Con la mostra personale di Michele Tombolini, “The Great Nightmare”, ha inaugurato la propria attività Agostino Art Gallery, nuova galleria milanese con sede in via Solari n. 72. Fondata e diretta da Cinzia Lampariello Ranzi e Giacomo Ranzi, la Galleria nasce da una storia di collezionismo familiare, proponendosi come spazio riservato a capsule collection e progetti curatoriali, tra arte, costume e attualità.
«Agostino Art Gallery – spiega Cinzia Lampariello Ranzi – intende promuovere un approccio multidisciplinare nell’arte contemporanea, per superare limiti e confini stabiliti. Un incubatore virtuoso, capace di riflettere la natura futuristica e aperta della metropoli italiana. Proprio per questo abbiamo scelto di inserire nel nostro logo il triangolo di Penrose, tanto caro ad Escher, in quanto innamorati degli “oggetti impossibili”, che offrono tuttavia infinite possibilità. No proporremo quindi solo mostre, ma anche talk, presentazioni editoriali e laboratori, in un’ottica di scambio e condivisione. È stato un piacere e un onore dedicare l’esposizione d’esordio a Michele Tombolini, artista di grande talento e sensibilità, che con la sua ricerca denuncia ogni forma di violenza perpetrata verso gli esseri umani».
Michele Tombolini, reduce dalla Biennale di Venezia, presenta a Milano quattro opere di grandi dimensioni realizzate nel 2022, in cui la pittura diventa multimediale attraverso l’utilizzo di riproduzioni digitali su monitor, suoni, frammenti di recupero e materiali specchianti. L’artista rende palese l’orrore di tutte le guerre, a partire dalle sue consuete figure, in alcuni casi sovrapposte a scenari di distruzione e di fuoco, la cui libertà d’espressione viene negata da droni militari e maschere antigas. Nonostante il grande incubo, permane tuttavia l’inossidabile speranza (“The Hope” è il titolo di una delle opere in mostra) in un futuro migliore.
«Queste opere – spiega Michele Tombolini – vogliono sottolineare il grande incubo dell’umanità, ovvero la guerra. Non mi riferisco direttamente alla situazione attuale, perché come artista non mi metto mai da una parte, ma desidero far pensare, mi piace far riflettere su tutte le guerre che ci sono state, che ci sono e che ci saranno».
“Control” rappresenta il volto di una donna con un drone in bocca, elemento grafico che si illumina, si ingrandisce e rimpicciolisce, generando il suono angosciante di un elicottero. “Mask” ritrae una ragazza con una maschera sul viso, al cui interno vengono proiettati filmati di bombardamenti assordanti relativi a varie epoche storiche, trasportando lo spettatore in uno scenario da incubo. In entrambe le opere, immagini di specchi rotti sullo sfondo enfatizzano ulteriormente un’idea di distruzione e desolazione. Le ultime due opere, più grandi rispetto alle altre, trasmettono invece un messaggio di speranza. “The Hope” e “Don’t forget” raffigurano due ragazze che, allontanandosi dai palazzi distrutti alle loro spalle, sembrano avvicinarsi allo spettatore. Indossano abiti preziosi, materici, in rilievo, come se fossero in procinto di andare ad una serata elegante. Un evento di rinascita, di ritorno alla vita. Sulla bocca una farfalla, simbolo che nell’alfabeto dell’artista è da sempre un messaggio di luce.
La mostra, realizzata in collaborazione con Cris Contini Contemporary, è visitabile fino al 23 novembre 2022, da lunedì a venerdì ore 11.00-13.00 e 15.30-19.30, sabato e domenica su appuntamento. Ingresso libero. Per informazioni: www.agostinoartgallery.it, www.instagram.com/agostinoartgallery.
Parallelamente all’esposizione di Michele Tombolini, Agostino Art Gallery è impegnata a New York con la mostra “Imani” di Davide Dattola, Roberto Carullo, Andrea Genovese, Domenico Gentile e Vira Shcherblyuk presso Amber Green Art Gallery, di cui è partner.
Agostino Art Gallery dispone in permanenza di opere provenienti dall’attività collezionistica di Cinzia Lampariello Ranzi e Giacomo Ranzi, avviata nei primi anni Ottanta. Si segnalano, in particolare, i lavori di Endless, unico street-artist presente nella collezione degli Uffizi, e di Michele Tombolini, entrambi esposti nel Padiglione di San Marino alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Sono inoltre disponibili le opere dell’artista brasiliano Romero Britto e le famose sculture di Kriss Guenzati Dubini, così come le ricerche di Jeff Robb, Mr. Brainwash, Roberto Carullo e Marco Lodola, protagonista di un’importante collaborazione con la Maison francese Hermès. Dal dialogo tra l’artista americano Bran Symondson (collezionato anche da Elton John) e Cinzia Lampariello Ranzi è nata l’opera “AK 47 War Ukraine Russia” (2022), che presto sarà presentata in Galleria. Cinzia Lampariello Ranzi e Giacomo Ranzi dispongono infine di una capsule collection dedicata a Sua Maestà la Regina Elisabetta II, con opere commissionate ad artisti internazionali.
Michele Tombolini, nato a Venezia nel 1963, vive e lavora tra Venezia e Berlino. La sua ricerca spazia in diversi campi, dalla pittura alla scultura, dalle installazioni alla performance. Il suo stile pittorico iniziale trae origine da una ricerca introspettiva che fa dell’istintività prorompente il suo aspetto più caratteristico; il suo stile materico è ispirato dai grandi maestri del Novecento, da Picasso fino ai grandi sconvolgimenti della transavanguardia. In occasione della sua partecipazione con un video a “Personal Structures” a Palazzo Bembo durante la Biennale di Venezia del 2013, Michele Tombolini pone le basi per un cambiamento, rivolgendo la sua ricerca verso un approccio sempre più concettuale, dove l’idea e il messaggio sociale fanno da padrone. Nel 2014 l’artista si trasferisce a Berlino dove realizza “Butterfly”, opera murale interattiva, sulla facciata di un palazzo nel centro di Berlino est. L’opera monumentale, di 30 m, si inserisce nel contesto del progetto internazionale “Indelible Marks”, volto a sensibilizzare il pubblico nei confronti del grande problema della prostituzione infantile nel mondo e dell’abuso di minori. “Butterfly”, raffigurante una bambina in bianco e nero con la bocca coperta da un cerotto ma con delle ali blu di farfalla, rappresenta il principio di una rivoluzione nel linguaggio dell’artista in cui si inserisce un elemento di positività, rappresentato dai colori brillanti, in contrapposizione al grigiore della città, al degrado e ai problemi sociali che caratterizzano le grandi metropoli. Il nuovo percorso artistico di Michele Tombolini si caratterizza per un approccio all’immagine che può essere definito Pop, mantenendo però un livello di lettura secondo che si fa messaggero di un interesse spiccato per le dinamiche sociali, il cosiddetto Social Pop. In occasione della Biennale di Venezia del 2019 Michele Tombolini si fa notare per la sua installazione “La Mendicante Griffata” appoggiata al muro dell’Accademia di Belle arti: si tratta di una donna mendicante con il viso coperto e un cartello con scritto “Ho fame aiutatemi”. L’elemento destabilizzante è la presenza di una borsa griffata e dei gratta e vinci sparsi a terra: si tratta di una finta povera o una ricca impoverita a causa del consumismo e delle piaghe sociali contemporanee? L’installazione del manichino in vari punti di Venezia è stata seguita da una esposizione presso Cà Zanardi con la proiezione di un video artistico con le reazioni dei passanti. L’artista ha rivendicato l’intervento sull’opera di Banksy, “Il piccolo migrante”, comparsa a Venezia nell’estate del 2021. Tombolini ha applicato una X adesiva sulla bocca del bambino, senza danneggiare l’opera dello street artist inglese e rimuovendola dopo 24 ore, a catalizzare l’attenzione sul tema delle migrazioni in Italia e rafforzando il messaggio di Banksy. La bocca tappata sta ad indicare l’impossibilità dei migranti di spiegare la loro versione dei fatti e farsi ascoltare per far rispettare i propri diritti, ponendo l’accento sulla questione delicata del traffico umano illecito in Italia, gestito dalle mafie. Le sue opere sono esposte all’interno del Padiglione della Repubblica di San Marino alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, nell’ambito del progetto “Postumano Metamorfico”, organizzato da FR Istituto d’Arte Contemporanea in collaborazione con Cris Contini Contemporary.