Intorno alla fine degli anni Dieci ha inizio la costruzione dell’impero cinematografico hollywoodiano. L’epoca dello studio system segna l’ascesa delle major, dei grandi studi di produzione, che attraverso un percorso lungo e non privo di inciampi sono arrivate a dominare l’intera industria cinematografica statunitense ed in buona parte estera. Una storia hollywoodiana: cosa c’è dietro le serie tv? Direttore responsabile: Claudio Palazzi
Le principali società, denominate le Big Five, la RKO Radio Pictures, la 20th Century Fox, la Paramount Pictures, la Warner Bros., e la Metro-Goldwyn-Mayer, erano organizzate su un sistema a integrazione verticale, nel quale ogni aspetto della realizzazione del film, dalla produzione all’esercizio nelle sale, era gestito in misura prevalente da queste. Le major, di conseguenza, esercitavano un controllo senza paragoni sul mercato nella sua interezza, lasciando poco spazio alle più piccole società indipendenti che tentavano di competere in un determinato settore cinematografico.

Questo sistema chiuso si affermò e sopravvisse senza eccessive complicazioni fino al 1948, quando dopo circa dieci anni di sentenze, proroghe e appelli, la Corte Suprema dichiarò lo studio system un monopolio illegale. Le major furono inoltre obbligate a privarsi della proprietà delle sale cinematografiche, che fino a quel momento avevano costituito uno dei settori più redditizi. Ciò costituì solo uno dei fattori che dalla fine degli anni Quaranta, costrinsero Hollywood a reinventarsi per la prima volta. I

l periodo post-bellico vide un enorme calo di spettatori che sommato al più tardo avvento della televisione, condussero le major sull’orlo di una crisi senza precedenti. Hollywood non soltanto superò tale crisi, ma riuscì ad affermarsi con un nuovo modello di produzione. Una delle strade che fu intrapresa nel tentativo di richiamare spettatori nelle sale, fu quello di realizzare dispendiose produzioni indirizzate al più ampio pubblico possibile, pellicole per la famiglia, caratterizzate da scene grandiose e spettacolari. Le grandiose produzioni epico-bibliche, western e musical degli anni Cinquanta-Sessanta pongono le basi per quello che sarà poi il così detto blockbuster.

La Nuova Hollywood, denominazione attribuita per sottolineare la rottura con il periodo dello studio system, alla fine degli anni Sessanta, è profondamente mutata in ogni suo aspetto dall’epoca dell’integrazione verticale. Le modalità di ricerca dei finanziamenti, la produzione, l’uscita nelle sale, la distribuzione. Ogni ambito richiede un nuovo approccio. Ma la potenza delle major rimane la stessa. Si sviluppa un sistema più aperto alla creatività e all’innovazione, ma viene a mancare la sicurezza finanziaria su cui le Big Five potevano contare in precedenza. Di conseguenza si mira ad un modo rapido e sicuro per rientrare nei costi di produzione, che erano generalmente assunti da agenti o produttori esterni alla major.

Il blockbuster concretizza tutte queste aspirazioni, soddisfando a pieno le necessità di una industria mutata radicalmente. Obiettivo principale diventa quello di minimizzare il rischio generato dall’imprevedibilità dei ricavi. Si punta a realizzare un film evento, che attiri una più ampia attenzione possibile su di sé. Un film evento assurge ad una posizione dominante nella cultura generale, al di là dello schermo cinematografico. Vi sono tuttavia una serie di ulteriori strategie messe in atto. La pubblicità intensiva diviene uno degli elementi fondanti di questo sistema. Così come la realizzazione di film basati su romanzi, fumetti, opere teatrali o noti avvenimenti storici. Impossibile tralasciare l’importanza dei seguiti. Fattori questi, che forniscono stabilità e sicurezza in quanto si basano sulla certezza di un pubblico già esistente.

L’aspettativa diviene un elemento chiave. Tale approccio è tutt’oggi alla base della vendita di film dall’enorme impatto popolare. Esempio recente di questa concatenazione di fattori che girano attorno ad un’unica enorme produzione può facilmente essere ritrovato nel film Avengers: Endgame. Uscito nelle sale di tutto il mondo nel 2019, costituisce un modello eclatante del film blockbuster. Produzione dai costi esorbitanti per la tecnologia ed il cast che lo caratterizza, è l’ultimo capitolo di una lunga serie di film appartenenti alla categoria dei cinecomics in quanto tratti da opere fumettistiche già enormemente popolari. Come ogni prodotto della serie, anche quest’ultimo è stato anticipato da una massiccia campagna pubblicitaria, il che, unito al fatto di essere il capitolo finale della serie, ha generato un fermento mediatico internazionale quasi senza precedenti.

Oltre al film-blockbuster che, come sappiamo, domina ancora oggi il mercato cinematografico, caratteristiche analoghe sono riconducibili anche ad un differente tipo di produzione visiva attualmente al centro della fruizione di massa: le serie tv. Queste raccolgono tutti gli insegnamenti e le strategie applicate nel tempo alla produzione filmica ma declinate in maniera diversa. Le serie televisive, o fiction, sono produzioni dalla durata generalmente più contenuta rispetto ad un film, suddivise in più puntate le quali compongono una stagione.

Oggi il mondo delle serie televisive è quasi totalmente dominato dai siti di streaming, piattaforme web come Netflix o Prime Video, che offrono, oltre che a produrre in alcuni casi, una vastissima scelta in ambito di serie tv e film. La ricerca del fattore aspettativa costituisce il punto focale attorno al quale ruota la costruzione della serie tv. Lo spettatore ha a disposizione un pacchetto ripartito in varie componenti del quale può fruire, potenzialmente, quando e dove vuole. Ma perché questo accada il prodotto deve stabilire sin dall’inizio una connessione con lo spettatore, così da creare l’aspettativa che lo condurrà alla visione per intero della serie attraverso lo svariato numero di puntate. È chiaro, dunque, come la logica del seguito sia, anche in questo contesto, un ulteriore fattore chiave.

Solamente le serie che riscuotono successo possono essere rinnovate per una stagione successiva. Perché solo in quel caso la prevendita della stagione precedente potrà rappresentare un elemento di stabilità per i produttori. Solo in quel caso si potrà investire nella realizzazione di un progetto che poggia, prima ancora della sua uscita, sulla sicurezza di un pubblico già esistente. Le serie tv quindi, costituiscono la declinazione moderna di un approccio che trova le sue radici nella Hollywood degli anni Sessanta e che, allora come oggi, ha permesso all’industria cinematografica di reinventarsi in una nuova forma e di mantenere salda la sua supremazia come mezzo di intrattenimento a livello mondiale.

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