“Ogni anno in Francia abortiscono un milione di donne. condannate alla segretezza, sono costrette a farlo in condizioni perciolose quando questa procedura, eseguita sotto supervisione medica, è una delle più semplici. queste sono velate, in silenzio. io dichiaro di essere una di loro. ho avuto un aborto. così come chiediamo il libero accesso al controllo delle nascite, chiediamo la libertà di abortire” (simone de beauvoir, manifesto delle 343, 1971)

Il 4 marzo 2024 è una data che passerà alla storia. Quel giorno, la Francia ha segnato una svolta epocale nei diritti delle donne, sancendo con un referendum storico l’inserimento del diritto all’aborto nella sua Costituzione. È la vittoria di decenni di lotte, di battaglie per l’autodeterminazione, di un’incessante ricerca di giustizia e uguaglianza.
Ma questa vittoria non è solo francese. È un faro che illumina il cammino di milioni di donne nel mondo, un segnale chiaro che la lotta per i diritti riproduttivi è tutt’altro che conclusa. Un passo avanti fondamentale, ma anche un punto di partenza per un futuro in cui ogni donna possa decidere liberamente del proprio corpo e del proprio destino.

La Legge Veil e il suo impatto
Ormai cinquanta anni fa, precisamente il 26 novembre 1974, Simone Veil (ex ministra della sanità) difendeva in Parlamento, al tempo composto da solo 9 donne contro 469 uomini, la legge sull’aborto, sfidando una società profondamente conversatrice. La legge viene proclamata il 17 gennaio 1975 con il nome di “Loi de Veil”, anche detta “Legge di Veil”.
Questa legge rappresenta una pietra miliare nella storia dei diritti delle donne e un punto di svolta nella legislazione sull’aborto a livello mondiale. La norma superò resistenze feroci e aprì la strada alla depenalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza, garantendo alle donne il diritto di scegliere sul proprio corpo. L’Iter legislativo fu lungo e travagliato, segnato da dibattiti accesi e da una forte opposizione da parte delle forze conservatrici. Nonostante le critiche, la legge Veil divenne un simbolo della lotta per i diritti delle donne e ispirò la fondazione di movimenti femministi in tutto il mondo, contribuendo a un progressivo cambiamento culturale e legislativo in materia di aborto. Ad oggi questa norma rappresenta un riferimento fondamentale nella lotta per l’autonomia delle donne e per l’affermazione del principio dell’autodeterminazione.

Il referendum del 2024: l’approvazione e le implicazioni giuridiche
Il referendum costituzionale del 2024, che ha sancito l’inserimento del diritto all’aborto nella Costituzione francese, rappresenta un momento storico fondamentale nella lotta per i diritti delle donne. Questa modifica costituzionale è approvata con un ampio consenso da parte dei deputati e senatori riuniti a Versailles, con una votazione quasi unanime che ha sancito l’inclusione di questo diritto inalienabile che si può riscontrare all’articolo 34 della Costituzione. La modifica costituzionale prevede che “la legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita alla donna di far ricorso ad un’interruzione volontaria della gravidanza”.
La decisione di includere il diritto all’aborto nella Costituzione francese è stata annunciata da Emmanuel Macron (Presidente della Repubblica francese) nel marzo del 2023 e si è concretizzata dopo un lungo processo legislativo che ha visto un forte sostegno da parte del governo e una reazione critica da parte di alcuni settori conservatori e religiosi. Nonostante le opposizioni, la modifica costituzionale è stata approvata con maggioranza, dimostrando il progresso della società francese verso una maggiore tutela dei diritti delle donne. Alcune critiche alla portata innovativa del diritto provengono dalla Conferenza episcopale di Francia che ha espresso disaccordo riguardo alla decisione e ha sottolineato la necessità di proteggere la libertà di coscienza dei medici e del personale sanitario contrari all’aborto.

Le reazioni internazionali e interne: questo gesto ha messo tutti d’accordo?
La decisione francese ha suscitato un ampio dibattito e reazioni diverse a livello internazionale. Nei Paesi dove il diritto all’aborto è già ampiamente riconosciuto, la scelta della Francia è stata accolta con grande favore, consolidando la tendenza verso una maggiore tutela dei diritti riproduttivi. In molti Stati europei, ad esempio, la decisione francese ha rafforzato le istanze di chi chiede una legislazione più progressiva in materia. Tuttavia, nelle nazioni dove l’aborto è ancora fortemente dibattuto o limitato, le reazioni sono state più contrastanti. Da un lato, la Francia è diventata un punto di riferimento per i movimenti femministi e per coloro che lottano per la depenalizzazione dell’aborto, ispirando nuove mobilitazioni e rafforzando le loro richieste. Dall’altro, le forze conservatrici e religione hanno criticato la decisione francese, ribadendo le loro posizioni contrarie all’interruzione volontaria di gravidanza. In definitiva, la scelta della Francia ha evidenziato la rilevanza globale della questione dell’aborto, ponendo al centro del dibattito pubblico il diritto delle donne a decidere liberamente del proprio corpo e del proprio futuro.
Per quanto riguarda il territorio francese la decisione del presidente Macron ha ricevuto il sostegno della maggior parte della popolazione francese e delle associazioni femministe. Secondo un sondaggio dell’Istituto Elabe (Études, Conseil, Planning Stratégique), l’86% dei francesi si dichiara favorevole all’inserimento del diritto all’aborto nella Costituzione. Tra le donne la percentuale sale al 91%. Anche tra i partiti politici, c’è un ampio consenso. Solo il partito conservatore Les Républicains e il partito di estrema destra Rassemblement National hanno espresso delle riserve o delle critiche alla proposta.

Le sfide future
Nonostante la rivoluzionaria conquista, si apre la strada a nuove sfide.
A livello nazionale, si dovranno affrontare questioni come l’accesso all’aborto nelle zone rurali, la formazione del personale medico e l’accompagnamento psicologico delle donne.
Sul piano internazionale, la Francia si troverà a guidare un dibattito più ampio sui diritti riproduttivi, potenzialmente influenzando le politiche di altri paesi.

“Se le donne saranno libere, il mondo sarò libero” (audre lorde)  

La lotta per l’uguaglianza di genere è quindi tutt’altro che conclusa e richiederò un impegno costante da parte della società civile e delle istituzioni. La strada si considera ancora molto lunga, ma ci da la forza di continuare a lottare per un mondo più giusto e equo.

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