OggiAggiungi un appuntamento per oggi, almeno un laureato su quattro decide di continuare la sua carriera all’estero. “Sono numerosi i giovani italianiche si lasciano alle spalle una situazione di precarietà e si recano all’estero: quasi sempre sono provvisti di un’adeguata qualificazione per inserirsi nel mondo produttivo e della ricerca»: l’analisi del Rapporto Italiani nel Mondo 2012 (Fondazione Migrantes),fotografa in modo nitido il fenomeno della nuova emigrazione professionale. Decine di migliaia di giovani – spesso qualificati – che lasciano ogni anno l’Italia: un impoverimento di capitale umano,con un saldo negativo per il nostro paese, in termini di “flusso dei cervelli”.

Molti decidono, alla soglia della specialistica del proprio corso di studi, di continuare a studiare all’estero per avere maggiori possibilità lavorative e per avere maggiori riconoscimenti personali. L’italia si classifica al terzo posto come preparazione universitaria, ma questo non basta per tenere nel nostro paese menti eccellenti. Usciti dall’università ci si trova in una desolazione di possibilità, in quanto putroppo, le porte del mondo del lavoro sono chiuse, causa crisi, lavoratori con maggior esperienza che sono costretti a lavorare fino a settantotto anni per raggiungere il pensionamento, sottraendo posti alle nuove generazioni.

Ci troviamo alla soglia di una società di anziani. I giovani quei pochi che rimangono sono costretti a dimenarsi per cercare di ottenere un posto di lavoro, molto spesso fuori dalla loro preparazione universitaria e si devono adattare a fare ciò che offre il mercato.

I giovani se possono fuggono all’estero senza, molto spesso, tornare nel loro paese perché hanno ormai trovato lavoro e si sono costruiti una vita al di fuori.

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