere annessa all’impero romano e, successivamente,  viene conquistata da Goti, Bizantini, Longobardi e Saraceni, poi diviene normanna, sveva e aragonese. Insomma, Taranto ha subito diverse influenze, tutte testimoniate dai tantissimi e meravigliosi reperti storici del museo che la città ospita: il MarTa.

Taranto è inoltre soprannominata la Città dei due mari: Mar Grande (Jonio) e Mar Piccolo. Quest’ultimo somiglia ad un otto rovesciato, venne ammirato da Virgilio e Orazio e, ad oggi, ospita la produzione di mìtili più elevata d’Italia (circa 30.000 tonnellate l’anno). Al di sopra del canale che unisce i due mari, vi ritroviamo il Ponte San Francesco di Paola, il famoso “ponte girevole”, aperto periodicamente, facendo ruotare le due metà su un lato, per consentire il passaggio a grosse navi militari. In questo modo, la città è letteralmente spezzata in due. Il ponte girevole, infatti, collega l’isola del Borgo Antico con la penisola del Borgo Nuovo.  

In prossimità ritroviamo il Castel Sant’Angelo, meglio conosciuto come “Castello Aragonese”,  ricostruito negli anni tra il 1487 ed il 1492, gestito dalla Marina Militare e prima attrazione turistica della città. 

Il periodo dell’anno più importante per Taranto è quello della Settimana Santa, in cui la città si trasforma in un esclusivo luogo di culto: i riti religiosi iniziano la Domenica delle Palme con l’asta dei simboli che verranno portati in processione e, a partire dal giovedì, la città si riempie di perdoni, confratelli scalzi, vestiti con abiti di rito ed incappucciati che si recano in pellegrinaggio verso gli altari della reposizione delle chiese dei due borghi. Il culmine dei riti avviene il Venerdì Santo quando comincia una processione che rientra nella chiesa del Carmine solo la mattina seguente con uno dei perdoni che, bussando per tre volte, ne farà aprire le porte. 

Al di là delle attrazioni (e queste sono solo alcune), quello che caratterizza Taranto è il sentimento di appartenenza e di non arresa dei cittadini dal cuore rossoblu e Kid Yugi ce lo dimostra nelle sue canzoni, in cui rivendica le sue origini più volte e in modo spassionato.

In un mondo in cui si continua ad ostentare ricchezza e futilità, i tarantini vivono di piccole e semplici tradizioni: la “birretta” esclusivamente Raffo con gli amici, la partita allo stadio Iacovone, la passeggiata sul lungomare “mentre Su fanno la Fashion Week”. Queste sono alcune delle cose che mantengono viva una città da cui i giovani terroni, con molto rammarico, fuggono, per evitare di fare i conti con i wind days, o crescere dei figli con la consapevolezza che possano ammalarsi da un momento all’altro. 

Il brano Ilva spiega perfettamente la rabbia che la gente di Taranto prova, perché completamente ignorata dalle istituzioni di un Paese in cui “la legge legittima il sopruso”. È proprio forse questo l’intento di Yugi, farsi ascoltare dai poteri forti mentre si chiede dov’è Dio e se anch’Egli è ricoperto di diossina, ma non c’è dio che possa combattere nomi del diavolo come questo. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here