Serata veramente speciale quella che si è svolta lo scorso 27 luglio presso l’incantevole scenario di Villa Adele, ad Anzio, cittadina di mare a sud di Roma.

Red Canzian, storico bassista dei Pooh dal 1973, ha deciso di incontrare i suoi fans ma anche passanti e curiosi con “Ho visto sessanta volte fiorire il calicanto”, spettacolo musicale che quest’estate sta portando in giro per l’Italia e che trae il suo nome dall’omonimo libro autobiografico che il musicista ha pubblicato nell’aprile del 2012. Durante l’evento, egli è accompagnato dagli Archimia, estroso quartetto d’archi, e da altri tre musicisti, i due chitarristi Rudy Michelutti ed Ivan Geronazzo e da Phil Mer, già conosciuto ed apprezzato per essere dal 2011 il talentuoso batterista dei Pooh.

Il palcoscenico, all’apparenza sobrio ed essenziale, viene immediatamente riempito dalla presenza magnetica di Red, dal suo entusiasmo trascinante: le sue parole, frutto di un’eloquenza incontenibile, si intrecciano alle note di canzoni che hanno fatto la storia della musica a livello italiano ed internazionale; con l’ausilio di un proiettore, a far da sfondo scenografico al bassista,  scorrono le immagini che testimoniano i momenti più importanti della sua vita. Vita che, come spiega Red al suo pubblico, nonostante le esperienze difficili e dolorose che, talvolta, può riservare, è un dono che va sempre onorato e difeso.

Il suo racconto inizia proprio dove tutto è cominciato, in quel lontano 30 novembre 1951, quando venne al mondo in una villa poco fuori Treviso; ma Villa Borghesan non era una dimora lussuosa, poiché essa era stata assegnata alle famiglie più povere della zona, eppure Red afferma che in quei “tre stanzoni”, così grandi da poterci andare in monopattino e in bicicletta, ha passato gli anni più belli della sua infanzia.

Poi ricorda la sua crescente passione per la musica, alle porte dell’adolescenza e in un’epoca, quella che caratterizza buona parte degli anni Sessanta e dei primi anni Settanta, che egli stesso definisce febbrile ed irripetibile: la prima chitarra acustica acquistata a rate per cinquemila lire, i capelli lunghi e l’abbigliamento stravagante, come erano diffusi tra i  complessi d’oltremanica e che non gli hanno risparmiato le accuse infondate di essere un “frocio”, fino alle stagioni a Jesolo con il primo gruppo i Prototipi.

Un sogno, quello di diventare un affermato musicista, che, tra alti e bassi, decolla definitivamente quando, nel febbraio del 1973, entra a far parte dei Pooh e, insieme agli altri componenti della band, intraprende una brillante carriera artistica fin troppo risaputa sulla quale lo stesso Red decide di non dilungarsi; ma, scherzosamente, dichiara che non può fare a meno di “accendere un cero” ogni mattina a “Santa Nicoletta Strambelli da Venezia”, in arte Patty Pravo, che gli ha permesso di subentrare a Riccardo Fogli.

La seconda parte della serata si rivela ancora più introspettiva: il racconto si sposta su quello che Red chiama “l’amore finale”, sentimento fortissimo ed imprevedibile che “come un fulmine non sai dove andrà a cadere”; con queste parole descrive il suo incontro con Bea avvenuto oltre trent’anni fa, quando lei era incinta ed entrambi già sposati, e la lunga attesa tra pregiudizi e separazioni complicate prima di coronare la loro unione con un matrimonio celebrato quasi vent’anni dopo. Egli dedica a quest’amore speciale la “trilogia”, “Stare senza di te”, “Cercando di te”, “Io ti aspetterò”, canzoni d’impareggiabile bellezza che ha composto pensando alla sua storia e che appartengono alla migliore discografia dei Pooh.

Un altro sogno realizzato, quello di conquistare “la donna della sua vita”.

Tuttavia Red non fa sfoggio della sua bravura, né della fortuna: lancia un monito ai genitori, affinché sostengano le aspirazioni dei figli, sprona gli stessi giovani ad inseguire le proprie ambizioni, con tenacia, senza mai arrendersi: come ha fatto lui, per riscattare le sconfitte del padre Giovanni, il cui destino avverso ha infranto molti suoi sogni; ma anche per dare un senso a se stesso e all’esistenza.

Red Canzian durante lo spettacolo, con alle spalle la foto dei Pooh ai tempi dell'album "Parsifal", 1973
Red Canzian durante lo spettacolo, con alle spalle la foto dei Pooh ai tempi dell’album “Parsifal”, 1973

E l’insegnamento che vuole trasmettere con il suo spettacolo è proprio questo: lottare continuamente per i propri obiettivi, perché essi ci aiutano a costruire la strada verso un futuro migliore e a fare luce con serenità sugli imprevisti del presente.

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