L’amore universale, la solitudine, la paura per un futuro incerto, la percezione di un malessere generale della società attuale, stigmatizzazione di tutto ciò che impedisce la nostra evoluzione e ci scaraventa indietro nel tempo, la guerra. Sono questi gli (In)soliti fiori di Ileana Andrei, autrice che vive a Milano che ha voluto imprimere nero su bianco i petali di una società che affronta sfide quotidiane.

La silloge, in versione e-book, è pubblicata nella collana “Altre frontiere” dell’Aletti editore, poiché è tradotta anche in arabo dal maestro Hafez Haidar, già candidato al Premio Nobel per la Letteratura. «Questa scelta è stata una sfida per me – confessa l’autrice -. Non ne ho idea come potrebbe essere percepito il mio messaggio da una società con una cultura ricca e radici antiche, ma diversa e nello stesso tempo simile, perché siamo “un’universalità di semi diversi”, con stessi bisogni di sopravvivenza. Questo tema è stato toccato nella poesia “Vita” che inizia con: Zoe cammina. Qualcuno potrebbe domandarsi perché tra tanti nomi, la scelta di Zoe. Ho scelto questo nome femminile di origine greca per la potenza del suo significato. Zoe uguale vita, cioè “vita quam vivimus”; sinteticamente, sostanza della vita».

I versi di “(In)soliti fiori” scorrono in maniera fluida, scorrevole e spontanea, prendendo vita da immagini, colori, musica, e stati d’animo. «Rileggendo a voce alta le poesie, ho scoperto il mio talento di chirurgo, un continuo “taglia e cuci”, finché le parole non raggiungono la musicalità desiderata. A questo punto mi rendo conto dell’utilizzo della similitudine, metafora, l’anastrofe e non per ultima, la metrica». Per Ileana Andrei, la poesia è un abito cucito su misura per sé, fatto di fragilità, emozioni e vibrazioni.

Il libro è in versione e-book, sebbene l’autrice riconosca la bellezza del libro cartaceo. «Per me la carta è un’amica di vecchia data, m’ispira, amo sfogliare le pagine, pur non avendo niente in contrario all’e-book, che sicuramente è più conveniente se ti devi spostare. Basta avere il telefono con te e hai una biblioteca intera».

L’opera è un incoraggiamento a non arrendersi mai e a rialzarsi sempre, nonostante le difficoltà. «Tutto dipende da noi. Siamo noi che possiamo costruire il futuro, ma per poterlo fare bene abbiamo bisogno di fondamenta sane, di non rimpiangere niente, perché anche dagli errori possiamo imparare. Il tramonto di una stagione è l’alba dell’altra, il rinnovo senza sosta. Dobbiamo imparare come amare e soprattutto amarci».

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